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Le elezioni in Lombardia

Salvini si perde Bossi, che apre la trattativa con Moratti

Carmelo Caruso

Non è solo un passaggio di figure. Tutte le categorie in cui il Carroccio era un riferimento, ora sono state perse dal suo leader. E i suoi seguaci ultimamente assomigliano ai nuovi Verdi italiani

È pronto a perdere un pezzo di famiglia per disprezzo, per orgoglio e per boria. Matteo Salvini sta consegnando il Comitato nord di Umberto Bossi a Letizia Moratti. Letizia Moratti sta per accogliere Umberto Bossi. Correranno insieme alle elezioni regionali della Lombardia. Salvini ha detto “no” a qualsiasi soluzione diplomatica. Non ha voluto ascoltare il presidente Attilio Fontana: “Sono amici, non lasciamoli andare. Ascolta”. Gli identitari della Lega stanno trattando ufficialmente con l’ex sindaco di Milano. Fontana è favorito perché FdI è in questo momento invincibile. Meloni chiederà la vicepresidenza per Marco Alparone, già sottosegretario della regione Lombardia. Chiederà un ruolo importantissimo per Romano La Russa.

  

Malgrado la storia a favore e i sondaggi, il centrodestra rischia di non avere il premio di maggioranza, di non avere una piena governabilità. Ma questo è solo un problema di Fontana e di FdI. La Lega si accontenta: “Basta vincere, poi nessuno ricorda chi ha davvero vinto”. Ci sono stati due incontri tra il Comitato nord e Fontana. Il primo al Pirellone. C’erano Bossi, Paolo Grimoldi e Angelo Ciocca per il Comitato. Il secondo si è svolto a casa di Bossi. Bossi ha offerto o di correre in appoggio di Fontana con una lista targata Comitato Nord o l’ospitalità di una compagine (i quattro consiglieri regionali che hanno aderito al progetto del fondatore della Lega) nella lista personale di Fontana. 

 

È una lista come quella che in Friuli-Venezia Giulia sta sperimentando Fedriga e che ha già assemblato Luca Zaia in Veneto, il governatore che un virologo scalmanato (che ora si crede Dreyfus) sta cercando di sporcare. È una lista personale perché Salvini deve sindacare sui compagni di viaggio di Fontana? Se si chiama per “Fontana presidente” perché deve essere Salvini a smistare le anime in lista?

 

Va in verità detta una parola a favore di Salvini e dopo una contro. Quella a favore. Il ruolo di secondino lombardo non lo ricopre lui, ma Igor Iezzi, commissario federale della Lega Nord, la vecchia Lega carica di debiti. Durante il Santo Natale pure Salvini si è convinto dell’inadeguatezza del segretario regionale Fabrizio Cecchetti. Lo ha commissariato di fatto con il ruvido Iezzi. Nelle ultime settimane Iezzi emette dei “Daspo” contro i compagni di una vita manco fossero ultras che lanciano motorini da San Siro. Neppure quando si separano riescono a mantenere standard di civiltà. Per denigrare questi leghisti, quelli del Comitato nord, che non si riconoscono più nel progetto di Salvini, lo slogan degli uomini del capo è “tanto non hanno voti”.

 

È singolare che a dirlo sia Iezzi. Da segretario provinciale della Lega di Milano, nel 2011, non riuscì a farsi eleggere in consiglio comunale. La domanda è: la Lega ha ancora voti di preferenza in Lombardia? Sta cercando di compensare il calo di consenso candidando Pietro Marrapodi, consigliere comunale di Milano, in passato in Forza Italia. Forza Italia a sua volta perde altri pezzi che finiscono in FdI. Il 28 dicembre il coordinatore di FI giovani, Marco Bestetti è passato con Meloni. Sarà un protagonista delle regionali.

 

Non è solo un passaggio di figure. Una staffetta che non è mai stata raccontata è quella dei dossier. Ogni partito è forte per aver intercettato categorie, temi. FdI in Lombardia ha intercettato il tema della sanità con Alparone. La sua è una famiglia di farmacisti, il fratello è un dirigente nel settore sanitario. Un altro tema sensibile che la Lega ha consegnato a FdI è invece quello dell’ambiente, della caccia. La presidente di FdI in consiglio regionale è Barbara Mazzali. Se solo si scorresse la sua pagina e le sue proposte di legge, potrebbe farlo Iezzi, si accorgerebbe che hanno come oggetto i parchi, la fauna. Sono categorie che avevano come riferimento la vecchia Lega che la Lega ha perso. Fontana che non avrebbe voluto perdere i quattro consiglieri regionali, al momento, è stato fermato da Iezzi e da Cecchetti. Sono entrambi deputati a Roma. Nella Lega di Salvini l’autore più amato è ultimamente Serge Latouche, il filosofo della decrescita felice: più piccolo è più bello. I leghisti di Salvini sono i nuovi Verdi italiani. Hanno scambiato la Lombardia per il loro ortobotanico

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio