Il caso

Meloni a Bruxelles: "Sull'energia risposte inefficaci". Oggi il giudizio sulla manovra

La premier e lo stress test tra legge di Bilancio e debutto al summit europeo

Simone Canettieri

La Commissione si esprime sulla Finanziaria: c'è aria di promozione, con qualche raccomandazione. Da domani via al Consiglio europeo. Gas e migranti i primi scogli

Si presenterà a Bruxelles forte del motto “più Italia in Europa e non viceversa”. Anche se appena atterrata, nel pomeriggio, sarà già alle prese con il primo esame: oggi la Ue si esprime sulla manovra. E’ il giorno della pagella.

Alle 12 il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni, da Strasburgo, rilascerà le prime dichiarazioni sulla Finanziaria. Tira aria di promozione. Con alcuni fari puntati sul tetto ai contanti, sull’uso del Pos e anche sulle pensioni.  Il giudizio, e dunque eventuali raccomandazioni, impatteranno sui fondi del Pnrr, dossier di per sé complicato. Inizia così la trasferta della premier: stasera la cena di gala del vertice euroasiatico, domani il debutto nel Consiglio europeo. 


Meloni si presenta a Bruxelles con in dote un voto larghissimo a favore del nuovo invio di armi all’Ucraina. Tutta la maggioranza, al di là dei distinguo linguistici della Lega, è con lei. Ma anche un bel pezzo di opposizione, con la sponda di Pd e Terzo polo. “Sosteniamo una più stretta collaborazione Ue-Nato”, dice alla Camera durante l’informativa sul Consiglio di domani. Contro Putin servono armi e sanzioni, “dolorose ma efficaci”, ripete Meloni. Pronta a reclamare un ruolo “ancora più incisivo dell’Europa” a sostegno dell’Ucraina alle prese con l’invasione russa.  Fin qui va tutto bene. Diventa più complicata la missione della premier davanti agli altri dossier. A partire dai migranti. Davanti ai colleghi europei, la leader della destra potrebbe finire nel mirino dei paesi del nord, a partire dalla Germania, sul tema dei movimenti secondari.

Nelle riunioni preparatorie al vertice, alcuni paesi  hanno sollevato l’argomento “con forza” ponendo sul tavolo una questione: in attesa della riforma del regolamento di Dublino occorre una soluzione tampone. Il tema migranti non compare ufficialmente nell'agenda del Consiglio europeo, ma sarà discusso nell’ambito del capitolo “Vicinato meridionale”. L’argomento, dopo la crisi diplomatica con la Francia, continua a essere molto sentito a Palazzo Chigi. D’altronde fa parte del core business meloniano: “Bisogna passare dal dibattito sulla redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Ue”, dice ancora la premier. E’ una miccia posizionata sul tavolo dei grandi d’Europa: la discussione potrebbe accendersi e durare più del dovuto. Tutto dipenderà dalla posizione dell’Italia. 


Tuttavia siamo ancora agli antipasti. Il piatto forte del Consiglio riguarda la questione energetica. Da parte del governo c’è un forte malcontento per la risposta che finora è arrivata dalla Ue. “Insoddisfacente e inattuabile”.

La capa dell’esecutivo parla di ritardi nella reazione e ce l’ha anche con gli egoismi di chi vuole far da sé. E ce l’ha con la Germania, anche se non la cita direttamente. Sulla crisi energetica annuncia: “Siamo pronti a fare tutto quello che c'è da fare per fermare la speculazioni”. Salvo aggiungere con un pizzico di malcelata polemica: “A guidare la trattativa ora sono i Paesi considerati non sovranisti, ma stiamo andando in ordine sparso, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi, se necessario a scapito degli altri”. La soluzione proposta è sempre la stessa: “Un tetto dinamico al prezzo del gas e dell'energia”. Anche non arrivano buone notizie in questo senso. Ieri  i ministri europei dell’Energia hanno compiuto “moderati progressi” sul price cap ma restano divisi sulla definizione delle soglie per l’attivazione del meccanismo di correzione dei mercati. La discussione slitta ora all’ultimo Consiglio sull’Energia dell'anno, in programma il 19 dicembre. Nulla da fare dunque nonostante una riunione durata otto ore, fra bilaterali e multilaterali. L’attenzione si sposta così sul vertice che inizierà domani. L’obiettivo della presidenza del Consiglio Ue non è nascosto: bisogna non ripetere lo stesso dibattito dei precedenti appuntamenti, mostrando che l’Europa “ha fatto passi avanti”.

Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta, e non sarà dunque un debutto qualsiasi.  Così come si annuncia corposo il dibattito sulle relazioni tra Ue e Usa e sul nodo delle conseguenze per l’Europa dell’Inflaction Reduction Act voluto  dall’Amministrazione Biden. Anche se in questo caso Meloni si attende una risposta unitaria a sostegno delle imprese, con una sorta di sovranismo europeo per evitare la fuga delle aziende in America. Ma chi saranno gli alleati della premier? Al di là dei noti rapporti con Emmanuel Macron, ci sarà da capire anche se ci saranno frizioni dirette con la Germania. Fra i temi all’ordine del giorno c’è la ricerca di un nuovo strumento di debito, una specie di Sure energetico, per aiutare, come ai tempi della pandemia, famiglie e mondo produttivo. La Germania frena. Saranno giorni intensi, dunque. E si inizierà subito a fare sul serio: con il giudizio della Commissione sulla manovra. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.