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"Sciogliere il Pd? Stiamo a scherzà? Ricominciamo dalle strade". Parla la base dem
Mentre la direzione nazionale discute, anche i circoli si riuniscono. Dai limiti del Rosatellum agli errori in campagna elettorale, ecco l'analisi della sconfitta elettorale secondo i militanti dem
Che fare del Partito democratico dopo la sconfitta dello scorso 25 settembre? Siamo andati nel circolo Pd del Pigneto, nel V municipio, a Roma, per assistere all’analisi del voto della base. Oltre tre ore di discussione, confronto e lamentele hanno acceso gli animi dei militanti. Tantissime le critiche verso il "Rosatellum", il sistema elettorale utilizzato in questa ultima tornata elettorale. "L'abbiamo fatto noi questo sistema elettorale, ma non l'abbiamo cambiato in questi anni, non ci siamo impegnati a fare un sistema elettorale proporzionale. Perché così i segretari di partito potevano eleggere i deputati che volevano loro", dice Mauro Caliste, presidente Pd del V municipio di Roma.
C'è chi è deluso della campagna elettorale portata avanti dal Pd. "Ne ho fatte tante, ma quest'ultima mi ha sorpreso per l'aggressività che c'era nei nostri confronti: un senso di antipatia profonda verso noi che rappresentavamo il partito democratico" racconta un militante. Sull'ipotesi di sciogliere il partito, auspicata tra gli altri da Rosy Bindi, la base è contraria. "Ma stiamo a scherzà?", dice una militante che aggiunge: "La mia storia è qui dentro, possiamo cambiare come ho cambiato all'epoca di Occhetto, è stato un cambiamento forte, ma io non rinuncio alla mia storia".
Da dove deve ripartire allora il Pd per voltare pagina dopo questa sconfitta? "Dalle strade, dai veri problemi della gente. Devono scendere dal Palazzo e andare per le vie e le piazze", dice un altro militante. E sul pericolo democratico evidenziato tante volte dal segretario Enrico Letta anche durante la chiusura della campagna elettorale a Roma, una militante fa una domanda all'assemblea: "Ma se c'è questo pericolo democratico fai la manifestazione con le sedie in piazza del Popolo? Ma se c'è un pericolo fai una manifestazione nazionale, no? Invece si sono arresi in anticipo".