Il caso

Belloni, Sequi, Terracciano, Pontecorvo: caccia agli ambasciatori per le nomine

Simone Canettieri

Nel bel mezzo dello spoils system meloniano spunta la ricerca del diplomatico, emblema del nome super partes

Sono feluche in attesa, ma anche in modalità riserva della repubblica. Dunque possono sempre tornare utili. Specie in tempi di nomine. Un diplomatico è per sempre e ha l’allure del nome super partes. Molto ruota intorno all’ambasciatrice Elisabetta Belloni che dalla Farnesina è andata a coordinare i servizi segreti. La prima donna a capo degli 007 non dovrebbe finire nello spoils system della prima donna alla guida di Palazzo Chigi, anche perché il suo mandato non scade nel 2023. Tuttavia, qualora fosse, per lei si aprirebbero le porte della presidenza dell’Eni, si dice. Il posto di Belloni al ministero degli Esteri, quello di segretario generale, venne ricoperto da Ettore Sequi che in molti in queste ore vedono bene verso  la presidenza di una azienda di stato. Si fa il nome di Leonardo.  

In questo ballo torna ricorrente anche un altro ambasciatore dal curriculum prezioso: Giampiero Massolo, ora a capo di Atlantia oltre che tessitore della candidatura di Roma all’Expo 2030. E' dunque la Farnesina la risposta italiana (un po' attempata) all’Ena francese?

Sui tavoli che contano si parla di Pasquale Terracciano, ora  direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale degli Esteri, verso la pensione ma senza voglia di giardinetti. Ancora: a fine gennaio lascia l’incarico a Bruxelles di rappresentante permanente dell’Italia Pietro Benassi. E che ne sarà di Stefano Pontecorvo, l’ambasciatore che ha gestito l’evacuazione degli italiani a Kabul e che è molto stimato da Meloni? Le feluche  guardano la politica e la politica guarda le feluche mentre l’ora delle nomine si avvicina. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.