Contrordine, Bossi è stato eletto. Il Viminale corregge l'errore

Una interpretazione sbagliata della legge elettorale aveva portato all'esclusione del fondatore della Lega. Dopo 35 anni continua l'esperienza in Parlamento del Senatùr. Nel pomeriggio Calderoli con una nota aveva detto: "Il ministero ha preso un granchio clamoroso". Poi la conferma dell'elezione anche su Eligendo, il sito del Viminale

Umberto Bossi tornerà in Parlamento. Candidato dalla Lega alla Camera a Varese, in una posizione non comodissima per l'elezione, il fondatore della Lega era rimasto inizialmente fuori dagli eletti per un sistema di calcoli e resti. Ma, a quanto pare, il Viminale aveva fatto male i conti: adesso su Eligendo, il portale del ministero dell'Interno dedicato ai risultati delle elezioni, il Senatùr - che pure si era detto contento della mancata elezione - risulta tra gli eletti. 

   

   
Poco prima, con una nota, era stato Roberto Calderoli, grande conoscitore di regolamenti e meccanismi elettorali, a evidenziare la scorretta interpretazione della legge elettorale. "Il ministero dell'Interno ha preso un granchio clamoroso", si legge nella comunicazione del senatore leghista, in cui spiega il perché dell'errore:

  

   

"Vi spiego da dove nasce l’errore. Tutto è corretto – sostiene Calderoli – fino all’attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l’1 per cento. L’errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1 per cento anche quando questi non hanno raggiunto il 3 per cento perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di ‘+Europa’, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28".

"La ripartizione finale dei seggi ai singoli partiti che abbiano superato il 3 per cento è stata fatta in maniera corretta, ma purtroppo l’errore è a monte. Io di leggi elettorali magari non ne capisco tanto, ma fino a questo punto ci arrivo… poi io confesso di essere in conflitto di interessi perché in base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in Parlamento", ha detto il vicepresidente del Senato, prima della comunicazione del ministero dell'Interno. "E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo…", concludeva.

  
    
La comunicazione di Calderoli ha anticipato la retromarcia degli uffici elettorali del Viminale. Insomma, il fondatore della Lega Nord sarà presente in Parlamento per questa legislatura.

   

L'esclusione di Bossi – nonostante, a suo dire, non avrebbe nemmeno dovuto essere candidato – aveva suscitato grandi polemiche nell'universo del Carroccio e in particolare contro Matteo Salvini, tanto da spingere lo stesso segretario a chiedere, per il padre della Lega, la nomina a senatore a vita

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