antico regime
Come votano aristocrazia, clero, terzo e quarto stato. Una mappa ragionata
Gli Stati uniti hanno un'aristocrazia molto dinamica, la Russia un terzo stato con poche attività industriali e la Cina un quarto stato composto da quelli che sono nelle zone povere lontane dalla costa del Pacifico. In Italia chi si occupa di credenze e consenso, quindi il clero, è il Partito democratico
Un confronto fra paesi può seguire la tripartizione dell’Antico Regime fra aristocrazia, clero, terzo, e quarto stato. Per aristocrazia qui si intende quella della ricchezza. L’aristocrazia storica che si occupava della guerra è stata, infatti, sostituita dallo stato. Per clero qui si intende chi si occupa professionalmente delle credenze e del consenso. Per terzo stato si intende chi si occupa di imprenditoria di medio calibro ed è un colletto blu qualificato. Per quarto stato si intendono gli esclusi dai tre ordini precedenti.
Negli Stati Uniti abbiamo un’aristocrazia molto potente e dinamica, come si evince dalle innovazioni a getto continuo. Un’aristocrazia che finanzia attraverso le rette dei figli le università, e attraverso i conferimenti diretti i centri di ricerca. L’aristocrazia finanzia così gli intellettuali, ossia il clero. L’aristocrazia statunitense ha anche un gran peso nel campo della politica, perché ne è il maggiore finanziatore. Il terzo stato è molto meno importante di quanto non fosse in passato per effetto dei mutamenti legati all’economia post industriale, quella della conoscenza, dove è premiato soprattutto chi ha una notevole formazione. Il terzo stato statunitense è così attratto dal populismo. Il quarto stato non vota in misura sufficiente per avere un qualche peso nelle decisioni politiche.
In Russia non abbiamo un’aristocrazia potente e dinamica, sia perché gli oligarchi sono stati repressi dal Cremlino quando hanno tentato di influenzare la vita politica, sia perché, in una economia ricca di risorse naturali si hanno pochi incentivi a cercare la ricchezza attraverso le innovazioni. Per la stessa ragione, abbiamo un terzo stato con poche attività industriali. In Russia abbiamo soprattutto un’aristocrazia formata dai ceti che vivono delle attività dello stato, l’ordine pubblico, lo spionaggio, l’esercito, l’amministrazione. Gli esponenti di questa aristocrazia sono individualmente molto meno ricchi degli oligarchi, ma messi insieme, grazie alla numerosità, controllano una grande ricchezza.
La ricchezza dell’aristocrazia russa è stipata per una parte cospicua all’estero. Non solo, all’estero vanno i figli a studiare e le mogli a soggiornare. Mancando un vero interesse di questa aristocrazia per lo sviluppo interno, e quindi per le credenze e il consenso, il clero, ossia le università e i centri di ricerca, non sono finanziati e quindi non sono a un livello comparabile con quello statunitense. Il quarto stato vive nelle zone povere e remote, e ultimamente è agli onori delle cronache perché è stato mandato a fare la guerra in Ucraina.
In Cina, a differenza della Russia, abbiamo un’aristocrazia dell’alta tecnologia, ultimamente tarpata, come in Russia vent’anni fa, per impedirne l’influenza in campo politico. Abbiamo un terzo stato ricco di imprenditori, e, non essendo la Cina un paese post industriale, di tute blu. Il terzo stato non ha voce autonoma in politica. In Cina lo stato si è ritirato in parte dall’industria e del tutto dal settore immobiliare. Quindi lo stato pesa molto dove le cose sono importanti. Abbiamo così un partito unico che controlla lo stato, insieme alla burocrazia, un partito che può essere immaginato come un clero molto potente. Influenza le anime, che non votano, e controlla la ricchezza. Non solo controlla come proprietario una parte dell’industria, ma ha le cellule attive nel controllo sia nelle grandi imprese sia in quelle minori. Il quarto stato è composto da quelli che sono nelle zone povere lontane dalla costa del Pacifico.
E l’Italia? L’aristocrazia dei proprietari ricchissimi non c’è, perché le maggiori imprese, quelle di pubblica utilità e le banche, sono a controllo statale. C’è la ricchezza di chi è azionista delle imprese medie e grandi di successo, ma quest’ultima non può essere dello stesso ammontare né può avere l’influenza di quella dei magnati statunitensi. Non si ha così un’influenza privata di peso sulle università, sulla ricerca, sul finanziamento della politica. Le imprese medio-grandi sono il terzo stato insieme alle tute blu che vi lavorano, e sono soprattutto a nord. In Italia chi si occupa di credenze e consenso, quindi il clero, è il Partito democratico. Un partito che ha vinto le elezioni nel 1996 e nel 2006, ma non le ha vinte nel 1994, 2001, 2008, 2013, 2018.
Un partito che ha partecipato dopo il 2013 e dopo il 2018 ai governi di coalizione. La sua presenza continua si spiega con la funzione che svolge: l’adesione all’Europa dell’euro, alla Nato, alla globalizzazione. Lo svolgimento della funzione impedisce le avventure in campo finanziario e politico. Insomma, offrendo credenze e consenso di livello, è il partito del “clero ricco”. Il quarto stato alberga nelle aree a minor sviluppo, quindi nel Meridione, e vota per un reddito aggiuntivo proveniente dallo stato. Quali politici guidano queste richieste? Solitamente gli intellettuali che vengono dal “clero povero”, quello delle università minori, o che sono stati sotto occupati per dei periodi lunghi.
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