Fact-checking romano
Un anno di Gualtieri sindaco: tutte le promesse non mantenute
Dopo 365 giorni in Campidoglio il primo cittadino non è ancora riuscito a dare una svolta all'amministrazione della città. Bene su termovalorizzatore e metro C, ma anche sulle piccole promesse annunciate a marzo i ritardi non si contano
E’ passato un anno e un giorno da quando Roberto Gualtieri ha vinto il ballottaggio alle elezioni amministrative contro Enrico Michetti ed è diventato il nuovo sindaco della capitale. La prima promessa fu fatale: puliremo la città entro Natale. Nessun piano straordinario avrebbe potuto permettere al primo cittadino di mantenere la parola data. Dopo pochi mesi in Campidoglio lo ha capito anche lui, riscattandosi con la promessa di realizzare un nuovo termovalorizzatore per risolvere definitivamente il disastro monnezza. Finora, insieme ai fondi ottenuti dal Mims per il completamento della metro C, il più grande successo, almeno a parole, della sua giunta.
A un anno dal suo arrivo a palazzo Senatorio però i problemi della città sembrano tutto fuorché risolti. Memore della sconsiderata promessa sui rifiuti, qualche mese più tardi, il 7 marzo 2022, Gualtieri decise di presentare ai giornalisti un cronoprogramma per i successivi 180 giorni. Nessun impegno utopico, ma una lista pulviscolare di piccole cose, di passi minuti e impegni tanto semplici da sembrare anche un po’ paraculi, per provare a cambiare la città. Gli assessori in questi giorni stanno preparando una nuova lista, un resoconto delle cose fatte durante quest’anno. Un atto non scontato che si spiega anche con le tensioni che cominciano ad agitare la maggioranza dell’Assemblea capitolina: diversi consiglieri hanno chiesto un check sulle attività degli assessorati, interpretato da molti come una richiesta di rimpasto. E purtroppo però anche dell’elenco d’impegni minimi di sette mesi fa molto resta da fare e molto poco è stato realizzato. Gli esempi sono moltissimi.
Partiamo proprio dall’ambiente e dai rifiuti. A marzo l’assessora Sabrina Alfonsi aveva promesso: “Nei prossimi 180 giorni noi saremo in grado di dire come chiudiamo il ciclo dei rifiuti e quali impianti faremo”. Affermazione mantenuta solo in parte. Siamo in ritardo. E’ vero che gli impianti che la giunta vuole realizzare – oltre al termovalorizzatore due impianti di compostaggio e due per la selezione dei materiali – sono stati annunciati, ma lo è altrettanto che ancora non si ha traccia del piano industriale di Ama, il documento chiave che dovrà indicare puntualmente localizzazioni, tecnologie, costi dei nuovi impianti, la cui redazione, infatti, era in cima agli obiettivi dei 180 giorni. Stesso discorso per un’altra promessa: il nuovo modello di raccolta delle utenze non domestiche (bar, ristoranti, uffici, ecc). L’assessorato non ha ancora indetto un nuovo bando per affidare il servizio all’esterno, né ha annunciato di volerlo reinternalizzare. Anche sul turismo gli impegni sono rimasti sulla carta. L’assessore Alessandro Onorato aveva garantito: “Entro ottobre Roma avrà una Destination management organization, ovvero una fondazione con la partecipazione di soggetti pubblici e privati per incrementare e diversificare l’offerta turistica”. Non se ne ha traccia.
Così come non sono state mantenute le promesse dell’assessora alle Politiche sociali Barbara Funari. Uno dei principali punti prevedeva la semplificazione e l’omogeneizzazione delle modalità di accesso alla procedura dell’iscrizione anagrafica in via Modesta Valenti, la residenza fittizia che permette ai senza fissa dimora di accedere ai servizi sociali comunali. Della delibera in Campidoglio nessuno sa niente.
Lato decentramento e servizi anagrafici? L’assessore Andrea Catarci puntava a riscrivere la delibera quadro 10 del 1999 per aumentare le competenze dei municipi, ma né in giunta, né in Assemblea capitolina è arrivato nulla. Sui servizi anagrafici l’impegno di “svilupparli” era senz’altro più generico, ma se in molti municipi i tempi di attesa per il rilascio della carta d’identità elettronica sono ancora superiori ai 4 mesi lo “sviluppo” non deve essere andato benissimo.
Un record di promesse non mantenute lo detiene l’assessorato alla Cultura. L’assessore Miguel Gotor era però il più ambizioso della giunta. In sei mesi aveva assicurato di trovare le giuste sedi per due nuovi musei, uno per ospitare le 600 opere della fondazione De Chirico e un altro per il museo del giocattolo, dove portare gli oltre 30mila pezzi acquistati dal comune del 2005 e da allora conservati nei depositi della centrale Montemartini. L’assessore è ancora alla ricerca. Inoltre Gotor aveva garantito di riuscire ad arrivare al biglietto unico per foro romano e fori imperiali. Anche qui, ancora nulla. (Aggiornamento 22/10/2022, quest'ultima informazione è errata, il biglietto unico è stato ripristinato dall'assessorato nei mesi scorsi)