Un colpo al cerchio, uno alla botte
Nella Lega avanza il fronte contro le sanzioni alla Russia
Dopo Salvini, anche il ministro Giorgetti e il capogruppo in Senato Romeo aprono a una revisione delle misure contro Mosca, ma assicurano che la collocazione internazionale dell'Italia non è in disussione. È la mozione "Atlantisti ma..."
I toni, le sfumature, sono diverse. Si tratta anche di campagna elettorale. E però ormai da qualche giorno avanza nella Lega la mozione "atlantisti, ma...". È il fronte di quelli che un poco alla volta mettono in dubbio l'efficacia delle sanzoni alla Russia, ne chiedono una revisione mentre la crisi energetica presenta il conto, sempre più salato. Oggi, per esempio, è stato il turno di Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato. E non sembra un caso. Perché a rilanciare il filone - cavallo di battiglia leghista, che ritorna - è stato proprio il (fu) Capitano a Rimini qualche giorno fa: "Non vorrei che le nostre sanzioni stessero alimentando la guerra, a Bruxelles mi auguro che qualcuno stia facendo questi ragionamenti. Guardiamo i numeri: le sanzioni colpiscono più i paesi sanzionatori che la Russia sanzionata", ha detto Matteo Salvini prima del suo intervento sul palco del meeting di Comunione e Liberazione, invitando tutti a "valutare l'utilità dello strumento". Certo, poi ha cercato di inquadrare meglio la questione: "Comunque vadano le elezioni, la collocazione internazionale dell'Italia non si discute: tra la democrazia e altri modelli, la scelta è ovvia". Un colpo alla botte e uno al cerchio.
E allora ecco Giancarlo Giorgetti, il governista del Carroccio. Pare che Salvini, nella compilazione delle liste dei candidati, abbia voluto depotenziarlo, posizionando male, o non posizionando affatto i suoi uomini, i "fedelissimi". Ma intanto: "Io dico, cara vecchia Europa, bisogna valutare le conseguenze che portano le sanzioni”, è il pensiero del ministro dello Sviluppo economico, anche in questo caso esibito alla platea romagnola di Cl. E ancora: "Se sul price cap, l’Europa non capisce che deve cambiare le regole, fa il gioco della Russia". Le sue parole, a differenza di quelle del capo del Carroccio hanno fatto meno scalpore. Enrico Letta non ha tirato fuori gli occhi di tigre: sarà perché Giorgetti, diversamente dal suo leader, gode di un'altra considerazione dentro e fuori dai palazzi. Ma la sostanza non cambia di molto e anzi, se a indicare la direzione sono i pesi massimi, qualcosa vorrà pur dire.
Non sorprende allora che questa mattina la Lega abbia calato il tris. Scendi, seguendo la gerachia ed ecco Massimiliamo Romeo: "Se ci sono sanzioni inefficaci per la Russia e che rischiano di fare male a noi, è doveroso pensare a una revisione", rilancia il capogruppo in Senato, intervistato dal Dubbio. "Sembrava che l’embargo dovesse mettere in ginocchio la Russia nel giro di poco tempo - continua il senatore - e questo non è accaduto". Anche se gli indicatori economici del Cremlino, come affermato anche dalla governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina, dicono qualcosa di diverso. Quel che conta, comuque, assicura Romeo, è che non sarà "minimamente in discussione l’appartenenza alla Nato e all’euroatlantismo". E sarà pure così, ma a guardare le liste elettorali leghiste e certe dichiarazioni, qualche dubbio resta.