l'analisi
Alzare il tetto ai contanti è un sussidio mascherato che non aumenterà i consumi
"Credere che con questa misura inizino a girare i soldi e l'economia è purtroppo una bella fiaba", dice l'economista e analista Mario Seminerio. Le contraddizioni del centrodestra e una misura che "guarda il mondo con lo specchietto retrovisore"
Prima ancora che di stampo economico, l'innalzamento del tetto al contante annunciato ieri da Giorgia Meloni sembrerebbe una misura che risponde a esigenze politiche. "Credere che con questa iniziativa inizino a girare i soldi e l'economia è purtroppo una bella fiaba", commenta al Foglio Mario Seminerio, economista e animatore del blog Phastidio. "Serve alle micro e piccole imprese, alle ditte individuali, ai commercianti ultramarginali che sono spesso fuori mercato, per riuscire a continuare la loro sussistenza. Di fatto questo è un ambito che ha bisogno di essere aiutato e con questo sussidio improprio, che alimenta la possibilità di fare 'nero', alla fine rimangono in vita, in un modo o nell'altro. A discapito dei conti pubblici". Parte da qui l'analisi dell'economista, prima di soffermarsi - mettendo in discussione - le ragioni addotte dalla premier nel presentare e giustificare la proposta: dal riferimento fatto ieri da Meloni all'ex ministro Pier Carlo Padoan, che ha poi smentito se stesso e il suo provvedimento, fino ai dati di Bankitalia, che accertano in uno studio come l'aumento del contante possa effettivamente favorire l'evasione.
Già il fatto che la premier lo abbia annunciato nel corso del dibattito al Senato, secondo Seminerio, dovrebbe dire molto della reale natura di questo provvedimento e dei rapporti nel centrodestra. "Credo che Meloni si sia trovata spiazzata dalla fuga in avanti della Lega, che va avanti nel terrore di essere fagocitata nei consensi da FdI". A presentare la proposta infatti è stato il senatore del Carroccio Alberto Bagnai. "Meloni si è così trovata costretta e inseguire. E non poteva fare altro, perché il provvedimento è nel programma. Anche se non è indicata la quota. Così facendo il Carroccio ha tracciato già l'agenda”.
Bagnai ha inoltre fatto riferimento al limite dei 10mila euro, così come indicato anche in alcuni consessi europei. "Ma è una soglia legata all'antiriciclaggio e all'antiterrorismo, che è un'altra questione rispetto all'evasione", spiega l'economista, che proprio partendo dal richiamo europeo del leghista e dai confronti con altri paesi Ue individua una serie di contraddizioni. Per esempio quando si è detto che in Germania, dove il limite non esiste, l'evasione è molto più bassa che in Italia. "Così si fa il gioco delle tre carte in maniera furbastra, ogni paese ha le proprie specificità", dice Seminerio, sottolineando come rimandare alla dimensione comunitaria per giustificare una scelta di questo tipo non sia proprio la peculiarità che ci si attende da chi ha fatto del sovranismo la propria bandiera.
C'è poi il tema della discontinuità, quell'elemento di novità che ha trainato il successo elettorale di Meloni, anche a discapito degli alleati: "E invece non c'è nulla di nuovo nell'innalzamento al tetto del contante. È la riproposizione, sotto altre vesti, di provvedimenti che abbiamo già visto nei precedenti governi Berlusconi. Un modus operandi tipico del centrodestra, che si accompagna alla tregua fiscale, allo stralcio delle cartelle esattoriali. Una enorme manovra diversiva per premiare i propri blocchi sociali-elettorali di riferimento. Ma nel frattempo i guai progrediscono".
Tra questi, appunto, potrebbe esserci l'annosa questione dell'evasione fiscale. A meno che - spiega ancora Seminerio - il governo non si impegni in una politica di controllo seria. "Possiamo anche lasciare libero l'uso del contante, a patto di andare a monte e a valle a controllare in maniera meticolosa e profonda. Perché altrimenti sono solo chiacchiere che servono a favorire l'evasione fiscale massiva dei piccoli operatori commerciali. Sono piccoli ma tantissimi e da lì si origina il grosso della nostra evasione. Non dalle multinazionali".
Certamente per giungere a conclusioni più nette bisognerà attendere che la proposta si faccia legge. Ma intanto il centrodestra ha incassato il sostegno Confcommercio e Confesercenti: "Ringraziano per una cosa che avevano chiesto. Dopotutto è un blocco a cui anche Calenda ha strizzato l'occhio". Eppure le associazioni di categoria considerano dannosa la riduzione dell'uso del contante, obiezione in qualche modo presentata anche in sede europea. "Da noi c'è forse un problema culturale o anagrafico, che riguarda gli anziani. Ma con la pandemia c'è stata anche una forte spinta alla digitalizzazione nella burocrazia e nei pagamenti". Insomma, "Ho forti dubbi che ci sia una quota di consumo inespressa per scoraggiamento del consumatore a digitare un pin", chiosa l'economista. "Piuttosto quella di Meloni mi sembra solo una formula che guarda al mondo con lo specchietto retrovisore". E non è quello di cui ha bisogno oggi il paese, alle prese con ben altre priorità.