Trattative precarie
Il secondo tempo di Letta, equilibrista tra Calenda e Fratoianni, che rinvia il vertice
Dopo l'accordo con Azione, tocca a SI e Verdi, "con cui abbiamo un rapporto fondamentale", dice il segretario Pd. Ma l'incontro previsto per oggi al Nazareno è rinviato: "In corso riflessioni che necessitano di altro tempo". Intanto Bonelli gioca al rialzo mentre Sinistra italiana si divide sulle alleanze
Continua a ripetere che "la partita è aperta", tanto più adesso che il patto con Calenda pare blindato. E però, proprio quest'ultimo passaggio rischia di provocare nuovi fibrillazioni alla coalizione guidata dal Pd, con Enrico Letta chiamato a giocare il secondo tempo della partita delle alleanze. L'appuntamento con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i leader della federazione Sinistra Italiana-Verdi che hanno espresso una certa insofferenza per l'esito dei colloqui tra Letta e Azione, era previsto per oggi al Nazareno alle ore 15. Erano stati loro a chiederlo, ma non si terrà. Non oggi almeno, rimandato a data da destinarsi: “Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore”, hanno fatto sapere con una nota.
Contano molto anche le parole, i ripetuti attacchi dell'ex candidato sindaco di Roma alle "frattaglie", così come ha definito più volte le due forze che si pongono alla sinistra dei dem e che secondo l'ultimo sondaggio Swg superano il 4 per cento, in crescita.
Tensioni a sinistra
Già ieri e prima di cambiare idea, i due - Fratoianni e Bonelli - hanno mandato un messaggio chiaro ai democratici: il quadro è cambiato, parliamone. Non hanno gradito nemmeno quel "diritto di tribuna" che il Pd vorrebbe garantire a chi, in virtù dell'accordo con Azione, non potrà concorrere nei collegi uninominali. Una soluzione non richiesta, "una proposta irricevibile". E dal loro punto di vista se ne possono cogliere le ragioni. Anche per questo adesso i Verdi giocano al rialzo: "L'accordo va rinegoziato. Bisogna controbilanciare la nostra presenza: perché Azione, che vale più o meno quanto noi, deve pretendere un peso elettorale che non ha?", è l'interrogativo che Bonelli ha recapitato al Nazereno con una intervista al Corriere, in cui tuttavia si diceva "ottimista" che le proprie istanze saranno accolte, in termini elettorali e programmatici.
Ancora più netta la posizione di Fratoianni: "Verificheremo se ci sono le condizioni per fare campagna elettorale sul nostro programma", dice il capo di Sinistra Italiana alla Stampa. Ma il messaggio è chiarissimo: "Se c'è l'agenda Draghi, non ci sono io". Grane per Enrico Letta, di nuovo costretto a cercare una difficile mediazione per rendere davvero contendibili le prossime elezioni. Pesano nella trattativa le questioni relative ai termovalorizzatori e al rigassificatore di Piombino - punti fermi dell'intesa al centro siglata dai dem - rispetto a cui SI e Verdi non sono disposti a fare alcun passo indietro. L'accomodamento ancora una volta dovrà essere di natura tecnica, perchè a questo punto per una soluzione realmente politica non esiste lo spazio, e neppure il tempo.
Lo si capisce anche dall'esito dell'assemblea nazionale di Sinistra italiana, durata due giorni con oltre 80 interventi, "densi e faticosi confronti, a tratti anche aspri", racconta chi ha seguito da vicino i lavori. Si è votato su due mozioni che pur partendo da un principio condiviso - spingere affinchè il Pd riapra ai grillini - divergono sostanzialmente nel punto di caduta. Quella promossa del segretario Fratoianni prevede infatti un accordo tecnico-elettorale anche con i centristi. La seconda invece, sostenuta tra gli altri dalla senatrice Elena Fattori, punta a una coalizione tutta a sinistra, arrivando fino al soggetto abbozzato da Michele Santoro qualche giorno fa e alla formazione di De Magistris. Ha vinto la prima proposta con il 65 per cento dei voti, ma un terzo dei dirigenti, per l'appunto, è contrario. Mandato ampio, ma non pieno.
Una dinamica che probabilmente richederà un supplemento di riflessione all'interno del partito e di cui Fratoianni non potrà che tener conto nelle interlocuzioni con il Partito democratico. Anche da qusto probabilmente è dipesa la retromarcia odierna.
Lo schema di Letta
"Considero il loro ruolo importante", ha intanto ribadito Letta che già ieri, parlando accanto a Calenda e Della Vedova, aveva assicurato che "il Pd continuerà la discussione, al di fuori dei rapporti bilaterali con Azione e +Europa, con altre liste, con cui abbiamo un rapporto fondamentale".
Nello schema del segretario che ha nuovamente chiuso le porta al M5s, l'accordo con Sinistra italiana e Verdi permetterebbe di coprire, e di recuperare almeno in parte, l'elettorato più a sinistra, quello che sempre più spesso negli ultimi anni ha guardato da un'altra parte o disertato le urne. E che ancor di più potrebbe mal digerire un'alleanza tirata tutta al centro. Una difficile prova di equilibrismo, che forse richiederà ai dem nuove concessioni in nome di quell'"interesse generale" più volte evocato. Soprattutto alla luce degli sviluppi queste ore e del mancato incontro. Un equilibrio precario, certamente, ma indispensabile secondo i dem, la cui tenuta si capirà forse meglio nei prossimi giorni.
(articolo aggiornato alle 14.10)