Opa sinistra
Conte usa le regionali in Lazio e Lombardia per fare impazzire il Pd
Il capo del M5s vuole una candidata in grado di mandare in cortocircuito gli elettori dem. Per adesso ha provato a convincere Bianca Berlinguer e Sabrina Ferilli. Ma trovare un candidato non è facile. In Lombardia gli iscritti grillini hanno votato per l'accordo, ma adesso l'avvocato pugliese vuole trattare sul nome e contesta Majorino
A un certo punto è spuntata persino l’ipotesi Sabrina Ferilli. Giuseppe Conte è in preda all’ansia di distruggere il Pd. E dunque le sta provando tutte. Il candidato per le prossime elezioni regionali in Lazio ancora non c’è. Ma due cose sono certe. La prima è che non si torna indietro. Il M5s insieme a Sinistra italiana e al coordinamento 2050 di Stefano Fassina e Loredana De Petris correrà in solitaria contro la colazione Pd, Terzo polo, Europa Verde, Demos, Psi e +Europa che sostiene l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. La seconda è che pur mancando ancora il candidato, l’identikit per il Lazio già c’è: una donna, civica, ma, soprattutto, in grado di mandare in cortocircuito l’elettore medio di sinistra. Un nome spiazzante, che possa allo stesso tempo drenare voti dall’elettorato dem più affezionato e dare nuova linfa all’opa ostile di Conte sull’immaginario della sinistra.
E così per prima cosa l’avvocato pugliese ha contattato la giornalista Bianca Berlinguer. “Ve l’immaginate i vecchi elettori del Pci che si trovano il nome ‘BERLINGUER’ sulla scheda elettorale?”, devono aver detto con sadico godimento in via del Campo Marzio. L’ex direttrice del Tg3, forse intuendo l’operazione, ha declinato con cortesia l’offerta. Poi, secondo quanto riportato da Repubblica, Conte avrebbe tentanto la via dell’attrice che nel 2001 fece impazzire i romanisti. Ma la Ferilli non è solo un simbolo del tifo giallorosso, è anche una nota icona della sinistra pop. Il padre era un dirigente del Pci, e lei, lo ripete a ogni intervista: “Ahò, io ho sempre votato comunista”. Negli ultimi anni però, l’attrice rimarca spesso la sua delusione per il Pd che nel 2016 la spinse a votare per Virginia Raggi sindaco di Roma. Insomma, un nome ottimo per far transitare tutta una storia politica da un partito a un altro. Anche lei però, dice Repubblica, avrebbe gentilmente declinato. Dallo staff del M5s si sono affrettati a smentire “Mai contattato Ferilli”. Chissà. Di certo c’è che il profilo sognato da Conte somiglia terribilmente a qualcosa del genere. Berlinguer, Ferilli... andrà bene con la prossima?
Trovare un candidato è un’operazione tutt’altro che semplice. L’idea iniziale era Livio De Santoli, ma il professore di Ingegneria aeronautica della Sapienza, alla fine, ha rifiutato. D’altronde si tratta di un’offerta poco allettante. Non solo c’è la matematica certezza di non vincere, ma inoltre è quasi sicuro che la coalizione grillina arriverà terza. La legge elettorale laziale, per il terzo schieramento, non prevede l’elezione automatica del candidato presidente in consiglio. Insomma, la prescelta per andare almeno alla Pisana dovrebbe mettersi anche in lista raccogliendo le preferenze. Per di più, è scontato, ogni voto che la coalizione di Conte e Fratoianni prenderà, sarà un voto tolto alla coalizione a trazione dem che appoggia Alessio D’Amato, già indietro rispetto alla destra. Insomma, per dirla con il segretario di Europa Verde Angelo Bonelli, che ieri ha annunciato una lista rossoverde, questa volta con il movimento romano Sinistra civica ecologista, a supporto di D’Amato, candidarsi contro i dem “è un favore sicuro alla destra”.
In Lombardia invece l’accordo sul programma tra M5s e Pd è stato siglato e persino bollinato, con maggioranza bulgara, dal voto dei grillini lombardi. “Un altro modo per intervenire nel congresso del Pd”, hanno subito detto i maliziosi, visto che il candidato in pectore è Pierfrancesco Majorino, vicino a Elly Schlein, la candidata alla segreteria dem considerata la più adatta per riprendere i contatti rossogialli. Ma sembra più una malizia che altro. Ora il capo del M5s questiona sui nomi. Ricorda che Majorino è eurodeputato del Pd, lasciando intendere un possibile coinvolgimento nello scandalo dei rapporti con il Qatar. Insomma, gioca al rialzo e nessuno esclude che alla fine possa rompere anche in Lombardia. L’importante d’altronde è distruggere il Pd e certificare una nuova egemonia nel centrosinistra.