L'annuncio

Malpezzi in Senato, Serracchiani alla Camera: Letta non sceglie e conferma le capogruppo

Valerio Valentini

Il Pd sceglie la linea della continuità. Così il gioco degli incastri, vincolato alla valorizzazione delle donne, impone anche di preservare Anna Rossomando come vicepresidente a Palazzo Madama e Anna Ascani a Montecitorio

La scelta è presa. Ed un po' presa per non scegliere davvero. In ogni caso, Enrico Letta si è convinto: prorogare le due capogruppo uscenti è la decisione migliore. Dunque Debora Serracchiani resterà alla guida della pattuglia dei deputati dem, Simona Malpezzi presiederà la truppa al Senato. L'annuncio del segretario arriva a mezzogiorno, nella Sala Koch di Palazzo Madama, dove è stata convocata un'assemblea dei senatori. Il gioco degli incastri, vincolato alla valorizzazione delle donne, impone dunque di preservare anche Anna Rossomando come vicepresidente del Senato, mentre alla Camera il nome scelto per quell'incarico è quello di Anna Ascani.

Una scelta che sa di attesa, dunque. E dire che Letta l'ha cullata fino all'ultimo, l'ipotesi del blitz. La strategia, elaborata insieme al fido Marco Meloni, prevedeva la promozione di Ascani a capogruppo della Camera, con Serracchiani (o, secondo altri calcoli, Nicola Zingaretti), vicepresidente. Al Senato il segretario voleva puntare su Valeria Valente come presidente del gruppo, mantenendo la Rossomando alla vicepresidenza. Sarebbe significato, in breve, una blindatura: perché sia Valente (ex orfiniana, ex orlandiana) sia Ascani (passato da renziana, poi autonoma) sono di fatto ormai legatissime al segretario. Ma a quel punto le correnti sono insorte. Base riformista, l'area del ministro Guerini, rivendicava un riconoscimento.

"Avrete il Copasir", spiegavano dal Nazareno. Ma il Copasir è un'incognita, al momento: gli equilibri del comitato di decideranno a metà novembre, e con un voto segreto che passa anche per il sostegno della maggioranza. Dario Franceschini, che pure avrebbe ottenuto, come compensazione, il ruolo di questore al Senato per il suo Bruno Astorre, ha allora suggerito cautela: "Meglio rimandare tutto", ha spiegato a Meloni. E su quella posizione si sono allineati anche Andrea Orlando e Matteo Orfini. L'ultimo tentativo di favorire un ricambio è stato tentato ieri pomeriggio, quando Letta ha convocato, nella sede dell'Arel, le due capogruppo uscenti. E però ogni scenario tracciato si infrangeva contro la resistenza non solo delle dirette interessate, ma anche di tutti i dirigenti dem che da una simile operazione sarebbero stati investiti.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.