Il caso

Terremoto, le consulenze Pd di Legnini. Lui: "Scelta legittima, ma meritavo di restare"

Simone Canettieri

Lo spoils system di Meloni parte dalla rimozione del commissario per la ricostruzione. Accuse di FdI ai contratti di area dem: "Polemica disgustosa, sono un uomo delle istituzioni"

“Ma questo è un piccolo Nazareno!”. Quando Giorgia Meloni e i suoi collaboratori hanno aperto il dossier della struttura commissariale che si occupa della ricostruzione delle regioni terremotate nel centro Italia sono stati assaliti da un moto di stupore. La riprova della presunta rete dem messa in campo negli ultimi due anni da Giovanni Legnini. Questa piccola grande storia, che non è certo uno scandalo, dà forza però a Meloni nell’ “operazione scopa” o “asso piglia tutto”.

E’ partito da qui, dal caso terremoto, lo spoil system che con una certa  foga ha in mente la premier. L’ormai ex commissario – sostituito dal senatore di FdI Guido Castelli – è un uomo delle istituzioni, dalle mille giacche. E’ stato tre volte senatore e deputato (Ds e Pd), poi sottosegretario  e soprattutto vicepresidente del Csm. Finito l’incarico ai vertici della magistratura, si è candidato governatore in Abruzzo. Ha perso. E non è rimasto a fare il consigliere di opposizione.  Dopo pochi mesi è arrivata la nomina del governo Conte II come commissario straordinario alla ricostruzione. “Ma si è ricordato degli amici”, lo accusa chi lo ha rimosso.


Nella selva di incarichi e consulenze della struttura commissariale è uscito un pezzo importante di Pd del centro Italia. Ecco qualche esempio. Si va da  Pierluigi Mantini (già deputato abruzzese, super consulente giuridico con tre legislature alle spalle e  con 154 mila euro frutto di due consulenze) a Silvia Scozzese (vicesindaco Pd di Roma ingaggiata per le relazioni istituzionali a 48 mila euro). E ancora: Paola Inverardi (ex rettrice,  membro del comitato dem per le idee dell’Aquila   prima della rielezione del sindaco Biondi, in campo per una consulenza da 48 mila euro) e Daniela Aiuto (già eurodeputata  M5s poi passata a +Europa e attualmente responsabile di Azione  contrattualizzata da Invitalia con 86 mila euro).

In maniera legittima, va specificato, sono stati arruolati da Legnini  Elettra Rinaldi (già capo segreteria del consigliere segretario Pd della regione Abruzzo, Dino Pepe e attualmente capo della segreteria tecnica della struttura commissariale), Deborah Giraldi (dirigente struttura commissariale, già segretaria generale della regione Marche con Luca Ceriscioli e già segretaria comunale di Pesaro).  Ha  lavorato alla struttura anche Nicola Salini (già commissario dell’Ater di Teramo  e membro dello staff del sindaco dem di Teramo).

I due sub-commissari, Gianluca Loffredo e Fulvio Soccodato, hanno un doppio incarico:  prendono ciascuno 100 mila euro come sub-commissari sisma, più 100 mila euro a testa come esperti del fondo complementare sisma.  Si tratta di tecnici, in questo caso, e non di politici. Alfonso Celotto, consulente  nella struttura a 108 mila euro, ora ha rinunciato all’incarico a fronte di un lavoro con il ministro Elisabetta Casellati.  

Romano Benini, sociologo del lavoro di area dem, ora ha  una consulenza con il ministro Elvira Calderone. Sempre la struttura di Legnini in  questi due anni  ha sottoscritto  contratti con otto fondazioni. Tra cui la Merloni dove Enrico Letta, segretario del Pd, risulta capo del comitato scientifico. Le fondazioni, partecipate da personalità autorevoli nel campo della scienza, del giornalismo e dell’imprenditoria, servono a favorire la divulgazione e l’affiancamento alle progettazioni dei destinatari dei bandi del Fondo complementare aree sisma dedicato al rilancio economico e sociale dei territori. I singoli provvedimenti prevedono importi fino a massimo 60 mila euro per ogni fondazione, da rendicontare a fine attività.

  
Legnini contattato dal Foglio esordisce dicendo che non vuole fare alcuna polemica e che la settimana prossima ha in mente una conferenza stampa con il successore, Castelli. Quanto ai collaboratori di area Pd scelti dichiara: “Chi è titolare di una funzione così complicata, come quella che ho ricoperto, è naturale che si rivolga anche a persone di fiducia. Parliamo però di curriculum specchiati, questo vorrei specificarlo. E inoltre potrei fare anche l’elenco delle persone di destra che hanno lavorato in una struttura complessissima che tocca 130 comuni e quattro regioni”. Si aspettava Legnini di essere vittima di spoil system? “Posso solo dire che nei miei confronti c’è sempre stato un sostegno e un apprezzamento trasversali, dunque no. Allo stesso tempo rientra nelle facoltà del governo”.   Legnini tiene però a spiegare che “Mantini è sì un ex parlamentare del Pd, ma anche un docente molto titolato del Politecnico di Milano. Così come Silvia Scozzese, consigliera della Corte dei conti. O Inverardi, una delle massime esperte di informatica. Altre persone che lei   cita sono super professionisti, alcuni dei quali forse di area, ma rappresentano una parte minima di una struttura molto complessa”. 
L’ex commissario per la ricostruzione del centro Italia risponde al telefono da Ischia, dove si trova su nomina del governo Meloni, alle prese con un’altra emergenza dovuta dall’ultima alluvione.    “Non voglio fare polemiche, chi si è misurato come me con la sofferenza delle persone, non vuole entrare in queste vicende. Sono abbastanza disgustato, questo sì”.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.