oggi l'incontro a palazzo chigi
La manovra Meloni spacca i sindacati. Landini: "Andiamo avanti con gli scioperi"
Dopo il colloquio con la premier, Cgil e Uil confermano il giudizio negativo sulla legge di Bilancio e gli scioperi generali organizzati in diverse regioni. Sbarra (Cisl): "Ci sono criticità ma dal governo c'è disponibilità a valutare miglioramenti".
Ancora prima che l'incontro con la premier Giorgia Meloni avesse luogo, le organizzazioni regionali di Cgil e Uil avevano già deciso di convocare lo sciopero generale. Al termine del colloquio, com'era facile prevdere, le mobilitazioni restano confermate. "Abbiamo confermato il giudizio negativo sulla manovra, in particolare sui redditi. Abbiamo posto il tema della precarietà e il problema sul fisco e l'evasione. La logica della flat tax è sbagliata. Le risposte del governo hanno confermato profonde distanze sul fisco e sulla precarietà", ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini fuori da Palazzo Chigi. "È necessario proseguire la mobilitazione e richiedere modifiche profonde a una manovra che rischia di impoverire ulteriormente le persone". Così dal 12 al 16 dicembre in Italia saranno distribuite 21 mobilitazioni, una per regione.
A seguire Landini su tutta la linea c'è Pierpaolo Bombardieri, il segretario generale della Uil, che entrando nel merito dei contenuti ha aggiunto: "Non c'è risposta all'emergenza dei salari e delle pensioni. Avevamo chiesto di detassare la tredicesima, gli aumenti contrattuali e in manovra non c'è nessuna misura. C'è un intervento sul cuneo fiscale, ma parziale, fino a 20 mila euro, che secondo noi è insufficiente". Riferendo quanto detto alla premier, Bombardieri ha aggiunto che "rispetto alle misure che intervengono sul fisco, sul tetto del contante a cinquemila euro, sul condono e sul Pos, la sensazione che abbiamo è che questa manovra dica che in questo paese si possano evadere le tasse e che questo lo si possa fare a danno dei lavoratori dipendenti e pensionati che pagano quasi il 90 per cento dell'Irpef di questo paese".
Dal canto suo, Meloni ha difeso l'impianto della manovra, dicendo ai sindacati che "spetta ai governi la responsabilità di fare delle scelte", perché "se mettessimo in fila tutte le richieste, non ci sarebbero comunque le risorse per fare tutto". E ha poi rivendicato che non c'è "nessun segnale di lassismo" sull'evasione fiscale. Rassicurazioni che non hanno convinto i segretari generali di Cgil e Uil, ben più critici della Cisl, che al momento non sembra intenzionata a scendere in piazza. Anzi, proprio il segretario Luigi Sbarra ha riferito di positive aperture da parte del governo: "Meloni ha riconosciuto come le proposte avanzate siano condivisibili, impegnandosi come governo a un supplemento di valutazione e a considerare la possibilità di operare miglioramenti durante l'iter di approvazione", ha detto dopo l'incontro. "Consideriamo rilevanti e significativi gli impegni assunti. Ora è importante dare seguito alle disponibilità annunciate sia migliorando la legge di Bilancio, sia nella prospettiva di avviare una stagione di cambiamento partecipato sulle riforme", ha concluso Sbarra, prendendo così le distanze dal giudizio negativo degli altri partecipanti al tavolo.
Nel merito, i principali temi sollevati da Sbarra su cui la premier si sarebbe detta disponibile a nuovi approfondimenti riguardano la piena rivalutazione di tutte le pensioni, l'eliminazione dei vincoli su opzione donna, il rafforzamento sul cuneo fiscale e la decontribuzione per assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne. Ma è il punto di partenza delle richieste avanzate da Cisl, Cgil e Uil che rende la posizione del governo più vicina a quella della prima sigla sindacale, che ha accolto con favore l'intenzione di convocare due tavoli di confronto su lavoro e pensioni al ministero guidato da Marina Calderone. Iniziativa che invece è stata liquidata da Bombadieri: "Con i tavoli non si pagano le bollette e non si mangia". Uno slogan che Bombardieri e Landini sono pronti a scandire anche dalle piazze.