Italexit, Padania
Gianluigi Paragone e Roberto Castelli: così è nata l'intesa elettorale tra l'ex ministro leghista e l'ex grillino
I due movimenti Italexit e Autonomia e libertà paiono intendersi soprattutto per quel che riguarda la lotta alla pandemia: cioè, per libertà, l’assoluto diritto a infischiarsene del vaccino
Lui dice di averli convinti agitando la più delicata delle loro ossessioni: “L’autonomia. Ché dopo dieci anni di salvinismo, il risultato è che i sindaci, che pure sono l’ossatura di quel partito, stanno senza più un soldo”. Ovviamente gli ha promesso anche posti in lista, ma questo ci sta. Del resto Gianluigi Paragone, eclettico e scriteriato com’è, ha scelto di non essere schizzinoso, se è vero che con la sua creatura, Italexit, si è alleato perfino coi neofascisti di CasaPound: “E perché, è illegale? Stiamo crescendo, dobbiamo includere”, dice. E lui infatti include. Lo ha fatto anche con gli ex leghisti nostalgici delle origini padane: quelli, cioè, che Roberto Castelli ha raccolto nella sua associazione, “Autonomia e libertà”.
Sulla libertà, i due movimenti paiono intendersi soprattutto per quel che riguarda la lotta alla pandemia: intendendo, cioè, per libertà, l’assoluto diritto a infischiarsene del vaccino, della profilassi, della buona creanza. E poi, appunto, c’è l’autonomia. “E’ evidente che in larghe parti del Veneto e della Lombardia questa Lega non ha alcuna credibilità residua, sul tema”. E allora ecco che Paragone, che il mondo bossiano ebbe modo di conoscerlo da direttore della Padania, dopo l’ingresso nello scorso Parlamento attraverso il M5s di Luigi Di Maio, poi espulso per riluttanza al rinsavimento in tema di uscita dall’euro e guerra all’establishment, ora per tentare la riconferma nel Palazzo riattiva i suoi vecchi canali. E così in questi giorni gli amici di Castelli lo stanno aiutando nella più ostica delle battaglie: quella della raccolta delle firme necessarie per correre alle politiche del 25 settembre.
Ieri i banchetti di “Autonomia e Libertà” in favore di Italexit erano a Lecco, ma iniziative analoghe si svolgeranno anche in altre province lombarde. “E’ una roba indegna, che si sia costretti a raccogliere le firme nelle città semi deserte, in pieno agosto, una limitazione della democrazia”, s’infuria Paragone. Che per strada, però, trova nuovi amici. Prima CasaPound, ora gli ex leghisti. Obiettivo: 3 per cento.