Lega Ddr
Una serata con il "meccanico" Zaia. Sorrisi e diritti. Segretario della Lega un giorno?
Parla di omosessualità, fine vita, giovani e smonta la narrazione di Salvini. A Roma, va in scena la Zaja dance. Sangiuliano alla consolle. Il governatore del Veneto: "Meloni? Ha parenti veneti, ovvio!"
Roma. I leghisti lo avranno un giorno segretario? Benvenuti all’officina Zaia: si paga pure con il pos! A sei anni, come regalo di compleanno, ha ricevuto una tuta da meccanico. A diciotto, dopo gli esami, partiva con gli amici per Marbella (“sulla Citroën due cavalli della mamma”). Legge Salgari, Yourcenar e Gibbon. Fa le dirette con Dj Albertino su M2o: “Lavorando in discoteca mi sono pagato la laurea”. Alla presentazione del suo libro, ieri, a Roma, “I pessimisti non fanno fortuna” (Marsilio) si è ballata la Zaja dance: “Ochio, serve una certificazione young. Giovani, giovani!”.
Senza microfono Luca Zaia, leghista e governatore del Veneto, in una sala dell’Hotel de Russie, era tecnico del suono, intervistatore, intervistato (“perdonateci, Ilaria D’Amico sta arrivando. Il ritardo è colpa nostra”). Per oltre dieci minuti ha ricoperto pure l’incarico di direttore di sala. Rivolgendosi all’organizzazione: “Permettete, qui servono altre sedie. E signori: indicazioni, indicazioni. Come fa un ospite a capire quale sia la sala? Dettagli, dettagli”. E’ arrivato con un’ora di anticipo (“puntualità amici, puntualità”) e ha rilasciato un’intervista (“Uno, due, tre prova. L’audio, ragazzi, ochio”) al Tg2, al Tgr a Rai news 24 (“Presidente, ci stiamo per collegare. E Zaia: “salve, bentrovati”). Sbirciamo la lista degli inviti. E’ nelle mani dell’eccezionale Angelica Ferrara: l’ambasciatore tedesco, Viktor Elbling, il giudice costituzionale, Luca Antonini, il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio… C’erano ben tre capi di gabinetto dei rispettivi tre ministri Abodi, Calderoli, Casellati. La quota Rai era rappresentata da Paolo Corsini e Serena Bortone. Per la Lega: Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente, e Massimiliano Romeo. Romeo, lei che ci fa qui? “Per il presidentissimo!”.
In Veneto il cognome Zaia si scrive Zaja con la j che è la consonante dell’astuzia, la “i” che la sa lunga. Presidente Zaia, la Lega di oggi? “Ochio, ragazzi, non facciamo cagnara. Unità”. A tal proposito, parlando di unità leghista, le ultime da Varese Est: lo staff di Matteo Salvini ha ieri rimosso dalla chat Paolo Grimoldi, il vice Bossi, colpevole, a sua volta, di aver postato nella chat un intervento di Massimiliano Fedriga, intervento a sua volta, rimosso. Sapete perché Zaia vince con oltre il 70 per cento dei consensi in Veneto e perché lo amano pure a Napoli? Perché è serio ma non si prende sul serio. Quando Ilaria D’Amico, che moderava, gli ha ricordato che la prima donna premier è nata a Roma, Zaia ha replicato: “Ma è chiaro che avrà parenti veneti!”.
La madre di Zaia ha un nome che è musica per i meridionali: Carmela. Il padre, il meccanico che gli ha insegnato a smontare le automobili (una volta Zaia disse a un’amica: “Tranquilla, con me non devi temere. Se la macchina si ferma io sarei capace di smontare e rimontare un motore”) si chiama Bepo, da Giuseppe. Quando Zaia è andato a Marbella (“un viaggio come quello di Goethe”) ha percorso 3.300 km. A un giornalista veneto ha confidato: “Ho scritto pure il diario di quel viaggio”. Luca De Michelis, che è l’editore serenissimo di Marsilio, non vede l’ora di strapparglielo. Presidente, ma quest’ultimo, perché lo ha scritto? “Ma ovvio, perché sono ottimista, l’ho scritto per i giovani. Ai giovani non si può fornire una narrazione del paese in malora. Basta!”. Sentite come lo ha presentato: “200 pagine, 9 capitoli e introduzione. In breve”.
Se lo leggesse Elly Schlein come si mette? Zaia e l’omosessualità: “Ragazzi, ochio. L’unica patologia è l’omofobia. Ma scherziamo? Siamo ancora qui a parlare di queste robe? Libertà amici, libertà”. Fine vita: “Se un giorno dovesse toccare a me, vorrei aver avuto la possibilità di decidere”. A metà presentazione è arrivato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che è riuscito a paragonare Zaia, spergiuriamo che l’elenco è suo, a “Giolitti, Giovanni Amendola, Benedetto Croce, Giovanni Gentile”. E poi: “Perché i politici della genìa di Luca hanno la capacità di alzare lo sguardo dalla quotidianità all’immanente”. Ancora: “Ma Zaia è anche un conservatore nell’espressione. E’ l’uomo che guarda il fuoco perché nella lingua indoeuropea …”. Un campione si vede dalle risposte. Questa è quella di Zaia: “Grazie Gennaro, quando servi ci sei sempre”. Perché solo il Veneto deve avere questo privilegio?