Il caso

Il casting in Rai di Conte e Casalino per il Lazio è un mezzo fiasco

Gianluca De Rosa

Il capo del M5s ha trovato il suo candidato "televisivo" per le regionali. Si tratta di Donatella Bianchi, conduttrice di "Linea blu" ed ex presidente di Wwf Italia. Con la sua candidatura Conte imita il Pd anche nei metodi. Dopo Piero Badaloni e Piero Marazzo è la terza volta che un volto Rai cerca la scalata della Regione Lazio

Un grillino euforico perché alla fine  la quadra è stata trovata lo dice con una battuta: “Hanno invertito nome e cognome”. In effetti, si era partiti con Bianca Berlinguer e si è arrivati a Donatella Bianchi. Di cosa parliamo? Ovviamente del candidato del M5s per le prossime elezioni regionali in Lazio (si vota a metà febbraio e fino a ieri i grillini erano l’unico schieramento ancora senza un candidato). Dopo un lungo tribolare il capo del M5s Giuseppe Conte ha finalmente trovato il profilo giusto, Donatella Bianchi appunto. La notizia, Conte l’ha data ieri dalle colonne di Avvenire, il quotidiano cattolico con il quale il capo del M5s ha iniziato ad avere un rapporto privilegiato per le comuni pelose posizioni sulla guerra in Ucraina (no armi a Kyiv per fermare il conflitto). Nata e cresciuta a La Spezia, 59 anni fa, Bianchi è stata presidente del Wwf Italia (2014);  dal 2019 è presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre e nel 2020 proprio Conte la nominò nel comitato di esperti presieduto da Vittorio Colao per la ripartenza dopo l’emergenza Covid. Ma è per la sua (relativa) notorietà televisiva che Giuseppe Conte l’ha scelta. Dal ’94 conduce su Rai 3 “Linea blu”, il programma  di divulgazione dedicato al mare. Prima ancora è stata uno dei volti del telegiornale regionale Rai del Lazio.


Per fare scouting, d’altronde, Conte aveva scelto gli studi Rai di Saxa Rubra. Forte dell’asse Casalino-Carbone-Matano, l’avvocato di Volturara Appula si era messo alla ricerca tra i volti dei programmi e dei telegiornali della tv di Stato, suscitando a Viale Mazzini anche qualche malumore. Non si aspettava però che l’operazione potesse essere così complicata. Al provino per il ruolo di candidato governatore del M5s non si è presentato  nessuno. L’ex premier grillino aveva provato prima a convincere Bianca Berlinguer (“Sai che effetto per gli elettori di sinistra vedere quel cognome sulla scheda elettorale”, si erano dati di gomito in via del Campo marzio). Poi, incassato il primo no, Conte aveva cercato Luisella Costamagna: la giornalista scuola Santoro (e vincitrice nel 2022 di Ballando con le stelle), non ha mai nascosto una simpatia per il Movimento, che però non è bastata a convincerla a candidarsi. Altro nein. Ma Conte non s’è perso d’animo, e alla fine ha trovato proprio quello che cercava: una donna con un profilo ecologista, ma soprattutto con una certa notorietà televisiva (c’è ancora chi giura che il vero sogno di Conte fosse Sabrina Ferilli). 


D’altronde il capo grillino punta, gramscianamente, all’egemonia culturale sulla sinistra. E così dopo la pace, il rapporto privilegiato con la Cgil, ora imita il Pd anche nei metodi. La candidatura del giornalista in effetti è un topos democratico. Non è un caso che la senatrice del M5s Alessandra Maiorino ieri replicava così al deputato dem Andrea Casu che chiedeva di “fermare le porte girevoli” tra Rai e politica pretendendo l’addio di Bianchi a Linea Blu: “Noi – ha scritto con una certa dose di ragione Maiorino in una nota – sappiamo benissimo che la Rai non ha le porte girevoli, mi chiedo però se lo sappia lui visto che la storia del Pd è costellata di candidati giornalisti che, dopo aver ricoperto ruoli politici, poi in Rai ci sono prontamente tornati”. 


La tradizione, è vero, è antica. E in Lazio ha avuto forse la sua massima espressione con un decennio di candidati giornalisti. Tutto cominciò con Piero Badaloni, volto notissimo del Tg1 che nel 1995 si candidò e divenne governatore con l’appoggio del centrosinistra. Proprio lui, scherzi della sorte, è oggi il capo del comitato elettorale di Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità della giunta Zingaretti candidato alla corsa per il Lazio con l’appoggio di Pd, Terzo Polo, Europa verde, +Europa, Psi, Demos, Sinistra civica ecologista. Praticamente tutto il campo largo con l’eccezione di Sinistra italiana e il coordinamento 2050 di Stefano Fassina e Loredana De Petris che, con una lista unica, sosterranno insieme ai grillini la conduttrice di Linea Blu. Dopo Badaloni (sconfitto nel 2000 da Storace), era il 2005, arrivò un altro formidabile Piero che il Pd pescò in Rai per conquistare lo scranno più alto di via Cristoforo Colombo. Piero Marazzo all’epoca era il notissimo conduttore del programma “Mi manda Rai tre”. I Cinque stelle, offrono solo il terzo posto, e quindi  hanno dovuto puntare più in basso, ma trovando quanto meno una coerenza programmatica. L’impegno al Wwf e nella divulgazione del mare di Bianchi corrispondono almeno sui temi al profilo che Conte sognava. La conduttrice per adesso non si dimetterà dal suo ruolo di presidente del Parco delle Cinque terre, come chiedeva ieri il governatore ligure Giovanni Toti. Anche perché, lo sa anche lei, la battaglia per il Lazio è praticamente impossibile. In caso di terzo posto, anche solo per entrare in consiglio regionale Bianchi dovrà raccogliere le preferenze.

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