Enrico Letta (Ansa)

la lettera

I giovani del Pd di Roma guidano la protesta contro Letta: "Basta con Draghi"

Ruggiero Montenegro

"Il Pd non deve essere l’ufficio di collocamento di qualche reduce", scrivono al segretario i militanti dem: "Appaltata l’elaborazione politica al centro liberale. Bisogna fare pulizia all'interno del nostro campo. Serve una campagna elettorale più identitaria"

Caro segretario ti scrivo. E "la necessità di scriverti nasce dal nostro sbigottimento rispetto alla posizione assunta dal Partito in queste prime settimane di campagna elettorale".

Una lettera firmata da circa 150 tra iscritti al Pd - in gran parte Giovani democratici di Roma e della Calabria -, consiglieri municipali, simpatizzanti ed elettori che si rivolgono direttamente a Enrico Letta per chiedere un netto cambio di rotta: "È sembrato infatti che il governo Draghi sia improvvisamente diventato quanto di meglio il nostro Paese potesse auspicare. Come se la sua azione non avesse provocato forti mal di pancia interni al Partito, come se il PD non avesse fatto di tutto per scongiurarne la nascita e non avesse indicato quello di Giuseppe Conte come unico nome a suo tempo spendibile", scrivono i firmatari del messaggio, mettendo in discussione le scelte politiche dell'ultimo anno, di cui evidenziano le contraddizioni. 

Ancor di più contestano la decisione di spostarsi verso il centro: "E invece adesso il Pd ha deciso di giocare il ruolo di più convinto sostenitore della prosecuzione dell’esperienza di questo Governo costruito insieme alla destra e piena espressione del centro liberale, cui il Partito sembrerebbe aver definitivamente appaltato l’elaborazione politica e, se non ci fosse stato il passo indietro di Carlo Calenda, anche in una cospicua parte dei seggi in Parlamento. Non è quello che ci aspettiamo dal Partito Democratico".

Per tutte queste ragioni, la richiesta dal basso è "che il PD scelga di costruire un programma e una campagna elettorale fortemente identitaria: sono ormai troppi anni che nel nome della responsabilità ha rinunciato a farsi riconoscere come avanguardia irreprensibile delle classi più deboli nelle istituzioni".

A questo scopo, vengono individuati una serie di obiettivi, per riportare a sinistra il Pd: "La piena giustizia sociale e lavorativa"; "la sostenibilità ecologica"; "un nuovo europeismo che dia all’Europa un volto più solidale al proprio interno e più autonomo rispetto ad altre potenze" e infine maggiore attenzione alle più giovani: "La ricongiunzione con una generazione abbandonata e isolata in un modello economico poco-umano, e che per la prima volta voterà anche al Senato".

I militanti democratici ribadiscono inoltre la necessità di scegliere una volta per tutte la collocazione del partito: una forza di stampo socialista, "che finalmente sappia emancipare la politica dal dominio dell'economia", - come auspicano - oppure "un polo di stampo liberale, decretando così la fine del socialismo in Italia".  

Infine - è la conclusione della lettera - ,"Dobbiamo essere capaci ed avere il coraggio anche di fare pulizia all’interno del nostro campo", a cui segue l'ultimo accorato appello al segretario:  "Il PD non deve essere l’ufficio di collocamento di qualche reduce, ma il collettore di tutti coloro che oggi non hanno alcuna rappresentanza politica"

 

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