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Viale Mazzini

Salvini perde la battaglia Rai: il canone resta in bolletta. Firmato Giorgetti

Carmelo Caruso

Il leader del Carroccio sconfessato dal suo ministro. Tramonta il sogno elettorale di togliere le entrate alla tv pubblica. In Rai è felicità

Non lo tolgono dalla bolletta, lo lasciano come era, ha promesso una fesseria: “Toglieremo il canone!”. Matteo Salvini è caduto da cavallo, il cavallo della Rai. Il canone della televisione pubblica rimane infatti “allacciato”. A Viale Mazzini la gioia è così tanta che stanno per organizzare un rave party: “Arrestateci tutti”. La decisione è del governo di cui fa parte Salvini, anzi, a essere corretti, è una decisione del suo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che però, in questo momento si trova a Bali: anche se Salvini prova a chiamarlo, non risponde. C’è il fuso orario. Prima di farli litigare, una precisazione.

 

La possibilità di “tenere” il canone in bolletta era già maturata con il precedente governo Draghi. Oggi il Mef la confermerà. Da mesi si è parlato, e ne ha scritto pure il Foglio, di una sentenza europea che metteva in seria discussione questo inserimento. In vista del salto nel cerchio di fuoco si sono mobilitati i sindacati Rai XX Mas: Usigrai, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Avevano già chiesto un incontro urgente con Giorgetti (anche l’ad Carlo Fuortes ne ha chiesto uno a Giorgetti) per sollecitare “un intervento risolutore che possa garantire la sostenibilità finanziaria al servizio pubblico radiotelevisivo”. Indicato in precedenza come “onere improprio in bolletta” in realtà, secondo l’istruttoria del Mef e di Agcom, “non ci sarebbero alcune criticità”.

 

Il canone sarebbe “palese” e resta mentre qualche altro onere, da individuare, potrebbe saltare dalla bolletta, ma questo, naturalmente, non riguarda la Rai. Riguarda invece Salvini che a ogni diretta Tik Tok lo rilancia negli intervalli tra  il Ponte sullo Stretto e la battaglia contro le baby gang. Aveva cominciato questa estate. Prima aveva proposto di abolire il canone, successivamente di toglierlo dalla bolletta. Qualcuno, uno bravo, gli aveva già spiegato che erano due battaglie difficili, meglio aggiustare il tiro. Le ha già perse tutte e due. E’ pur sempre un eroe. Questa la medaglia: piegò la Francia, lo spezzò Fabio Fazio.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio