Poteri pienissimi
Sul termovalorizzatore di Roma serve un patto urgente tra Meloni e Gualtieri
Dopo la presa di posizione di Rampelli, contrario all'impianto e possibile candidato per il Lazio, la premier deve confermare senza esitazione i poteri speciali per il sindaco di Roma e trovare un altro nome per la regione (o fargli cambiare idea). Mentre il candidato del centrosinistra deve appoggiare in modo altrettanto inequivocabile la scelta del primo cittadino romano
Non è pesante come il no del sindaco di Piombino al rigassificatore, con annesso ricorso al Tar, ma la posizione presa da Fabio Rampelli, pezzo grosso e di lungo corso di Fratelli d’Italia, sul termovalorizzatore romano rischia di essere una grana non da poco per Giorgia Meloni. Tanto più che Rampelli è accreditato come possibile futuro candidato alla presidenza della regione Lazio, per un centrodestra dato per favorito. Ragion per cui ci si troverebbe davanti alla singolare situazione per la quale il sindaco di Roma conta sull’appoggio, fin ora non smentito, del governo (e della Lega) mentre Fratelli d’Italia a Roma si troverebbe sulle posizioni di Giuseppe Conte. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che un guazzabuglio di questo genere, che segue quello già accaduto con il governo Draghi, potesse essere provocato dalla decisione di Gualtieri, improntata a un grande buon senso, di realizzare questo impianto. Roma e il Lazio continuano a versare in una situazione di profonda crisi per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, che per il momento continuano a essere spediti in giro per il mondo.
La regione in cinque anni di governo Zingaretti non ha realizzato alcun impianto, ma si continua a vaneggiare di economia circolare e di impianti futuristici e miracolosi che nessuno ha mai visto in giro per il mondo. Luoghi comuni privi di qualsiasi sostanza e alibi degli incapaci. Succede così quando populismo, demagogia e ideologia da quattro soldi prendono il sopravvento sul buon senso e l’analisi oggettiva dei problemi. Il Pd guarda la scena lacerato dopo che Gualtieri lo ha costretto ad una inversione di marcia di 180 gradi. Con una buona parte pronta a sconfessare Gualtieri pur di ottenere il favore dei 5 Stelle. C’è un modo per porre fine a questa sceneggiata e tornare a parlare di cose serie. Giorgia Meloni deve confermare senza esitazione i poteri speciali per il sindaco di Roma e trovare un altro candidato alla regione (o far cambiare idea al possibile candidato alla regione) mentre il candidato del centrosinistra deve appoggiare in modo altrettanto inequivocabile la scelta del sindaco romano. Altrimenti sarà solo un’altra puntata di “Scherzi a parte” con Salvini, che invece questa scelta la appoggia, per caso dalla parte giusta. E il governo di centrodestra ben lungi dall’essere una falange compatta comincerebbe ad assomigliare a una ammucchiata priva di direzione.