Altro che discontinuità sul reddito di cittadinanza. Il governo Meloni proroga (ancora) i navigator
"Assurdo. La priorità del governo è ora assicurare un lavoro a quelli che dovevano trovarlo ai percettori di Rdc". Questo diceva la premier, attaccando Orlando. Ora l'esecutivo di destra fa la stessa cosa
Doveva essere la prima riforma da smantellare. E invece dal ministero del Lavoro, guidato dalla meloniana Calderone, arriva l'annuncio alle regioni interessate ad avvalersi ancora dei navigator: un rinvio della scadenza dei contratti di altri due mesi
Si fa presto a dire discontinuità. Meno presto si riesce ad applicarla. Anche sulle materie rispetto alle quali le promesse di cambiamento radicale sono state fatte con toni inequivocabili. "Metteremo fine a questa farsa dei navigator", tuonavano i dirigenti di Fratelli d'Italia. E invece, il primo atto varato dal nuovo ministero del Lavoro, guidato da quella Marina Calderone indicata proprio da FdI, è prorogare i navigator. Per altri due mesi, almeno. Fine a fine anno. E poi si vedrà. E sì che Giorgia Meloni era parsa intransigente, sul tema: "Il ministro del Lavoro – diceva in riferimento ad Andrea Orlando – è impegnato a trovare un impiego a chi era stato assunto per trovare un lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza: (purtroppo) non è una barzelletta, ma l’ennesimo paradosso creato da un governo che ormai passa le giornate tentando di risolvere problemi creati da se stesso". Ebbene, il nuovo governo, quello guidato da Meloni, rinnova il paradosso.
La scelta è stata comunicata attraverso una circolare diramata il 28 ottobre scorso dal ministero del Lavoro – e firmata dal direttore generale del Dipartimento per le Politiche attive, Anita Pisarro – agli assessori al Lavoro di ben tredici regioni: quelle che, fino ad ora, non hanno ancora ufficializzato la decisione di fare a meno dei navigator. L'oggetto della lettera è chiaro: "Personale che presta assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle Regioni per il funzionamento del Reddito di cittadinanza (ex navigator)". Un documento di due pagine scarne in cui il ministero annuncia la disponibilità a prorogare fino al 31 dicembre il mandato alle centinaia di navigator che proprio il 31 ottobre sarebbero decaduti da ogni incarico. E invece ora il ministero chiede alle regioni di comunicare al governo "l’effettiva attuale esigenza di continuare ad avvalersi fino al 31.12.2022 del personale in argomento, con contratto in essere al 31.10.2022". E questa non è che l'ultima di una serie ormai mitologica di proroghe.
L’epopea dei navigator nacque nell’aprile del 2019, governo Conte: incombevano le europee, si festeggiava l’abolizione della povertà e in tutta fretta si organizzava il “concorsone”: 3 mila navigator assunti con un contratto a termine, con tanto di fanfare propagandistiche da parte di Luigi DI Maio. Due anni dopo, governo rossogiallo, non si è trovato null’altro da fare se non rinnovare di otto mesi il contratto ai circa 2.500 superstiti. C’era la pandemia, si diceva, e dunque se anche l’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive, si trasformava in un ammortizzatore sociale per i suoi dipendenti, andava capito. “E poi le regioni assorbiranno queste professionalità, nel frattempo”, disse il ministro del Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo. Stessa convinzione ribadita da Andrea Orlando quando, divenuto lui titolare di quel dicastero, a gennaio 2022, governo Draghi, decise una nuova proroga, di altri quattro mesi. Che non fu l'ultima, ovviamente. Nonostante, nel frattempo, molti di quei navigator fossero stati assorbiti dalle regioni stesse attraverso dei concorsi ufficiali, mentre altri avessero nel frattempo trovato altri lavori. Campania e Lombardia, e in seguito anche l'Umbria, guidavano nel frattempo la cordata delle regioni che rinunciavano dichiaratamente a usufruire di quelle figure: "Abbiamo già professionalità adeguate, con molti anni d'esperienza nel settore: perché assumere delle persone meno preparate?", era l'obiezione. Ma la risposta restava sempre la stessa: proroga.
Nulla di nuovo, dunque? In fondo no. Ma è proprio questo che colpisce. Perché a condannare la pratica del rinvio era proprio la Meloni. "Il Governo, dopo aver tentato vanamente di passare i navigator alle dipendenze delle Regioni, sembra aver trovato un compromesso per prorogare di altri 4 mesi i loro contratti. La priorità del governo è ora assicurare un lavoro a quelli che dovevano trovarlo ai percettori di Rdc". Va constatato che, almeno per ora, quella di cercare di piazzare i navigator alle regioni resta la priorità anche del nuovo governo. E allora ecco che la ministra Calderone rende noto alle "regioni eventualmente interessate" ad avvalersi ancora dei navigator senza assumerli con regolare concorso, che "si dovrà rendere noto l’effettivo contingente di personale assunto ai fini del potenziamento dei Centri per l’impiego al 31 ottobre 2022, nonché la previsione al 31 dicembre 2022", Insomma: di quanti navigator avete ancora bisogno? Pare assurdo, ma siamo ancora a questo punto.