Terza via o no?
La convention di Dario Nardella a Roma (il 27) lungo la strada del congresso Pd
Qualcuno pensa che alla fine potrebbe nascere un ticket con Elly Schlein per la segreteria. Il sindaco di Firenze intanto si porta avanti e lancia la sua piattaforma per cambiare il partito con un incontro nella Capitale: attesi il sindaco di Bologna Lepore e quello di Napoli Manfredi. Il gioco delle correnti e le prospettive verso le primarie
La “terza via” del sindaco di Firenze Dario Nardella, l’hanno chiamata gli osservatori di movimenti interni Pd. Terza via, intanto, tra la candidatura appena ufficializzata del governatore emiliano Stefano Bonaccini e la disponibilità a correre data dalla neodeputata indipendente dem Elly Schlein. Ma è una terza via dai contorni sfumati, ché qualcuno ci vede l’anticamera di un futuribile “ticket” Nardella-Schlein, chi una proposta politica a metà tra il riformismo e l’attenzione ai temi posti dalla sinistra Pd e chi invece legge nell’evento il momento della presa di coscienza del cosiddetto partito dei sindaci, in un momento in cui però anche il candidato Bonaccini fa appello alle energie dei territori contro le correnti.
E le correnti, a parole cacciate dal campo, sottotraccia non stanno ferme: qualcuno (in area Franceschini) si è già posizionato lungo la direttrice Nardella-Schlein, altri solo su Nardella o solo su Schlein, mentre Base Riformista ha già da tempo espresso la sua preferenza per il governatore dell’Emilia-Romagna (che comunque sottolinea di non voler essere il candidato di questo o di quello). Intanto però la terza via sarà plasticamente in scena domenica 27, a Roma, al cinema Quattro Fontane, sotto le insegne di “Idea Pd-una nuova comunità democratica”, contenitore per proposte lanciato da Nardella a partire da un annuncio su Twitter:“Avete voglia di partecipare, di confrontarvi, di portare idee nuove e forti? Questa è l’occasione. Ci vediamo a Roma, tutti insieme”.
Sono attesi, dal vivo o in collegamento, tra gli altri, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e quello di Napoli Gaetano Manfredi (e i sindaci dem in questi giorni si sono già visti a Bergamo, sotto le insegne dell’Anci). L’obiettivo numero uno dell’assemblea di domenica prossima, dicono negli ambienti vicini a Nardella, “è quello di lasciare le porte aperte alle idee e non quello di creare spaccature nel partito”. Si vuole cioè “mettere a disposizione pensieri ed energie, ma non nella logica antica della lotta tra massimalisti e riformisti, e si cercherà di arrivare alle primarie del 19 febbraio senza strappi”. Ma Nardella si candida? “L’aria è quella”, dice un sindaco, non convinto dall’ipotesi del ticket con Schlein. Si parlerà, a Roma, tra le altre cose, di ambiente (ci sarà anche il botanico Stefano Mancuso) e di lavoro, in modalità “brainstorming”, dice un insider. Sarà presente l’associazione Volt e, per il dibattito sui temi economico-sociali, è atteso il professor Leonardo Becchetti.
Che cosa dirà il possibile candidato Nardella? In attesa del discorso di domenica, restano, come traccia, le parole che il sindaco di Firenze ha detto durante la presentazione fiorentina del suo libro “La città universale” (ed. La Nave di Teseo). “Non vogliamo stare alla finestra. Dobbiamo essere protagonisti a pieno titolo nel congresso del Pd”, aveva detto Nardella: “Convochiamo a Roma un’assemblea nazionale con tutte le forze culturali, sociali e politiche che credono in un nuovo progetto per il centrosinistra italiano. Non vogliamo stare a vedere le destre che compromettono la rinascita economica e sociale del paese, alimentano un egoismo sterile ed ideologico nelle comunità e mortificano l’immagine dell’Italia in Europa. Mi rivolgo a tutti voi, che abbiate votato o meno il Pd a queste elezioni, che ne siate già parte o no: partecipate e aiutateci”. E, in una Toscana dove il governatore Eugenio Giani ha già espresso la preferenza per Bonaccini, Nardella invitava amministratori e attivisti a prendersi “la responsabilità di cambiare profondamente il partito, chiuso in se stesso, incapace di rigenerarsi, coniugando e rilanciando le diverse culture che trent’anni fa hanno dato vita al grande progetto e sogno dell’Ulivo. Laici e cattolici, riformisti e progressisti, nord e sud. Ci batteremo per un congresso che non sia la resa dei conti tra gruppi di potere, anticamera di una scissione, ma sia l’occasione di ritrovare un’identità forte”. Lo ripeterà il 27, Nardella, a schieramenti già in parte delineati?