L'assemblea
Conte riunisce gli eletti M5s: sfida il Pd sulla pace e prenota la Vigilanza Rai
L'ex premier non sarà sotto l'ambasciata russa giovedì "perché è un’iniziativa di partito”, ma spinge su un’altra iniziativa che si terrà il 5 novembre a piazza Vittorio a Roma. Intanto i grillini pretendono una vicepresidenza di un ramo del Parlamento e puntano la televisione pubblica. Si fa il nome di Patuanelli
Al terzo mandato c’è solo Rocco Casalino, che non è parlamentare certo, ma rimane l’unico superstite apicale dell’esperienza grillina dalle origini a oggi. E si riparte dunque, come nel 2013, dall’opposizione “Dura e senza sconti”. Per il resto, il debutto dell’onorevole Giuseppe Conte con la pattuglia degli eletti M5s, tutti plasmati e scelti dall’ex premier, si concentra sull’orgoglio. Cinque ore e passa di assemblea – con una pausa tramezzino – per mettere giù le parole chiave di questa nuova avventura: “Il Reddito di cittadinanza e il Superbonus si possono migliorare, ma guai a smantellarli”. Vista la scomparsa di Beppe Grillo, Conte si traveste per un po’ anche da Elevato quando dice ai suoi deputati e senatori “che la politica non è un mestiere” e che stanno qui “per cambiare la società”.
Il capo del M5s, con pieni poteri ormai, è più che ringalluzzito. Guarda la crisi del Pd e si diverte a lanciare sfide agli ex alleati. A proposito della manifestazione di giovedì sotto l’ambasciata russa dice che non ci sarà “perché è un’iniziativa di partito”. E lui non vuole bandiere, se non quella arcobaleno. Ecco perché spinge su un’altra iniziativa che si terrà il 5 novembre a piazza Vittorio, simbolo multietnico di Roma. Non parla di armi all’Ucraina, ma solo di negoziati. Anzi, se i cronisti gli danno dell’ambiguo perde subito le staffe. “Hanno usato la storia del filoputinismo come una clava contro di noi, ma gli è andata male”. Il M5s è pronto a disfare la tela del Pd sugli incarichi parlamentari: pretende una vicepresidenza di un ramo del Parlamento e la vigilanza Rai (dove potrebbe andare per esperienza Stefano Patuanelli). Il Pd assiste a questa escalation contiana abbastanza rassegnato per il momento. Tanto che Andrea Orlando si lascia sfuggire un’amara battuta: “Giuseppe non ne sta sbagliando una, si vede che è consigliato da un ex comunista”.