Il personaggio
Ritratto di Lorenzo Fontana, il presidente della Camera über Hellas che ascolta i Gemelli Diversi
Ultras nel calcio, nella religione, in politica estera. Ha saputo ravvedersi. La sua elezione per Salvini serva a pacificare il Veneto, ma al Veneto non basta. Lo scontro Fontana-Molinari-Salvini
Cinesi, è finita. Da oggi abbiamo un presidente della Camera “si logo”, un ultras dell’Italia “über Hellas” (è nato a Verona). E’ leghista. Si chiama Lorenzo Fontana, ma i suoi lo chiamano “Lorenz” come Konrad, l’etologo. Da adesso è dunque Konrad Fontana. Appena eletto lo ha detto chiaro: “L’Italia non deve omologarsi”. Beve birra. Mangia hamburger. Ascolta i Gemelli Diversi e i Sottotono. Avrà forse il mangianastri? Nella Lega lo scambiano per l’europarlamentare Alessandro Panza, il leghista che in ufficio ha la motosega: zam, zam, zam. Il Konrad Fontana va a messa ogni mattina e la ascolta in latino: “Agnus dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis”. Entra in quota Veneto, ma i veneti vogliono anche un ministero: “Ocio, no semo miga mona!”.
Il Konrad Fontana stava rischiando di non essere eletto. Quando una malalingua ha messo in giro che tifasse Inter, Matteo Salvini, alla Camera, ha spedito il capogruppo del Senato (lo sarà ancora) Massimiliano Romeo in missione: “Vai a chiedere se è vero. Se è così non lo faccio eleggere”. Risposta di Romeo: “Ultras del Verona. Possiamo votarlo. Ok”. Lo hanno votato in 222. Il Pd parla di sfregio: “Ultracattolico!”; “Filoputinista! Ha indossato la solita maglietta di Putin” (doveva essere uno stock a basso prezzo).
La verità, spiega una valente storica della Lega, è che Fontana è più filopolacco che filorusso. E’ un estimatore di Morawiecki, è stato ponte tra Salvini e Marine Le Pen. Diciamo che il Konrad Fontana è un leghista “originale” come lo sono i leghisti. E’ originale come la frase che ha citato in Aula. L’ha presa del Beato Carlo Acutis (ma chi è?): “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie”. Il presidente della Camera quando non compra i libri delle Paoline legge quelli di Federico Rampini, Chesterton, De Maistre e di Giuseppe Ricciotti, biblista, autore de “La Vita di Gesù Cristo”.
Nel suo discorso di insediamento ha salutato il Papa, “riferimento spirituale che sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza eguali”. Ha spruzzato un po’ di Tommaso d’Aquino e poi “grazie a Mattarella”. Si sono incontrati nel pomeriggio. Sempre dalle parti del Pd: “Chissà cosa ci attende”. In passato, il Lorenz, ha sicuramente sbagliato, ma ha saputo ravvedersi. Anche i giornalisti lo possono fare. Noi lo facciamo nei confronti dei leghisti, di alcuni professionisti, su cui abbiamo infierito per fierezza. Restiamo tuttavia “cattivi”.
Su tre schede nulle, lo sappiamo grazie ai nostri informatori, i deputati (si malignano leghisti che preferivano Riccardo Molinari, detto “il Mol”, anziché Fontana) hanno scritto “Attilio”, che è il governatore della Lombardia. Dopo l’elezione di Fontana, Salvini ha chiesto a tutti i deputati di farsi una foto. Molinari era infuriato e ha evitato. Il Mol è ferito. C’è anche un episodio passato che contrappone il Lorenz e il Mol. Quando il Mol corse per la segreteria regionale, Fontana fece un video a favore di Gianna Gancia, moglie del Calde, alias Roberto Calderoli. Il Mol non glielo ha mai perdonato.
Ma si diceva all’inizio del Veneto. Torniamoci. E’ la chiave. Che Fontana sia veneto non c’è dubbio. E’ nato nel quartiere Saval stesso quartiere dove è nato Massimiliano Fedriga (cosa aspetta Luca Toccalini, segretario della Lega giovani, uno in gamba, a proporre: “Ragazzi, facciamo qui l’accademia Lega?”). Il problema è un altro. I leghisti veneti parlano di blitz. “Salvini è pronto a nominare ministri lombardi. Intende ripagare il Calde con il ministero dell’Autonomia al posto della nostra Erika Stefani. Non va miga bene”.
I governatori sono al momento esclusi da questo format “Grande ministro”. Salvini pensa: “Ho fatto eleggere un veneto come Fontana. Ora passiamo alle altre regioni”. Peccato che il bravissimo, ligure, Edoardo Rixi, per fare posto a Salvini, deve fare un passo indietro. La Liguria è scontenta. I cinque ministri sarebbero: Salvini, Giorgetti, Calderoli, Alessandra Locatelli (Famiglia) e Giuseppe Valditara (Istruzione). Dalla lista verrebbe escluso Gian Marco Centinaio all’Agricoltura che i leghisti ora definiscono (ve lo spergiuriamo il copyright è loro): “Il fu Mattia Centinaio”.
Che giornata bellissima. Fontana era contento come un bambino. Ha abbracciato Salvini, almeno quattro volte. Dicono che avrebbe voluto dedicare la presidenza al papà, impiegato, scomparso. Il Lorenz è figlio unico. C’era la moglie Emilia che se lo coccolava con gli occhi e poi c’era la figlioletta che è stata battezzata da Giancarlo Giorgetti che continua a fare il Giorgetti. Ora si mette a fare le smorfiette. “Ministro, se va al Mef farà lo scostamento?”. Lui: “Ehm”. Fa la “sciantosa” di Cazzago Brabbia. Gli manca solo il guanto di raso. L’homo leghista merita un’enciclopedia. Si veda Fontana. A Verona beveva al Bar Filo con Flavio Tosi, suo maestro, che dice: “Sono felice per lui”. A Roma, il Lorenz è stato già ministro della Famiglia e Affari europei. Mangiava alla Trattoria del Pallaro e da Origano. Suo grande amico è Roberto Mantovanelli, presidente di Acque veronesi. La moglie è dirigente Ue, napoletana. Meridionale è anche la moglie di Umberto Bossi, uno che sta ancora dando lezioni a tutti. Era alla Camera accompagnato dal figlio Renzo. Salvini sussurrava a Bossi: “Tanta roba, abbiamo tanta roba”. E si riferiva ai ministeri che sta per afferrare e a questa presidenza. Lo sanno tutti che Salvini e Fontana sono amici. Hanno vissuto insieme a Bruxelles, a Roma, a casa di Raffaele Volpi, e con loro si dice che abitasse anche Andrea Crippa, detto il dandy di Monza. Sono rimasti una comunità malgrado tutto. Fontana, ad esempio, ha già più governi alle spalle che capelli. Attenti, non confondetelo con Panza. Uno gira con il messale, l’altro con la motosega. Se vi piglia: zam, zam, zam.