La riunione
D'Amato candidato e primarie per allargate a Si e Verdi. La decisione della direzione del Pd del Lazio
Il vertice al Nazareno certifica la posizione già chiarita nei giorni scorsi dal segretario Bruno Astorre. Resta un problema: che cosa faranno Sinistra Italiana ed Europa verde? Domani il partito di Fratoianni potrebbe abbandonare il tavolo di coalizione
La riunione del Pd Lazio di oggi non ha riservato grosse sorprese. Il segretario regionale dei dem Bruno Astorre ha ottenuto dagli esponenti della direzione del partito il voto su un sua relazione che, in sintesi, contiene due cose: la proposta dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato come candidato del partito per il dopo Zingaretti e la disponibilità verso le altre forze politiche a partecipare a eventuali primarie di coalizione.
Quest’ultima richiesta ha anche lo scopo di lasciare ancora uno spiraglio aperto al M5s. Anche se Astorre, che fino all’ultimo ha creduto al campo largo (con un accordo già raggiunto con i grillini laziali) è stato piuttosto duro: “Giuseppe Conte ha deliberatamente mandato al macello due anni di ottima amministrazione e se ne deve prendere tutte le responsabilità, dunque se ci fossero le primarie auspico che il Pd vada con un'unica candidatura”.
Al suo arrivo al Nazareno ha chiarito ai cronisti: “D'Amato non è un'imposizione di Calenda, perché Alessio si è proposto come candidato già da maggio scorso. È il Pd che propone la sua candidatura con l'obiettivo di allargare la coalizione". Per chiarire quali saranno i confini dell'allenaza che affiancherà i dem nella corsa per il Lazio bisognerà infatti aspettare domani, quando alle 17, nella sede del Pd Lazio a via Degli Scialoja, si riunirà il tavolo di coalizione al quale partecipa anche l’alleanza cocomero, Sinistra italiana e Europa Verde.
E questo è il principale cruccio per i dem: cosa faranno Fratoianni e Bonelli? "Sinistra e Verdi – ha ribadito Astorre entrando al Nazareno – hanno qualche perplessità non tanto sul candidato, ma sulla vicenda dell'allargamento della coalizione al Terzo polo”. Si vedrà. Sicuramente domani i vertici regionali dei due partiti parteciperanno al tavolo di coalizione. Come per i grillini, anche per la loro adesione all’alleanza il grande ingombro è l’inceneritore di Roma. È molto probabile che proprio su questo punto Sinistra italiana possa domani lasciare il tavolo. I due partiti a Roma valgono quasi il 5 per cento. Per adesso l’unica ipotesi alternativa è una corsa in solitaria, ma nel Pd c’è chi teme che la sinistra verde possa finire tra le braccia del M5s. Ma il Pd proverà comunque a trattare, cercando persino di recuperare i 5 stelle. Su questo oggi per la prima volta tutti gli esponenti del partito marciavano compatti.