La linea di Schillaci
Sul Covid Meloni segue il “modello Speranza”, mentre dice il contrario
Vaccini, mascherine, assembramenti. La circolare del ministero della Salute conferma piena continuità. Un “cambio di rotta” solo a parole
Dopo quasi due mesi di attesa dal ritiro del documento del 3 novembre, il ministero della Salute ha pubblicato la circolare con le indicazioni alle regioni per la gestione dei casi di Covid in vista della stagione invernale 2022-2023. Quella autunnale è stata ormai superata con una sorta di autogestione. Si tratta di un documento in piena continuità rispetto a quanto previsto dalla precedente gestione dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza.
Nonostante le dichiarazioni di facciata del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha parlato di un cambio di rotta rispetto a un “modello restrittivo adottato in passato che non ha funzionato”, nella circolare del ministro della Salute Orazio Schillaci si continua a prevedere, in caso di peggioramento del quadro epidemiologico, il ricorso alle mascherine negli spazi chiusi per proteggere le persone a rischio di malattia grave, così come al lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi a rischio assembramento. Meloni, strumentalmente, preferisce parametrare le scelte di oggi non su quanto previsto nei mesi più recenti ma sulla situazione dell 2020, quando quando non esistevano né i vaccini né i farmaci antivirali che oggi permettono di curare a domicilio le persone più a rischio. La premier ignora volutamente quel “cambio di passo” richiamato a più riprese dall’ex ministro Speranza dopo una campagna vaccinale di successo che ha portato oltre il 90 per cento della popolazione italiana a completare nel 2021 il ciclo vaccinale primario, e circa l’87 per cento a ricevere una terza dose, permettendo così un ritorno alla normalità in sicurezza.
Nella nuova circolare, rispetto al testo pubblicato a settembre e, soprattutto, rispetto a quello inviato per errore alle regioni a novembre, ci sono pochissime novità dettate dall’evoluzione normativa degli ultimi mesi. Non si parla più ad esempio di gestione dei casi di soggetti positivi al Covid in regime di quarantena ma di sola autosorveglianza. Sembra invece che al ministero della Salute si siano scordati di adeguare la parte della circolare riguardante la gestione della sicurezza dei servizi sanitari dove si continua a leggere come “l’organizzazione dei servizi dovrà comunque tenere conto della necessità di gestire in sicurezza l’accesso alle strutture sanitarie da parte dei visitatori”. Difficile capire come la si potrà gestire con l’eliminazione del green pass per i visitatori approvata nelle ultime settimane dal Parlamento. Per il resto il documento è rimasto sostanzialmente immutato.
Nel testo si spiega poi come l’obiettivo della campagna vaccinale debba essere quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili. Si punta inoltre a colmare le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati, con la previsione di combinare le campagne di vaccinazione contro Covid e influenza. Per quanto riguarda l’attività di sorveglianza e monitoraggio, il testo spiegava che “è verosimile un aumento della pressione sui laboratori per la diagnostica ma anche più in generale, sulle reti di sorveglianza virologica a causa di una maggiore circolazione stagionale dei virus respiratori”, e che quindi “è necessario che siano previsti meccanismi di rafforzamento dei sistemi in vigore”.
La ricerca dei contatti e l’autosorveglianza “dovrebbero prioritariamente essere condotte e applicate in individui a rischio di malattia grave, contesti ad alto rischio (assistenza sanitaria, case di cura e strutture di assistenza a lungo termine), e in situazioni di maggiore preoccupazione (ad esempio, una variante emergente di interesse o preoccupazione)”. Si ricorda a tal proposito che “nei diversi paesi europei l’isolamento dei casi (raccomandato piuttosto che obbligatorio, con o senza test in uscita) continui ad essere indicato come una delle possibili misure di mitigazione dell’epidemia”. Si propone inoltre di garantire un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi come “misura fondamentale” per ridurre il rischio di trasmissione del virus. Infine, la circolare del ministero della Salute giudica come “indispensabile” la verifica e l’eventuale rafforzamento delle capacità da parte dei servizi sanitari regionali di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2. Al contempo viene raccomandato lo stretto monitoraggio dell’andamento delle liste d’attesa per le prestazioni programmate di ricovero, ambulatoriali e di screening oncologico e un attento aggiornamento dei piani di recupero.