Il dopo Zingaretti
Leodori fa un passo di lato: nel Lazio Conte tiene sulle spine il Pd
Dopo la notizia dell'ipotetica candidatura per il M5s di Ignazio Marino o Stefano Fassina, il vicepresidente annuncia di non essere disponibile senza "il campo largo". Si teme che dietro ci sia la mano di Bettini: "Vogliono sfasciare il Partito democratico"
"Nei mesi scorsi ho dato la disponibilità a proseguire l'esperienza condotta in questi anni in Regione Lazio anche impegnandomi in prima persona, anche con le primarie, per continuare questo lavoro con una coalizione unita e ampia. In questo momento il progetto del campo largo mi sembra più fragile e ne prendo atto. Non sta a me giudicare le scelte di altri partiti, ma è chiaro che la mia disponibilità fosse legata fortemente alla possibilità di proseguire questa esperienza". Daniele Leodori, vicegovernatore del Lazio e candidato per il dopo Zingaretti sembra fare un passo di lato.
Il numero due di via Cristoforo Colombo lavora già da prima dell’estate a un’alleanza trasversale con M5s, Terzo polo, e Sinistra ecologista. “Un campo largo” che a livello territoriale governa e che gli esponenti grillini della Regione vorrebbero portare avanti. Ma per chiudere, i 5 stelle laziali, hanno bisogno del via libera dei vertici nazionali. Conte tituba. Davanti all’alleanza ha posto un macigno insormontabile: lo stop termovalorizzatore di Roma, un’opera sulla quale il sindaco Roberto Gualtieri, in quanto commissario di governo, ha in realtà mano libera. La sensazione di chi sta vicino a Leodori è che si cerchi un pretesto per rompere. “Conte vuole ammazzare il Pd e il primo passaggio è il Lazio”. Ecco dunque che l’uscita di Leodori assume tutto un altro sapore, quello del rilancio.
Le sue parole hanno due scopi. Da un lato sfilarsi da una gara in solitaria. Dall'altro servono a ribadire che se mai ci sarà il campo largo, il candidato naturale è lui. Lo chiedono i rappresentati locali di tutti gli schieramenti. A costringere il vicegovernatore a intervenire è stata la notizia uscita oggi su Repubblica dell’intenzione di Giuseppe Conte di candidare per la Regione Ignazio Marino o Stefano Fassina, anche senza il Pd. Il capo del M5s, intervistato nel pomeriggio da The post internazionale ha smentito questa ipotesi e ha tenuto aperta la possibilità di un accordo: “Sono anticipazioni che non hanno fondamento, in Lazio c'è un'esperienza in uscita di governo che si è rivelata positiva, ma è anche vero che il contesto attuale è completamente cambiato”, ha detto.
Nello staff di Leodori le parole dell’avvocato di Volturara Appula vengono prese per quello che sono: un modo per prendere ancora tempo. Circola però un grande timore. Com’è uscita la notizia della candidatura di Fassina o Marino? La convinzione è che dietro all’operazione si celi proprio l’uomo su cui tutti contavano per convicere Conte, il vecchio guru del Pd romano e suggeritore dell’ex presidente del Consiglio grillino, Goffredo Bettini. Nella sua testa, è il timore che circola, Conte è ancora l’uomo giusto per rifondare il centrosinistra. Sarebbe addirittura proprio lui a consigliare all’ex premier di non fare l’accordo con i dem in Lazio. Un sorpasso sul Pd in Regione sarebbe una prima, ma significativa bordata per spaccare il Pd e intestarsi la “Sinistra. Da capo”, come si intitola il libro di Bettini che proprio con Conte sarà presentato il prossimo 11 novembre all’Auditorium.