Giorgia Meloni (Ansa)

Alla Camera

Meloni citazionista: da Steve Jobs a Giovanni Paolo II, tutti i riferimenti del suo discorso

Gianluca De Rosa

La nuova premier ricorda gli esempi femminili che le hanno aperto la strada verso Palazzo Chigi. Poi cita Papa Francesco e San Benedetto, i grandi italiani come Falcone e Borsellino. C'è spazio anche per Montesquieu 

Le donne che, nella storia del paese, le hanno aperto, “con il loro esempio”, la strada verso palazzo Chigi, gli eroi della lotta alla mafia, le ispirazioni religiose, quelle politiche, i grandi italiani a cui farà riferimento l’azione del suo governo e le forze armate. È un Pantheon variegato quello che emerge dal discorso di Giorgia Meloni a Montecitorio, tra citazioni esplicite e riferimenti nominali. In testa, citazione quasi obbligatoria, per le donne che “con le assi del proprio esempio” hanno costruito “la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”. In pratica donne pioniere, ognuna nel suo campo.

 

Si va dalle patriote risorgimentali Cristina Trivulzio di Belgioioso, elegante organizzatrice di salotti e barricate, e Rosalie Montmasson “testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia” , alle innovatrice della parificazione femminile come Alfonsina Strada, prima ciclista a correre in gare maschili o Maria Montessori e Grazia Deledda, “che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”. Non potevano mancare le scienziate Rita Levi Montalcini, Fabiola Gianotti e l'astronauta Samantha Cristoforetti. Ma anche politiche e giornaliste bipartisan che hanno fatto la storia del paese: da Tina Anselmi a Nilde Jotti, da Oriana Fallaci a Ilaria Alpi e Mariagrazia Cutuli, dall'ex ministro della Giustizia Marta Cartabia, che soprattutoè stata la prima donna a presiedere la corte costituzionale, a Maria Elisabetta Casellati, ministra del nuovo governo, ma anche prima donna alla presidenza del Senato.

La citazione che tutti davano per certa è arrivata puntuale. Quella del Papa santo Giovanni Paolo II. La neo presidente del Consiglio ha scelto una frase precisa, che definisce il concetto più ripetuto nel discorso a Montecitorio, quello di "libertà" e rappresenta, insieme al commento successivo, un po’ la summa delle parole pronunciate in aula da Meloni. “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. E poi: “Io - ha detto la premier - sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo”.

 

E dato che libertà è stato il concetto più ripetuto, è anche quello per la quale Meloni ha speso più citazioni. Oltre al pontefice polacco la presidente ha preso in prestito la definizione di libertà di uno dei pilastri dell’illuminismo, il barone di Montesquieu “La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”. Ma non finisce qui, perché nel discorso la leader di FdI fa una scelta inattesa. Cita Steve Jobs, il fondatore di Apple, da sempre idolo liberal, e infatti lo fa in qualche modo per correggerlo. “Al suo famoso ‘Siate folli, siate affamati’, - dice la premier - io vorrei aggiungere ‘siate liberi’”. 

 

Tutte i riferimenti religiosi servono soprattutto a dare una prospettiva politica.  E se San Benedetto da Norcia, “un italiano, patrono principale dell'intera Europa”, serve per ricordare “la postura che il governo terrà dentro le istituzioni europee. Perché è quello il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice”, Papa Francesco viene utilizzato per spiegare l’approccio che il suo governo avrà al problema della povertà, con la revisione del Reddito di cittadinanza. Se il Pontefice ha detto: “La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”. Allora Meloni chiosa: “Per come è stato pensato e realizzato, il Rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia". 

 

Nel discorso della premier, immancabile un ringraziamento alle forze armate che “hanno tenuto alto il prestigio dell’Italia nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita: la Patria vi sarà sempre riconoscente”. Come metafora dell’Italia, invece, nel corso del suo lungo intervento, Meloni ha scelto quello della nave, con conseguente citazione, quella usata dalla portaerei americana Independence per la nave scuola italiana Amerigo Vespucci: “La più bella mondo”. 

C’è poi il capitolo grandi italiani. Il primo, da sempre riferimento della destra sociale e personalmente della stessa Meloni, è Paolo Borsellino. “Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio”, ricorda ancora la premier. “Il percorso che mi ha portato oggi a essere presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”. Dopo di lui, è d’obbligo, la citazione di tutte le vittime-eroi di quella stagione di lotta alla mafia: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Libero Grassi, Don Pino Puglisi. Dopo di loro, e per parlare della postura su migrazioni e cooperazione con l’Africa, Meloni cita ovviamente Enrico Mattei: “Un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il Mondo. l’Italia devi farsi promotrice di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane”. 

Tra i grandi italiani di Meloni, in qualche modo, c’è anche un onorevole che è in aula per ascoltare il discorso: Giulio Tremonti. Per Giorgia primo a fare la proposta di debito comune europeo. “per anni avversata, talvolta derisa, ed infine adottata” con il Pnrr dalla Ue. 

E non poteva mancare nemmeno il filosofo conservatore britannico Roger Scruton, da tempo ormai tra i più citati dalla leader di FdI in comizi e interventi. Lo usa, come spesso ha già fatto, per parlare di ambientalismo. “Lecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato, e chi verrà dopo di noi”. La principale citazione di cronaca riguarda un caso che è stato a lungo carburante per la propaganda della destra e del grillismo. “Abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi Bibbiano”, ha detto Meloni.