L'intervista

"Noi eurorealisti, non euroscettici". Parla Raffele Fitto, l'uomo di Meloni a Bruxelles

Gianluca De Rosa

Nel giorno del discorso sull'Unione della presidente Ursula Von der Leyen, il capogruppo dei conservatori europei ripete: "Faremo valere gli interessi italiani e Europa come fanno gli altri". E all'ex ambasciatore americano Kurt Volker che accusa FdI di aver preso soldi da Mosca Fitto replica: "Dichiarazioni gravissime senza fatti e nomi". Sull'accordo tra Lega e Russia unita: "Salvini ha firmato con noi un programma, chiaro su Atlantismo e guerra in Ucraina".

“Queste sì che mi paiono interferenze elettorali”. Raffaele Fitto, presidente del gruppo dei conservatori europei e uomo di Giorgia Meloni a Bruxelles ieri mattina non ci voleva credere. Dopo la notizia di un dossier dei servizi statunitensi che dimostrerebbe il finanziamento di 300 milioni di dollari dalla Russia a diversi partiti in 20 paesi, è apparsa su Repubblica un’intervista all’ex ambasciatore americano alla Nato Kurt Volker che ha citato FdI tra i partiti legati a Mosca. L’intero stato maggiore di FdI è entrato in allerta. Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ambasciatore e ministro degli Esteri, oggi consigliere diplomatico di FdI, ha subito scritto una lunga lettera a Volker per chiedere chiarimenti, mentre Meloni ha promesso querele. “Quelle affermazioni – dice Fitto – sono gravissime, non supportate da fatti, e nomi. A pochi giorni dalle elezioni si usa questo dossier per fare allusioni ingiuriose. Se ci fossero cose vere andrebbero punite severamente, ma non c’è nulla che riguarda l’Italia come ha già detto il presidente del Copasir Adolfo Urso”. Eppure che sul centrodestra italiano aleggi almeno il sospetto di alcune pericolose interlocuzioni con la Russia di Vladimir Putin non è una novità. Anche Fitto ha votato a marzo scorso una risoluzione per impegnare la Ue a contrastare le interferenze di stati terzi, Russia e Cina in testa, che citava tra gli esempi l’accordo di cooperazione tra la Lega e il partito di Putin Russia Unita. Perché oggi Fratelli d’Italia non chiede alla Lega di cancellare quell’accordo? “Ogni partito della coalizione – dice Fitto – fa quello che vuole, Salvini ha firmato con noi un programma che prevede delle cose non fraintendibili sul posizionamento atlantico dell’Italia e l’impegno in Ucraina. A noi questo basta”.


Ma seppure bisogna partire da qui, dalla cronaca delle ultime ore, non si può con Fitto, braccio bruxellese di  Meloni, non allargare lo sguardo, non parlare di quel che farà un eventuale governo Meloni nei rapporti con l’Unione, proprio nel giorno che la presidente Ursula Von der Leyen ha pronunciato il suo discorso sullo stato della Ue. “Del suo discorso mi sono piaciute alcune cose, altre assai meno”, spiega subito Fitto. Ma partiamo dalle cose che lo hanno convinto. “Sul posizionamento internazionale, la condanna senza se e senza ma della Russia e il pieno sostegno all’Ucraina, la presidente ha pronunciato parole che condivido, virgole comprese. Maquello che ha detto sull’energia non è sufficiente. La questione principale è il tetto del prezzo al gas. In queste ore rischia di risalire perché il messaggio che arriva dall’Europa non è convinto”. E però la colpa non è della commissioni, ma degli stati che non si mettono d’accordo, non è che ha ragione Enrico Letta che propone di cancellare il voto all’unanimità del consiglio per prendere decisioni? “Ora non ritirate in ballo Orbàn…”, premette subito Fitto. “La verità è che in questo momento i veti che stanno bloccando tutto sono quelli di Germania e Olanda, quello di Letta è uno spot elettorale perché per cambiare i trattati serve un accordo tra i governi che non c’è neanche tra i principali paesi”.  Il segretario del Pd ha detto al Foglio che la posizione in Ue di Fratelli d’Italia è simile a quella dei suoi alleati del Pis che governano in Polonia: atlantismo convinto ed euroscettiscimo.
“Noi – replica Fitto – siamo conservatori europei abbiamo come interlocutori i conservatori inglesi e i repubblicani americani, siamo un eurorealisti, non euroscettici”, dice Fitto, ammettendo indirettamente che tolto il Pis, i principali alleati di FdI sono fuori dall’Ue.  “Sinistra e giornali – aggiunge – se la prendono con il governo polacco invece di ringraziarlo per aver accolto milioni di profughi ucraini. Von der Leyen ha invitato due volontarie polacche, ma non ha citato l’esecutivo di Varsavia e anzi, gli ha agitato contro questioni sullo stato di diritto. A Bruxelles purtroppo la democrazia piace solo quando vincono alcuni”. Una prospettiva che secondo Fitto ha effetti anche in Italia: “Da noi – dice – Ungheria e Polonia sono usati dalla sinistra per far campagna elettorale contro di noi. E’ come se io me la prendessi con Letta perché la premier socialista finlandese Marin ieri ha fatto un intervento molto rigido sul patto di stabilità”. E però Giorgia Meloni ha detto che “in Europa la pacchia è finita”, non proprio parole dolci verso la Ue. “Quella frase, pronunciata in un contesto elettorale, è stata esasperata dai media”, dice Fitto. “Giorgia intendeva dire una cosa semplice: l’Italia nei consessi europei difenderà con forza gli interessi italiani, come fanno tutti gli altri paesi europei e come in questi anni alcuni governi non hanno fatto”.