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Il governo Meloni ha la fiducia in Senato. Sono 115 i voti favorevoli

Iniziato alle 13 il dibattito sul discorso programmatico tenuto ieri alla Camera dal presidente. Nel pomeriggio gli interventi di Berlusconi e Renzi, poi il voto di fiducia

Il governo Meloni ha la fiducia in Senato

I risultati finali dei voti sono: 115 a favore, 79 contrari e 5 di astensione. Con la fiducia del Senato, dopo il voto di ieri alla Camera dei deputati, il governo del presidente Giorgia Meloni è ora nel pieno delle sue funzioni.

Berlusconi: "Io sempre stato uomo di pace, dalla parte dell'occidente"

"Sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell'Europa, della Nato e degli Stati Uniti. Come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso Americano". Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando al Senato, prima del voto di fiducia sul nuovo governo. Il Cav. ha ribadito, per sgombrare il campo dalle polemiche dell'ultima settimana, che "in questa situazione non possiamo che essere con l'occidente, nella difesa dei diritti di un paese libero e democratico come l'Ucraina. Noi dobbiamo lavorare per la pace e lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino. Su questo la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo".

Berlusconi, che a inizio intervento ha raccontato di essere diventato nonno per la diciasettesima volta, ha anche detto che le priorità del paese sono la riforma della giustizia e del fisco. Ha anche fatto gli auguri a Giorgia Meloni "per i prossimi cinque anni di governo". 

Renzi: "Facendo opposizione cercheremo di dare una mano alla nostra democrazia"

“Il gruppo di Azione-Italia viva voterà no alla fiducia al governo". Lo ha detto intervenendo al Senato il leader e senatore di Italia viva Matteo Renzi. "Facendo opposizione cerchiamo di dare una mano alla nostra democrazia. Le faremo opposizione a viso aperto, ma con la politica", ha detto Renzi rivolgendosi alla premier Meloni. "C'è stata un'apertura importante sulla riforma costituzionale. Se la maggioranza vorrà sfidarci sull'elezione diretta del premier, noi siamo pronti", ha aggiunto Renzi. "Rivendichiamo la nostra diversità rispetto a voi: in quei banchi c'è chi ha fatto quota 100, in questi chi ha fatto industria 4.0.", ha proseguito più nel merito.

Una parte del discorso dell'ex sindaco di Firenze è stata diretta alle opposizioni, soprattutto il Pd. "Tra tutti i motivi su cui si potrebbe attaccare la Meloni voi scegliere la questione della rappresentanza di genere o del merito? È masochismo".

Meloni: "Il tetto al contante non è correlato con l'evasione, lo modificheremo"

"Confermo che metteremo mano al tetto al contante". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato alla discussione generale sulle sue dichiarazioni programmatiche. "Abbiamo assistito ad una discussione molto ideologica sul tetto al contante: non c'è correlazione fra limite del contante e la diffusione dell'economia sommersa", ha aggiunto: "Ci sono paesi in cui il limite non c'è, ma l'evasione fiscale è bassissima", ha detto Meloni citando Pier Carlo Padoan: "Io sono d'accordo con lui. La Germania non ha un tetto, l'Austria pure. La moneta elettronica non è moneta a corso legale, penalizza i più poveri, per questo dico che metteremo mano al tetto al contante".

Meloni: "Lavoriamo a una pace giusta in Ucraina: non si ottiene con bandiere arcobaleno"

"Penso e spero e lavoro per giungere a una pace giusta, ma dobbiamo capirci su come ci si arriva, non si fa sventolando bandiere arcobaleno nelle piazze. In Ucraina è guerra di aggressione che non possiamo accettare, chi come me crede nella legittima difesa, non credo che ci convenga un modo in cui chi ha più forza militare invada un vicino". Così Giorgia Meloni nella replica al Senato. "Gli ucraini si sono difesi, è stato più forte del resto, l'unica possibilità di favorire un negoziato è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo, la pace si ottiene sostenendo l'Ucraina, consentendogli di difendersi, è la geopolitica", avverte. Sul tema della armi poi aggiunge: "Se l'Italia si girasse dall'altra parte il resto dell'occidente continuerebbe a mandare le armi, la sola Gb manda più armi di tutto l'occidente, cambierebbe quindi non l'esito della guerra, ma la nostra credibilità".

Meloni: "La scienza non è religione, sul Covid prese misure senza evidenze scientifiche"

"Riconosciamo il valore della scienza, certo, per questo non la scambiamo con la religione. Quel che contestavamo delle scelte prese da precedenti governi è che non ci fossero evidenze scientifiche alla base di alcuni provvedimenti. Non c'erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d'accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo. Abbiamo impedito una cosa sulla quale c'erano certezze e obbligato un'altra in cui non c'erano evidenze" scientifiche. Lo dice il premier Giorgia Meloni in Aula al Senato.

Meloni: "Estendere la contrattazione collettiva, no il salario minimo"

"Il contrasto al lavoro povero è una priorità per tutti noi. Ma bisogna capire quale è il modo migliore per farlo. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione a questo problema ma piuttosto uno specchietto per le allodole perchè tutti sappiamo bene" che ci sono "contratti collettivi nazionali che hanno già dei salari minimi". Così la premier Giorgia Meloni nella replica al Senato. "L'Ue ha fatto una direttiva su questo, una direttiva che dice che c'è pari dignità tra salario minimo legale e contratti collettivi e anzi dice che le nazioni che hanno applicato maggiormente i contratti collettivi hanno salari minimi più elevati. Quindi per me la strada è estendere la contrattazione collettiva".

 


Dopo il voto di fiducia alla Camera dei deputati di ieri - conclusosi con 235 voti a favore, 154 contrari e 5 astenuti -, nonché il discorso programmatico del neopremier Giorgia Meloni, oggi alle 13, il governo si sottoporrà al verdetto del Senato. A quell'ora avverrà la discussione in merito alle dichiarazioni del presidente, e intorno alle 16.30 Meloni avrà diritto di intervenire per la replica a cui seguirà il voto. 

 

Un pomeriggio di dibattito in cui sono attesi in particolare gli interventi di Silvio Berlusconi, ritornato al Senato dopo nove anni, che esprimerà un voto di fiducia al governo e impronterà il suo discorso sui valori dell'europeismo e dell'atlantismo, e di Matteo Renzi. Entrambi interverranno verso le 17.30, ma le parole del leader di Italia viva sono tenute sotto osservazione da maggioranza e opposizione; perché Renzi negli ultimi giorni ha lodato l'iniziativa di Fratelli d'Italia di istituire una commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia. 

 

Con o senza i voti di Iv, comunque, l'esito sembra essere scontato, infatti, la coalizione di centrodestra in Senato ha 29 voti di vantaggio rispetto alle opposizioni. 

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