il caso
Migranti, la toppa di Mattarella. Telefonata con Macron: "Piena collaborazione su tutto"
La nota congiunta: "Piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Ue". L'intervento del capo dello stato per evitare l'isolamento diplomatico dopo i nuovi attacchi dalla Francia ("Meloni è la grande perdente") e la lettera del ministro Piantedosi insieme a Cipro, Malta e Grecia contro Ong e Ue
La mediazione della saggezza, una telefonata per ricomporre e mettere una toppa prima dell'irrimediabile. Sergio Mattarella ha sentito questa mattina Emmanuel Macron, dopo giorni di tensioni sull'asse Roma-Parigi. "Un colloquio telefonico, nel corso del quale entrambi hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso la necessità che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione Europea", si legge nel breve comunicato diramato dal Quirinale: una nota congiunta - concordata con la Francia e questo ha il suo significato - per abbassare i toni. E per evitare l'isolamento diplomatico.
Sta tutto qui il senso della telefonata, che arriva con preciso tempismo e in una giornata delicatissima per le relazioni tra Italia e Francia, e non solo. Perché oggi Giorgia Meloni sarà a Bali per il G20 mentre Antonio Tajani volerà invece a Bruxelles per il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Unione Europea. Il responsabile della Farnesina ripartirà dalla giornata di ieri, un'altra giornata segnata da accuse reciproche. "L'Italia non mantiene l'impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europea" e la Francia non manterrà l'obbligo previsto, "ovvero accogliere 3mila migranti attualmente sul territorio italiano", ha detto il portavoce del governo francese, Olivier Veran, dopo il caso della Ocean Viking. Ma soprattutto: "Meloni è la grande perdente" di tutta questa situazione. Un duro attacco mentre da Palazzo Chigi veniva ribadita la volontà di proseguire con il pugno duro verso le Ong.
Ne hanno parlato con varie sfumature i rappresentanti del governo. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi lo ha fatto in maniera, per così dire, più conciliante: "Non abbiamo dichiarato guerra a Parigi, nel modo più assoluto". Ma "andiamo avanti nell’interesse dei cittadini". Cosa intendesse, lo ha chiarito meglio Matteo Salvini: "Chi sbaglia, paga. Bene così", ha scritto su Twitter il ministro per le Infrastrutture, invocando "il pugno duro contro gli sbarchi" con "multe, sequestri e più controlli". E d'altra parte sempre ieri Tajani è tornato a parlare di "taxi del mare", che "non devono decidere la politica europea".
Era forse una risposta all'ambasciatore tedesco in Italia: "Nel 2022 sono già oltre 1300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12 per cento dei sopravvissuti sono stati salvati dalle ONG. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio", aveva detto Viktor Elbling, sottolineando come la Germania sia pronta a sostenere ancora le attività umanitarie nel Mediterraneo. Ed è il segnale che anche nei confronti tedeschi la diplomazia italiana avrà da lavorare. Berlino non ha assecondato le richieste francesi che chiedevano agli altri paesi europei di sospendere il (fragile) meccanismo di ricollocamento, così come ha fatto l'Eliseo, bloccando lo spostamento di circa 3500 migranti dall'Italia. Ma la distanza resta ed è una distanza significativa - anche in vista di un punto di caduta comune sull'energia, di cui si discuterà nei prossimi giorni.
La certifica pure la lettera con cui il governo italiano ha cercato di fare quadrato insieme agli altri paesi del Mediterraneo sulla gestione migratoria. "Non possiamo sottoscrivere l’idea che i paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti”, hanno scritto i ministri dell'Interno di Italia, Grecia, Cipro e Malta, chiedendo una responsabilità "equamente divisa tra tutti gli stati membri". Mentre, con riferimento alle Ong, "ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera".
Una nota che al di là del merito, colloca l'Italia tra i paesi più politicamente deboli dell'Unione europea, in un altro sistema di rapporti rispetto a quello solito. Tanto che pure la Spagna, che condivide molte delle problematiche espresse nella dichiarazione congiunta, si è smarcata evitando di metterci la firma. Così si è arrivati alla telefonata di questa mattina tra Mattarella e Macron, con l'intervento del presidente della Repubblica a ricollocare l'Italia nell'alveo delle classiche alleanze, entro le quali va cercata la mediazione e la soluzione, nella consapevolezza che andare allo scontro è troppo rischioso per un paese con le fragilità italiane. Al G20 di Bali, Meloni inconcrerà Joe Biden e Xi Jinping, mentre con la Francia non è previsto al momento alcun bilaterale. Ma questo era prima dell'intervento del capo dello Stato, in Indonesia ci sarà pure Emmanuel Macron.