Il Terzo Polo non sfonda e sospende il giudizio. Calenda e Renzi disertano la notte elettorale
"Qualsiasi cosa sopra il 7 è una vittoria”, dicono al comitato elettorale dopo aver visto sfumare l'obiettivo del 10 per cento. Non c’è da festeggiare, ma neppure da disperarsi. Ma poche ore dopo la chiusura delle urne Azione e Italia viva si dividono sulla comunicazione e tra i big calendiani si vede solo Gelmini. Rosato: "Siamo il primo partito a Milano"
Sono bastati i primi exit poll per fare abbassare le aspettative. “L’obiettivo è il 10 per cento”, diceva Matteo Renzi fino a pochi giorni fa. “Qualsiasi cosa sopra il 7 è una vittoria”, è la nuova versione in voga al comitato elettorale del Terzo polo. Carlo Calenda ha deciso di non venire. “Ha preferito stare con la famiglia, non c’è niente di strano, parlerà domani”, spiegano dal suo staff. Anche Matteo Renzi non c’è. Dopo il voto è volato in Giappone per i funerali dell’ex presidente giapponese Shinzo Abe che però si terranno martedì. All’hotel Mediterraneo, comitato elettorale con buffet abbondante a un passo dalla stazione Termini, nel corso della serata di big ne passeranno pochi. Il primo è Ettore Rosato, coordinatore di Italia viva. Alle decine di cronisti e giornalisti tv sazi di rigatoni all’amatriciana, ma digiuni di dichiarazioni, il deputato renziano appare come una visione. Si crea un codazzo per rubare almeno una piccola frase. “Ma insomma onorevole avete perso o avete vinto?”. E il dramma qui è proprio questo: si sta tra color che sono sospesi. Non c’è da festeggiare, ma neppure da disperarsi. Si spera che i dati reali consolidino un puntino percentuale in più. Sanciscano il sorpasso su Forza Italia (o sulla Lega, chissà).
Rosato lo dice con una circonlocuzione che rende l’idea: “Siamo il primo partito a Milano mi sembra un dato significativo, però dobbiamo aspettare i risultati definitivi. Quel che certo è che purtroppo non esiste più il centrodestra, ma la destra destra, ed ha vinto le elezioni”. Dopo di lui, alla spicciolata, arrivano anche Maria Elena Boschi, la ministra Elena Bonetti e il deputato Luigi Marattin. Tutti esponenti del Terzo Polo, lato Italia viva. E le risposte sono tutte dello stesso tenore. Cose del tipo: “I primi dati veri sono positivi per noi. I veri sconfitti di queste elezioni sono Salvini e Letta”. Oppure: “Aspettiamo i dati reali, il nostro obiettivo era essere incisivi nella prossima legislatura, e questi dati già lo consentono, e possiamo ancora salire”. Per Azione, invece, non parla nessuno, fino a domani mattina, quando Carlo Calenda ha convocato qui i giornalisti per una conferenza stampa. A poche ore dalla chiusura delle urne il Terzo polo, almeno sulla comunicazione, è già diviso, ma Rosato assicura: “Rimarremo insieme e costruiremo una grande forza riformista”. La ministra Maria Stella Gelmini, l’unica esponente di peso di Azione che si è vista da queste parti, a tarda notte parlotta nella hall con il portavoce di Calenda Andrea Di Silvio. Compulsa gli ultimi dati e quasi esulta: “Avete visto! A Milano su 20 sezioni il Terzo polo è al 32 per cento, ma sarà una tendenza cavolo”. La speranza del sorpasso su FI c’è ancora.