Roberto Occhiuto (LaPresse)

Vaccini e giustizia. Il governatore della Calabria (FI) spiega cosa ricalibrare nell'azione di governo

Annalisa Chirico

“Rave e medici no vax? Noi, in Calabria, vogliamo confrontarci con il governo su temi strategici: fondi di coesione, autonomia differenziata, energia”. La versione di Occhiuto

“Rave e medici no vax? Noi, in Calabria, vogliamo confrontarci con il governo su temi strategici: fondi di coesione, autonomia differenziata, energia”, esordisce così al Foglio il presidente di regione Roberto Occhiuto. “Il controcanto è controproducente e non appartiene alla cultura di Forza Italia – scandisce l’esponente forzista che guida la Cittadella regionale intitolata alla compianta Jole Santelli a Catanzaro – Nel 2011 Silvio Berlusconi fu estromesso dal Senato da Pd e 5Stelle ma ciò non gli ha impedito, negli anni successivi, di governare con i propri carnefici in nome dell'interesse nazionale”.

     

Lei non sembra condividere i mugugni di FI sui primi provvedimenti del governo Meloni. “A ognuno il proprio mestiere: io devo governare una regione, non posso occuparmi di questioni di dettaglio”. FI interverrà in Parlamento per emendare il decreto contro i rave illegali? “Decideranno i gruppi parlamentari, io penso che si potrà tipizzare meglio il reato. La confisca delle strumentazioni musicali mi sembra utile, sulle intercettazioni invece è nota la posizione di FI, da sempre contraria all’uso abnorme di questi mezzi di indagine”.

     

Su quali dossier misurerete l’azione del governo? “Per noi, in primis, c’è l’esigenza di riprogrammare i fondi di coesione, indispensabili per  migliorare la qualità dei servizi. Mi sono già confrontato con il ministro degli Affari Ue Raffaele Fitto: non possiamo perdere risorse  a causa dell'assenza di obbligazioni giuridicamente vincolanti. Poi c'è il tema dell'autonomia differenziata: il governo come intende declinarla? Noi chiediamo l'attuazione della Costituzione laddove prevede che i cittadini italiani devono godere dei medesimi diritti in modo uniforme sull'intero territorio nazionale. Se la capacità fiscale delle regioni è insufficiente, dice la Costituzione, deve intervenire il fondo di perequazione. Si parla sempre di costi standard, mai di fabbisogni standard. Se per gli asili nido, ogni anno, la città di Catanzaro spende 100mila euro e Brescia un milione, un aumento del 10 percento, sulla base della spesa storica, porterà solo 10mila euro in più a Catanzaro. Troppo poco”.

    

Voi chiedete anche maggiori materie di competenza esclusiva. “Esatto, per esempio a livello fiscale. Il porto di Gioia Tauro, primo in Italia, movimenta 3,6 milioni di container l'anno senza che la Calabria incassi un euro dallo sdoganamento delle merci”. A Gioia Tauro lei sogna il rigassificatore... “E’ un progetto delle società Iren e Sorgenia che consentirebbe di produrre un terzo del gas finora importato dalla Russia. Il presidente Meloni lo ha citato nella sua replica al Senato. Basta un Dpcm, noi siamo pronti”.

  

Lei che pensa del reintegro dei medici non vaccinati? “Sono stato denunciato dai no vax per la mia campagna pro vaccinazione sin dal primo giorno in cui ho assunto l’incarico di presidente e commissario alla sanità. Oggigiorno il Covid non produce gli stessi effetti devastanti di qualche anno fa. La storia del reintegro, anticipato di poche settimane, mi sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua. Noi abbiamo 49 medici e 29 infermieri che indirizzeremo nei reparti non a rischio”. Intanto la carenza di organico resta un problema urgente. “In Calabria mancano 2500 medici. Per dodici anni, nella mia regione, la sanità è stata gestita dal governo nazionale, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro è un sistema sanitario poco attrattivo. Se Lombardia e Veneto non riescono a colmare i buchi di organico, lei pensa che ci sia la fila per venire a lavorare negli ospedali di Gioia Tauro o di Polistena?”. Lei li ha reclutati a Cuba. “Mi hanno criticato per questo, ma io ho il dovere di ricorrere a ogni rimedio per garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi. Quei medici cubani non tolgono lo stipendio ai calabresi. La verità è che assistiamo a una distorsione nel mercato delle professioni sanitarie, dovuta anche al forte aumento della domanda di prestazioni dopo lo stop pandemico. Per anni si è difeso il numero chiuso come un totem e non si è investito nelle specializzazioni. Molti medici si sono dimessi dal pubblico per andare a lavorare a gettone nelle cooperative. In Calabria un gettonista costa 150 euro l'ora, per un totale di 1200 euro per un turno standard di otto ore”. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato l'aumento degli stipendi per i medici dei pronto soccorso. “Noi abbiamo approvato una legge per dare cento euro l’ora agli operatori degli ospedali calabresi disposti a prestare qualche ora di servizio nei pronto soccorso”.