Il caso
Meloni al Colle con la coalizione: "Oggi parlo solo io". Il grande gelo col Cav.
La leader di FdI parla più con il Colle che con gli alleati. Vuole un tecnico alla Difesa e un ex campione allo Sport. La telefonata con Giorgetti
Telefono e quadernino giallo. Lontana dai palazzi del centro. Giorgia Meloni passa la vigilia delle consultazioni a casa, nella quiete ovattata del quartiere di Roma sud dove vive con la famiglia. Dice che le trattative ormai “sono chiuse”. E dunque non sente il bisogno di parlare con Silvio Berlusconi: zero contatti diretti, anche se osserva la situazione all’interno di Forza Italia con “interesse”. Il Cav. ancora tiene duro sulle sue richieste, destinate a capitolare: Giustizia e Sviluppo economico. Lei tira dritto. Vuole giurare al massimo entro domenica. Significa dunque che la capa della destra italiana nelle prossime 24 ore farà su e giù dal Quirinale. Inizia questa mattina alle 10.30 accompagnata da tutta la coalizione. “Ma questa volta parlerò solo io”. Ma c’è sempre l’incognita Cav.
Il siparietto del 2018 al Quirinale, con Silvio Berlusconi che inizia a enumerare con le dita, mentre Matteo Salvini sta parlando, resta un sogno ricorrente, anzi un incubo dalle parti di Fratelli d’Italia. “Questa volta non accadrà: nessuno show”, assicurano gli uomini della leader, consapevoli di quanto la vicenda dell’audio su Putin e Zelensky abbia di nuovo alzato la tensione all’interno della coalizione. Ecco perché la vigilia di questa prima salita al Colle serve anche a tentare di addolcire la percezione fuori dall’Italia. Gli ambasciatori di Meloni, a partire da Raffaele Fitto che è la sua vedetta in Europa nonché futuro ministro, continuano a lavorare con le ambasciate. Gli altri colonnelli provano a tenere le fila dei rapporti con Lega, Forza Italia e centristi per la postura – è il proprio caso di dirlo – da usare oggi al Quirinale. L’annuncio che parlerà solo Meloni arriva per esempio da Maurizio Lupi, futuro titolare dei Rapporti con il Parlamento, ed è un gioco di intese con il triangolo Fazzolari-Lollobrigida-Donzelli. Dentro FdI regna, a quanto pare, una serena rassegnazione sulla lista dei ministri: “Deciderà lei e ce lo comunicherà un minuto prima”, dice Donzelli, che dovrebbe restare a occuparsi del partito. Mentre cresce l’ipotesi di una promozione per il confermato capogruppo alla Camera Lollobrigida, così come in molti non danno per chiusa l’idea che anche Fabio Rampelli possa rientrare in gioco nonostante la rielezione a vicepresidente della Camera. “Sono i nostri due nomi coperti, non li abbiamo fatti per non bruciarli”, confessa Ignazio La Russa a Licia Ronzulli (fuori dai giochi ma presente questa mattina con la delegazione azzurra). Prende quota anche l’idea che Fazzolari, braccio ambidestro di Meloni, possa andare a occuparsi dell’attuazione del programma, lasciando così la posizione speciale di sottosegretario alla presidenza del Consiglio ad Alfredo Mantovano. “Con il Quirinale stiamo lavorando benissimo”, spiegano i pochi eletti a cui Meloni racconta il film di una giornata muta.
Il confronto continuo con lo staff del capo dello stato serve a Meloni anche non inciampare sulla lista dei ministri. Che vuole consegnare con ogni probabilità sabato, una volta che avrà sciolto la riserva sull’incarico che le verrà conferito già forse questa sera, al ritorno da Bruxelles di Mario Draghi.
Dopo la bufera sulla Russia scatenata dalle parole del Cav., la premier in pectore incassa il tweet del consigliere di Zelensky con grande sollievo. Mykhailo Podolyak scrive: “Mentre il signor Berlusconi è sotto l’effetto della vodka russa in compagnia di cinque amici di Putin in Europa, Giorgia dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali”. Ecco perché l’obiettivo è quello di blindare la catena di comando che decide l’invio delle armi all’Ucraina: ministero dell’Economia, la Farnesina e la Difesa. Per quest’ultima casella Meloni vuole un tecnico. Antonio Tajani è dato ancora agli Esteri così come Giancarlo Giorgetti in via XX Settembre. Non si sa se Meloni senta Salvini, ma il suo futuro ministro dell’Economia sì. Il contatto con il leghista avviene in giornata. E serve forse ad agevolare un passaggio di consegne con Urso proprio al Mise. Bisogna sempre seguire il telefono della futura premier: la leader di FdI medita due o tre colpi a sorpresa. Il primo riguarda lo sport con un ex campione di caratura internazionale a cui affidare il ministero “anti devianze”. Tutto si muove nella testa di Meloni, quasi all’insaputa degli alleati. A cui ha dato un appuntamento al buio questa mattina alle 10.30 al Quirinale. “Questa volta parlerò solo io”.