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Salvini tra porti e partito. Non rinuncia alla delega, ma in Veneto si parla di "Lombardopoli"

Carmelo Caruso

Il segretario del Carroccio rilancia su immigrazione ed economia. Moratti in Europa. Luca Zaia è infuriato per la gestione del dossier Milano-Cortina e per la squadra di governo

Ha già il fucile, le pinne e gli occhiali, ma non ha ancora le deleghe sui porti. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si è pure comprato un nuovo costume. Se Giorgia Meloni non gliele dà (tranquillo segretario, te le affida) è pronto ad attraversare lo stretto di Messina e scipparle a Sebastiano Musumeci, meglio noto come Nello, ministro per il Sud. Prima di raccontare le gesta di Salvini, una parentesi su Musumeci. Maria Betty Casellati, ministra per le Riforme, ha preteso lo studio di Musumeci. Non c’è stato modo di fermarla. Lo studio, al secondo piano, è tra i più incantevoli della sede di Largo Chigi. Il povero Nello, uomo probo, è salito al terzo. Era solo per dare una cornice alla contesa Musumeci-Salvini.

 

La contesa si chiuderà tra pochissimi giorni quando avremo le deleghe. Sarà come andare in apnea. Il segretario nuotatore, Salvini, teme l’imboscata. Avvisa un professionista di Palazzo Chigi “che basta inserire una parolina come “in intesa con” e Guardia Costiera, caro Salvini, ti saluto”. Ma Salvini non è sciocco. Al suono della campanella scolastica, ieri era il suo primo giorno di scuola, il “nuotatore” aveva già convocato l’ammiraglio della Guardia Costiera Nicola Carlone. Di pomeriggio il nuotatore si è tuffato nell’economia. Ha riunito i docenti della Cazzago School of economics. Testimonianze dicono che Federico Freni, questa volta, esibisse una cravatta verde. Il suo armadio è meglio del caveau di Bankitalia. Alla riunione c’era naturalmente Giangiacomo Giorgetti (noto lettore del Leopardi) che ieri ha trovato motivo per sorridere poco poco.  Il prossimo premier inglese, Sunak, tifa infatti la squadra di Giangiacomo che, come tutti sanno, è il Southampton. Alla fine della lezione economica leghista è arrivato un comunicato: “La Lega ha affrontato alcuni temi economici a partire dal superamento della Legge Fornero, estensione della Flat tax, interventi strutturali su cartelle esattoriali, ipotesi di revisioni su Rdc”. Niente timore.

 

Gli economisti presenti: “E’ stata come una riunione di partito. Il governo partirà dagli interventi necessari e urgenti”. Non andrà in manovra ma, l’urgenza della Lega resta sempre una: Letizia Moratti. Non è una nostra ubbia. Domenica, Moratti, lady Thatcher, era a un passo dal diventare amministratrice delegata dell’evento Milano-Cortina 2026. La notizia è stata seccamente smentita dalla “sottoscritta” Moratti.  Vabbé, proseguiamo. Le ultime sono queste. Per risolvere il pasticcio Moratti, e fermare la sua candidatura come presidente della Lombardia (il Pd starebbe pensando al rettore Ferruccio Resta) ci sono adesso altre due offerte. La prima: “Moratti può andare in una partecipata di Stato”. Seconda: “Bisogna ritagliare alla Moratti un ruolo in Europa. Lontano, lontano, come cantava il grande Luigi Tenco”.

 

Ovviamente questa storia della Moratti ad di Milano-Cortina avrebbe fatto “ciapar na bile” a Luca Zaia che è uno dei soci di questa “impresa” e che, se consentite, vorrebbe essere informato. Prendiamo dal rullo delle agenzie la dichiarazione dell’ammiraglio Zaia: “Sulla governance di Milano-Cortina disponibili a ragionare con il governo ma dobbiamo decidere insieme”. Non per tornare sulla solita furia veneta, ma, credeteci, i veneti se continua così scendono con il tanko a Roma. Non hanno ministri della Lega. Ci fanno sapere: “Siamo di fronte a ‘Lombardopoli’. Tutti ministri lombardi. Sembra la Salò di Salvini. Se non ci danno autonomia entro metà 2023 faremo la scissione”. Segretario, credici, è tutta farina del loro sacco. Figurati se noi pensiamo questo. Il segretario, purtroppo è tra Scilla e Cariddi. I veneti non mollano. Gli onorevoli attendono invece le nomine di sottogoverno. Ieri erano un po’ contrariati da questa voce. Salvini vorrebbe recuperare al governo Diego Binelli, segretario della Lega in Trentino, chiamato anche “scaldafuoco”.

 

A Pinzolo, dove il segretario nuotatore sverna, quando non nuota, Binelli è l’uomo che dice: “Segretario, ti accendo i termosifoni”. Uno così altro che viceministro, di più, di più! A Monza mentre noi scherziamo qualcosa è cambiato davvero. Il congresso cittadino della Lega è stato vinto da una militante che ha lottato come fanno i fradell. Si chiama Roberta Gremignani. Non aveva la lista degli aventi diritto. L’ha chiesta ma nulla. Ce l’ha fatta malgrado tutto. Ha nuotato da sola. Salvini avrà la delega ai porti, ma lei è medaglia d’oro nei 100 metri lega libera.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio