Il caso
Al ristorante della Camera la svolta meloniana: menù tricolore e piatti regionali
Non sarà prorogato l'appalto in scadenza a dicembre. Trancassini (FdI): "Aumenteranno gli standard qualitativi nel nome della sovranità alimentare"
Orecchiette con le cime di rapa, ma anche coda alla vaccinara. Oppure pizzoccheri e bagna cauda. Anche il ristorante della Camera è pronto ad assecondare lo Zeitgeist meloniano. E quindi lo spirito del tempo dice menù tricolore per i deputati. “O meglio pensiamo di introdurre, a rotazione, piatti regionali”, dice Paolo Trancassini, questore di Montecitorio in quota FdI ma anche ristoratore (è il proprietario della Campana, il locale più antico della capitale a due passi da via della Scrofa).
A dicembre scadrà l’appalto della ristorazione a Montecitorio. Non sarà prorogato. Si farà una nuova gara. Si punterà a innalzare gli standard qualitativi del servizio: dalle materie prime ai pasti. Con un capitolato molto esigente. Al momento l’appalto che soddisfa gli onorevoli palati è stato vinto dalla cooperativa Cirfood di Reggio Emilia. L’obiettivo dei vertici di Montecitorio è chiaro: alzare la qualità, vincere il derby con il Senato dove si mangia meglio, e puntare sulla sovranità alimentare. Come da delega, d’altronde, di “nostro fratello Lollobrigida”, dice Trancassini riferendosi al plenipotenziario di FdI che appunto è ministro all’Agricoltura. E dunque si cambia. Il ristorante della Camera, che gestisce anche un servizio mensa per i dipendenti, è pronto al salto. Aumenterà il gusto con un tocco meloniano nei menù del giorno. Pronti a variare in base alle specialità regionali. Vieni avanti Artusi, vade retro sushi e cibo etnico.