Dopo Letta, anche Meloni. Vittorio Colao è l'ospite che tutti vogliono, pensando al 26 settembre
E' l'unico ministro bipartisan in questa campagna elettorale. Già ospite del Pd martedì, ora il titolare della Transizione digitale accetta di partecipare a un evento organizzato da FdI. Si parla di telecomunicazioni, e forse anche di futuri assetti di governo
Il martedì con Enrico Letta, il venerdì con Giorgia Meloni. Non è un triangolo amoroso, questo. Ma il vertice che tiene insieme i duo opposti pare comunque un oggetto conteso, in questo finale di campagna elettorale. Vittorio Colao è l'unico ministro bipartisan, trasversale almeno quanto l'agenda Draghi che in qualche modo incarna. E dunque, dopo aver ricoperto il ruolo di ospite d'onore alla manifestazione organizzata dal Pd, e svoltasi martedì alla stazione Tirburtina di Roma, il ministro della Transizione digitale parteciperà venerdì, sempre nella Capitale, a un evento che si svolgerà all'Università e-Campus sotto le insegne di Fratelli d'Italia. Al centro di entrambe le iniziative, lo stesso tema: l'innovazione tecnologica, e come governarla in modo virtuoso.
A volerlo, per il Pd, era stata soprattutto Anna Ascani, viceministro dello Sviluppo. Tra i meloniani, il suo sponsor è stato quell'Alessio Butti, deputato in carica e ricandidato, che guida il dipartimento delle Telecomunicazioni del partito, e che farà gli onori di casa venerdì, durante l'evento da lui organizzato, insieme alla senatrice Daniela Santanché, e che avrà, come titolo, "Le Tlc per la crescita del paese".
E però, ovviamente, oltre alla questione oggetto del dibattitto, in tanti saranno incruisositi da questa larga intesa potenziale intorno al nome di Colao. Il manager bresciano, che già col governo Conte II ottenne un riconoscimento non da poco, poi assurto all'incarico di governo con Draghi, aveva già ricevuto una mezza investitura prestigiosa: era lui, infatti, secondo alcuni piani ipotizzati a Palazzo Chigi, l'uomo che avrebbe dovuto sostituire alla guida dell'esecutivo il'ex capo della Bce, qualora questi fosse stato eletto al Quirinale. Ora intorno a lui, già ai vertici di Vodafone, c'è un gran parlare come di una di quelle "risorse preziose" a cui forse nessuno potrebbe permettersi di rinunciare a cuor leggero, forse neppure la stessa Meloni. Lui ovviamente nega, si schermisce, liquida queste speculazioni come semplici pettegolezzi politicisti. E forse ha ragione. Sta di fatto, però, che a meno di quindici giorni dal voto, tutti lo vogliono, tuti lo cercano. E lui non declina gli inviti.