(Ansa)

A Roma

Schlein si candida: “Faremo un nuovo Pd. Voglio diventare la segretaria”

Gianluca De Rosa

L'ex vicepresidente dell'Emilia-Romagna scende in campo: "Non voglio una resa dei conti. Costruiamo insieme questo nuovo progetto. Dietro di me nessuna corrente". Oltre quaranta minuti di discorso, tra diseguaglianze, migranti, sanità territoriale e attacchi all’ex Renzi. Ci sono anche Provenzano e Boldrini

La notizia è già nota dal qualche giorno: Elly Schlein si candida alla guida del Pd. E però, alle dieci di domenica mattina, per assistere al momento dell’ufficializzazione sono in tanti ad attendere in fila. Siamo a Roma, al Monk, ex circolo Arci, Gerusalemme della musica indie romana, luogo per gente di sinistra che pensa, ma ama anche divertirsi (ultimo evento politico da queste parti l’Agorà democratica in cui Enrico Letta e Nicola Zingaretti hanno incontrato giovani promettenti, è già un indizio). La gente aspetta sotto inattesi e velati raggi di sole. Qualcuno è scaramantico e ci vede un presagio: “Guarda che sole dopo tutta quella pioggia, è un segno, vinciamo!”.

L’ex ministro Peppe Provenzano arriva sgasando sulla sua vespa rossa, si leva il casco, si pettina i capelli controllando il ciuffo sullo specchietto, poi si accorge della fila. E adesso? Tira fuori lo smarphone, finge una conversazione e si butta. Fila superata in modo non proprio democratico, ma tant’è. Con lui per sostenere Schlein ci sono diversi parlamentari dem (oltre a una nutrita delegazione di consiglieri e assessori romani e laziali). Laura Boldrini (che con l’ex vicegovernatrice dell’Emilia-Romagna condivide il portavoce e al termine dell’evento l’abbraccia come una sorella), Marco Furfaro, Cecilia D’Elia e Arturo Scotto, ma soprattutto Michela Di Biase, parlamentare dem e moglie di Dario Franceschini.
 

I cronisti non possono non chiederglielo. “Elly dice di essere indipendente, ma dietro ci sono Franceschini, Letta, Zingaretti (insomma i soliti notabili ndr), d’altronde proprio Letta diceva che una donna dovrebbe guidare il partito da tempo non sospetto?”. 
Di Biase risponde piccata: “Forse proprio perché Elly è una giovane donna c’è tutta questa attenzione a dire chi c’è dietro? Chi l’appoggia? Meschinità”.

Al Monk comunque c’è tantissima gente. E sorge un dubbio: ma come hanno fatto tutti questi ambientalisti militanti ad arrivare qui con la domenica ecologica che vieta la circolazione alle auto? Avranno tutti la ibrida? “Noi siamo venuti a piedi, viviamo qui dietro a Casal Bertone”, spiegano Aida e Stefano, coppia di ricercatori prossimi alla pensione. “Abbiamo votato anche i 5 stelle, ma Conte è un populista, Elly ci piace, dice le cose giuste, è per il popolo, ma purtroppo anche oggi il popolo non c’è, siamo a Portonaccio, ma sembra di essere dentro la Ztl, è un peccato”.

 

 

Dentro al teatro, magari di radical chic, ma pur sempre pienissimo (è stata addirittura allestita una diretta video in un’altra sala), ieri sera si ballava al Poppe party, serata super genderfluid organizzata insieme al Gay center, questa mattina l’aspirante segretaria ringrazia l’interprete dei segni: “E’ una cosa importantissima”, poi invita a parlare quelli che ha scelto come testimoni della sua candidatura.

C’è Elvira Tarsitano, assessora all’Ambiente e, attenzione, alla Bioeconomia di Mola di Bari, che attacca il Pd - "Questo partito è diventato un’aberrazione”  - e cita una scienziata alla quale “non hanno dato il Nobel perché era una donna”.  C’è Michele Franchi, sindaco di Arquata del Tronto ed ex compagno di università di Schlein, “con cui – dice lei – protestavamo contro la riforma Gelmini”.  “Bello vederti dopo tanto tempo – risponde lui – dai tempi di Bologna. Sono iscritto da tempo al Pd ma non partecipo molto perché i capi corrente hanno allontanato le persone, pure le più belle come te”.

 

E in fondo è su questo che Schlein si deve difendere: è davvero una rottamatrice in salsa sinistra (“Serve una nuova classe dirigente”) come crede il sindaco di Arquata o è la candidata dei soliti noti? Lei si difende spiegando: “Tutti si chiedono chi ci sia dietro, vorrei chiarire un punto: io sono sopravvissuta in questi anni proprio per avere rifiutato le logiche di cooptazione correntizia, non l’accetterei quindi di certo adesso, sarei fessa”. Poi scherza: “Non farò una corrente anche io, mi garantisce il nome: non ci saranno mai gli schleiniani, è impronunciabile”. E assicura: “Cambieremo il modello organizzativo del partito con le primarie per scegliere i candidati parlamentari in modo da rispettare i territori e la parità di genere che per l’ennesima volta è stata sacrificata” . 

 

Intanto, si candida. L’annuncio arriva in climax ascendente, dopo quaranta minuti di discorso che spazia tra diseguaglianze, migranti, sanità territoriale e attacchi all’ex Renzi (“Ha lasciato solo macerie e allontanato tanti come me dal partito”). Schlein che nel comiziare ha la precisione chirurgica di quelli bravi, alza i giri del motore vocale e lo dice tutto d’un fiato: “Costruiamo insieme questo nuovo progetto per dimostrare che io posso diventare la nuova segretaria del Partito democratico (pronunciato per intero ndr)! Io insieme a voi – ripete – voglio diventare la nuova segretaria del partito democratico”.

 

Parte un applausone che in pochi secondi si trasforma in un coro: “Una mattina mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao ciao ciao…”. Calma, calma. Schlein ricorda: “Questa settimana prenderò di nuovo la tessera de Pd per rispetto di questa comunità”. E’ il primo caso di candidatura alla segreteria di un partito che precede l’iscrizione al partito stesso. Ma Schelin ha già un manifesto. “Non voglio una resa dei conti identitaria, ma fare il nuovo Pd tenendo insieme questa comunità, le sue anime, non rinunciando però a un’identità chiara, comprensibile e coerente, oggi la sfida è come affrontare un modello di sviluppo neo liberista insostenibile per le persone e il pianeta su questo dobbiamo confrontare le nostre diversità”.

 

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