La Lega Ddr

La tribù di Salvini. Doppi e tripli incarichi. La Lombardia come metafora della crisi della Lega

Carmelo Caruso

Nella regione simbolo del Carrocio i fedelissimi del segretario si sono collocati. Contratti in enti, nel partito. Lo strapotere di una classe dirigente che gestisce la Lega lombarda in famiglia

I partiti iniziano a morire così. Muoiono quando al posto della Luna iniziano a promettere contratti di collaborazione. I partiti muoiono quando a un dirigente si permette di mettere i piedi sul tavolo. La Lega in Lombardia, dove ha il suo cuore, sta morendo circondata dai suoi cari. Una tribù di parenti si distribuisce incarichi, li cumula, si nomina, si premia, si commissaria, commissaria il commissario. A Cologno Monzese il sindaco leghista è stato fatto dimettere da un altro leghista. Secondo voi chi hanno premiato? Chi ha sfasciato una giunta o chi la guidava? A Milano il capogruppo della Lega in comune è pure collaboratore in regione. Lo è anche la sua compagna. Perché un militante dovrebbe volantinare per questo partito tribù?


I partiti nascono diversi ma muoiono tutti allo stesso modo. Pure la frase è uguale. La pronunciano i dirigenti quando c’è odore di fine: “Adesso pensiamo a noi”. La Lega, una parte di Lega, in Lombardia, la regione chiave, la regione che va al voto, la regione dove è forte il Comitato nord, si sta occupando del futuro. Il suo. Capogruppo al comune di Milano è un giovane leghista. Il suo nome è Alessandro Verri. Ha un incarico così prestigioso e impegnativo che molti leghisti si chiedono come faccia a essere nello stesso tempo capogruppo e collaboratore di Riccardo Pase, consigliere regionale.

 

In regione lavora anche la compagna di Verri. Chi è Pase? E’ il regista di una classica operazione da fuoco amico ai danni della Lega. Pochi mesi fa, a Cologno Monzese, ha partecipato alla “cospirazione” che ha portato alle dimissioni cinque consiglieri comunali del Carroccio e fatto cadere Angelo Rocchi, anche lui leghista. FdI aveva chiesto a Rocchi di ridimensionare il ruolo dell’assessore Dania Perego. Si tratta della moglie di Pase che era anche segretaria citadina della Lega. Ovviamente ha perso il meno tutelato, ma il più rispettato dalla comunità. Ha perso Rocchi. A Cologno hanno invece dovuto rinunciare a un buon sindaco per il capriccio di un potente.

 

Nel Ticino è andata per fortuna meglio. Si fa per dire. Un altro consigliere regionale della Lega, Curzio Trezzani, ha ottenuto che a guidare il Parco del Ticino fosse una persona a lui vicina. E’ la moglie. Si chiama Cristina Chiappa. Si sono sposati nel 2019 con rito celtico così come documentano i giornali locali. Sia Pase che Trezzani sono leali fanti del segretario della Lega lombarda, Fabrizio Cecchetti (ha ostacolato in tutti i modi quel galantuomo di Attilio Fontana nel suo momento più complesso; quando doveva lottare contro Letizia Moratti) e di Eugenio Zoffili, che è vice di Cecchetti. Sia Zoffili sia Cecchetti sono a loro volta parlamentari. La moglie di Cecchetti, Laura Santin, è stata questa domenica riconfermata segretaria della Lega di Como e siede anche nel Cda di Como acqua. Se si sommano i suoi a quelli del marito e si aggiungono pure quelli del vice del marito (è capogruppo Affari esteri alla Camera, presidente della Bicamerale Schengen; consigliere comunale a Erba, vicesegretario Lega Lombarda) si arriva quasi allo stesso numero di Alessio Zanzottera. E’ uno dei giovani leghisti più amati da Salvini e dal duo Cecchetti-Zoffili.

 

Zanzottera ha ben quattro incarichi: collabora con la regione Lombardia con uno stipendio da 35 mila euro. Dal 5 agosto del 2022 è amministratore unico di Anci lab, una società che supporta le amministrazioni locali lombarde (incarico da 80 mila euro) ma è anche vicesindaco del comune di Santo Stefano del Ticino oltre a essere commissario provinciale della Lega del Ticino. Fino a pochi mesi fa, quando Zoffili (avevamo dimenticato pure questo) era commissario della Lega in Sardegna (stavano scappando tutti i militanti) Zanzottera era capo di gabinetto dell’assessorato degli Affari regionali della Sardegna. Raccontano che lui stesso abbia chiesto alla regione Lombardia di abbassare l’importo della sua collaborazione per evitare di superare alcuni tetti.

 

Due incarichi li ha anche Deborah Giovanati. E’ consigliere comunale di Milano e anche consigliere regionale in Lombardia. E’ un nome importante. E’ la donna sui cui punta Salvini alle regionali. Per farla eleggere è stata mobilitata l’europarlamentare Silvia Sardone, da pochissimi giorni nominata commissaria della Lega di Milano. Sardone ha un altro incarico. Siede pure lei al Consiglio comunale di Milano. La Lega di Milano è commissariata da sei anni. Dice un leghista: “Siamo al commissario del commissario”. Prima della Sardone il commissario era Stefano Bolognini. E’ assessore regionale allo Sviluppo città metropolitana, giovani e comunicazione della Regione Lombardia. L’accordo è che Sardone faciliti l’elezione della Giovanati. Ma Sardone è pure la compagna di Davide Caparini, l’assessore al Bilancio della Regione Lombardia. Tirate le somme. Cosa resta a un militante? I consigli comunali sono occupati. In regione collaborano i consiglieri comunali. Nei parchi lavorano le compagne dei consiglieri regionali. Chiamano ancora assemblee della Lega i loro pranzi della domenica.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio