L'editoriale

Saremo disciplinati, ci adatteremo anche al razionamento

Giuliano Ferrara

E poi finiranno le chiacchiere sulla decrescita felice. Putin passerà l’inverno al caldo, e i sanzionati sembreremo noi, eppure dopo una guerra persa e il suo gas bruciato nell’aria, saranno guai grossi per lui

Il razionamento sarà un’altra esperienza comunitaria in un paese individualista come il nostro. E funzionerà, ci scommetto qualcosa. Non dico che faremo come gli inglesi dopo la guerra mondiale, anni di tessera annonaria. Ma indosseremo più lana, calzettoni, forse anche i miei amati mutandoni, magliette pesanti, si rivedranno i cappotti scomparsi per non immagazzinare troppo freddo fuori, si rivedrà qualche berretto o cappello, per la doccia fredda non ci giurerei, non siamo più abituati, decisamente, ma ne faremo di più brevi, e poi la rivalutazione delle coperte, anche quelle da appoggiare sulle gambe per noi vecchietti, a parte i tremendi piumoni, che ho sempre odiato ma trionfano per ogni dove. Il faut faire avec, bisogna starci. Non è questione di valori, che pure sono importanti, mi dicono, è un problema di realismo. Dargliela vinta a Putin, il boia dell’Ucraina indipendente, vorrebbe dire sottomettersi.

 

Non che la voglia di sottomissione all’uomo forte sia fuori dagli schemi anche molto popolari con cui si ragiona, però alla fine autarchia e confini, sovranità nazionale senza società aperta, tutto questo è diventato inabituale, non riguarda le nostre scuole, strade, la scena pubblica e privata delle nostre vite. Quindi ci sarà disciplina, come per i vaccini. Un gran chiasso sulle conseguenze diseguali, perché c’è chi nel lusso si permetterà di dimenticare l’essenziale e farà la sua porca figura maledetta, senza conseguenze apprezzabili se non il disprezzo di chi sa.

 

Bisognerà tutelare vecchi e malati, ovvio, fare attenzione a non creare un clima di intimidazione, affidarsi al meglio del paese, non dico al suo cuore-in-mano, ché l’organo è difficile da tenere in mano e spesso mente al ritmo del suo battito, al suo cervello invece, che è notevole nonostante l’alluvione dei talk-show e le scemenze in circolazione, e alla sua idea informale di solidarietà senza retorica. Sarà una bella prova, credo inedita. Io sono nato quando ancora a Londra si girava con la tessera del pane e del companatico. Boomer, ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza del boom, da De Gasperi al centrosinistra storico. Sarei disadatto alla bisogna, ma mi attrezzerò per non fare una figura di merda. Dove abito io ci vuole molta legna, e la salute, se non l’emissione di CO2, ne beneficerà.

 

 Spero che con il razionamento finiscano le chiacchiere sulla decrescita felice, ci si accorga di quanto sono importanti le materie prime da consumare per vivere bene noi e i nostri figli e nipoti, spero che la gnagnera ambientalista riceva un colpo dopo la parata gretista che ha censurato la verità pandemica, la natura è maligna, lo sapeva anche Leopardi, e dico Leopardi, e noi la amiamo ma per sottometterla. Ecco, quella è una sottomissione da perseguire con accanimento. Putin passerà l’inverno al caldo, e i sanzionati sembreremo noi, eppure dopo una guerra persa e il suo gas bruciato nell’aria per mancanza di magazzini e l’occidente alla ricerca dell’autonomia energetica, saranno guai grossi per lui, e quelli che ora lo temono e lo blandiscono lo impiccheranno a uno di quei bei lampioni di Mosca che ricordo bambino.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.