festa dell'ottimismo 2022
Fedriga: "In Friuli farò la mia lista personale. Draghi va ringraziato. Il governo Meloni è di valore"
Il governatore della Regione: "Le priorità dell'esecutivo sono caro energia, inflazione e aumento delle materie prime". E bacchetta la coalizione sul Covid: "Di fronte al virus non ci sono ideologie"
“Grazie Mario Draghi. Fiducia nel governo Meloni ma attendiamo”. La mia lista personale? “Ci sarà”. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia, dirigente della Lega, Massimiliano Fedriga interviene alla Festa dell’Ottimismo del Foglio, a Firenze, e ragiona su governo, virus, Europa, partito ma anche sul suo futuro. “La compagine del nuovo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è di valore, ma bisogna fare una valutazione quando il governo inizierà a lavorare. Ha buone potenzialità. Penso che le sfide saranno difficili”.
Fedriga, che è anche presidente della Conferenza Stato-regioni si dice “pronto a collaborare in maniera costruttiva. Il nostro aiuto, quello dei governatori, ci sarà”.
Queste le tre priorità del governo meloni secondo Fedriga: “Caro energia, inflazione, aumento delle materie prime”.
Considerato dal suo partito “draghiano” il presidente del Friuli Venezia Giulia non rinnega la stima “va ringraziato Mario Draghi”. Torna di lotta sul gas: “Il prezzo del gas è determinato da una borsa privata di Amsterdam, dove si può fare qualsiasi speculazione”. Tra le emergenze individuate: “La carenza drammatica di personale nel comparto ricettivo e turistico”. Ecco dunque la critica: “Il pubblico non può fare tutto. Bisogna avere la forza di affidarsi al privato”. Interrogato sul calo della Lega, Fedriga non si sottrae: “Chiaramente non siamo soddisfatti del risultato elettorale. Purtroppo l’azione politica nel governo Draghi non stava nel dna della Lega”. Federiga è pentito? “Abbiamo dimostrato, come Lega, che bisogna saper rinunciare a un consenso stando all’opposizione”. Una carezza per il suo segretario, Matteo Salvini: “Bisogna dare atto a Salvini della scelta fatta. Abbiamo scelto di fare l’interesse del paese e non quello del partito”. Tra i momenti più difficili la pandemia ma riguardo alle divisioni, Fedriga non ci sta. “Durante la pandemia tutti i partiti erano divisi e non solo la Lega. Voglio ricordare che a Trieste sfilavano sia movimenti di sinistra che di destra. La verità è che abbiamo politicizzato il virus. Siamo un paese strano”.
Alla domanda di Matteo Matzuzzi del Foglio, su quei giorni, Fedriga risponde così: “Eravamo di fronte a qualcosa che non conoscevamo. Pensare che ci possono essere ideologie sul virus è fuori luogo”. Infine la Lega. Esistono le due Leghe? Esiste una Lega europea e una anti: Fedriga: “Salvini ha più volte detto che siamo nell’alveo europeo. C’è chi è ideologicamente contro Europa e c’è chi dice che è un dogma. Torniamo normali. Siamo arrivati alla polarizzazione del confronto. Così non va. Criticare l’Europa non significa uscire dall’Europa. Fedriga ovviamente si ricandiderà e farà una sua lista. “La farò. Per attirare consenso in chi non si riconosce nei partiti. E’ un ampiamento della coalizione. Nulla di straordinario. In Veneto, c’è stata la lista Zaia. In Liguria quella di Toti, in Lombardia c’è stata quella di Marone, insomma nulla di così stravagante. A volte mi sento presidente immeritato”. L’ultimo passaggio è sulla politica. “E’ fatta di fallimenti, di errori e di successi. Non si è infallibili. Si deve dire ‘ho sbagliato’. Questa sarebbe una politica di verità”.