matita blu
Gli abbagli del Pd e di Goffredo Bettini
Tra strafalcioni ed errori storici parlando del suo nuovo libro, Bettini ha chiarito definitivamente cosa non è il Partito democratico e in genere la sinistra politica italiana: entrambi non sono socialisti e questo resta una grande anomalia italiana
Alcune volte un dibattito televisivo riesce a far capire quello che i tanti talk-show “politici” non sanno spiegare. È il caso del dibattito nel programma domenicale di Lucia Annunziata nel quale Goffredo Bettini ha parlato a lungo del suo ultimo libro in cui ragiona sulla “sinistra”. Ciò che abbiamo sentito è davvero sconcertante! Cominciamo dagli strafalcioni storici: la Democrazia cristiana, secondo Bettini, era un partito di destra sostituito poi in questo ruolo da Silvio Berlusconi e dalla sua Forza Italia. Sarebbe sufficiente ricordare quel che disse De Gasperi (la Dc è un partito di centro che guarda a sinistra) quando seppe tenere la propria rotta politica opponendosi anche all’autorevolezza politica e morale di Pio XII che voleva per le elezioni comunali a Roma un’alleanza tra la Dc e il Msi. Quel che non fece De Gasperi allora lo fece poi Silvio Berlusconi 40 anni dopo. Più diversi di così non sappiamo cosa possa esserci! Ma il nostro amico Bettini forse non lo sa o non lo ricorda.
Gli strafalcioni poi scivolano addirittura in una confessione “criptica” perché quelle culture profondamente diverse tra loro sono state contrastate dal vecchio Pci di Bettini sempre alla stessa maniera e cioè accusando gli avversari di mafia e corruzione. Noi abbiamo dimostrato chi erano gli amici “inconsapevoli” della mafia ricordando chi votò contro ogni misura di contrasto che la Dc e i suoi alleati fecero nel triennio 1989-1992. Ma andiamo oltre e domandiamoci se non sia giunto il momento che chi fu comunista per anni chieda finalmente scusa agli italiani per aver sostenuto una cultura politica autoritaria che quando governò nel mondo produsse sempre miseria, oppressione e morte. E quel che Bettini dice a proposito del “cattolicesimo democratico” è solo un’eco del pensiero di Pietro Scoppola e di un pezzettino della sinistra di base, corrente Dc fondata da Enrico Mattei e Albertino Marcora, che poco o nulla aveva a che fare con la sinistra democristiana, rappresentata nel tempo da Giulio Pastore, Carlo Donat Cattin, Amintore Fanfani, Aldo Moro e Ciriaco De Mita.
Dopo aver sottolineato con la matita blu gli errori storici di Bettini dobbiamo ringraziarlo, perché se è vero che non ci ha fatto capire cosa mai sia il Partito democratico, che con questo e con altri nomi negli ultimi 28 anni ha governato per ben 19, ci ha chiarito definitivamente cosa non è il Pd e in genere la sinistra politica italiana. Entrambi non sono socialisti, nonostante Provenzano a nostra specifica domanda in diretta televisiva sulla sua identità abbia dichiarato di essere socialdemocratico. Lui lo sarà pure ma il suo partito e la sinistra italiana non lo sono. E questo resta una grande anomalia italiana nel novero della sinistra europea che in larghissima parte è socialista e governa molte grandi democrazie europee vincendo le elezioni. D’altro canto bisogna dirlo con grande brutalità: se la parola sinistra non viene aggettivata culturalmente altro non è che un banale segnale stradale. Ed è forse questa la grande crisi della sinistra e quella più in generale dell’intero sistema politico italiano.