Nordio manda in tilt il centrodestra sull'immunità parlamentare
L'ex pm, ora candidato di Fratelli d'Italia, propone di ripristinare l'autorizzazione a procedere: "I padri costituenti la vollero come garanzia dalle interferenze della magistratura". Botta e risposta con la Lega, alleata di coalizione
Ha spaccato il centrodestra la proposta avanzata da Carlo Nordio, ex magistrato ora candidato alle elezioni politiche da Fratelli d’Italia, di ripristinare l’immunità parlamentare, o per meglio dire l’autorizzazione a procedere, abolita nel 1993 sull’onda di Mani pulite. In un’intervista al Quotidiano nazionale (oltre che nell’ultimo libro di Claudio Cerasa, “Le Catene della Destra”, Rizzoli), l’ex procuratore aggiunto di Venezia ha dichiarato che occorrerebbe reintrodurre l’immunità parlamentare per riequilibrare i rapporti tra politica e magistratura: “I padri costituenti, Togliatti, De Gasperi, Nenni, Calamandrei, l’hanno voluta proprio come garanzia dalle interferenze improprie della magistratura. Sapevano benissimo che qualcuno se ne sarebbe servito a suo vantaggio, ma hanno accettato il rischio, perché quello della sovrapposizione di poteri era enormemente maggiore, come poi si è dimostrato”. Per Nordio, comunque, il ripristino dell’istituto “andrebbe spiegata bene ai cittadini, affinché non sembri un privilegio di casta”.
Le parole di Nordio hanno generato la netta reazione della Lega, alleato di coalizione. Il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha affermato che “l’immunità per i parlamentari non è una priorità per gli italiani, quindi non lo è per la Lega”, aggiungendo che “il buon funzionamento della politica si garantisce con l’elezione di rappresentanti capaci, preparati e credibili”. A bocciare definitivamente la proposta di Nordio è poi stata la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile giustizia della Lega (che Salvini spera diventi la prossima Guardasigilli), che in un’intervista alla Stampa ha dichiarato: “Il tema non è nel programma del centrodestra, tantomeno in quello della Lega. A dirla tutta, non mi sembra proprio una priorità in questo momento storico. Meglio pensare ai cittadini prima che ai parlamentari”.
La proposta di Nordio, per quanto certamente appaia in contrasto con il sentimento populista predominante nel dibattito politico e nell’opinione pubblica, non costituisce una novità, anzi si pone in perfetta continuità con quanto sostenuto da tempo dall’ex magistrato. Lo scorso 29 aprile, intervenendo alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, Nordio attribuì alla politica la colpa di “aver ceduto terreno alla magistratura attraverso una serie di ritirate codarde, che sono culminate nell’abrogazione dell’immunità parlamentare”. Tra gli applausi della platea, l’ex magistrato ricordò come l’immunità parlamentare non costituisse “un privilegio dato al parlamentare, bensì una guarentigia data all’elettore che ha mandato la persona in parlamento, e che non può essere vulnerata da un’indagine giudiziaria”. Nordio aggiunse che “i nostri padri costituenti sapevano benissimo che l’articolo 68 avrebbe potuto essere sfruttato da qualche parlamentare, magari per nascondere reati in modo inaccettabile, ma hanno accettato questo rischio, perché sapevano che il rischio più grande e più pernicioso per la democrazia sarebbe stato quello di conferire alle procure della Repubblica il potere di condizionare la politica”. Di conseguenza, concluse l’ex pm, accogliendo ulteriori applausi dai presenti, “finché non ritorneremo al primato della politica, anche attraverso la reintroduzione dell’immunità parlamentare, state certi che la magistratura continuerà a intervenire”.
Insomma, sul tema Nordio ha le idee molto chiare, in linea con la propria visione garantista e liberale della giustizia. Non a caso, ieri pomeriggio l’ex pm veneziano ha contro-replicato agli esponenti leghisti senza fare passi indietro: “Concordo pienamente che oggi la priorità sia la riforma della giustizia nella parte in cui impatta con l’economia e la sicurezza. Ma in prospettiva, con una maggioranza coesa e duratura, occorre ridare alla politica la sua centralità, affrancandola da iniziative imprudenti, e talvolta faziose, di una certa magistratura”. Sulla polemica Forza Italia tace, mentre ci si aspetterebbe che FdI difendesse la posizione del proprio candidato.