Tra Francia e Sicilia
La crisi tra Schifani e Fratelli d'Italia si consuma sul red carpet di Cannes
La Corte dei conti ha aperto un fascicolo sulle spese dell’assessorato al Turismo siciliano, retto da FdI, che ha assegnato 3,7 milioni a una società con sede in Lussemburgo per una mostra fotografica durante il Festival. Per la stessa iniziativa, un anno fa, si era speso molto meno. E ora governatore chiede spiegazioni all'assessore
In Sicilia, a neanche due mesi dall’insediamento, Schifani rischia di aver perso il controllo delle operazioni (e della maggioranza). Dopo aver fatto il possibile per rinsaldare i legami con Fratelli d’Italia e la sua leader, arrivando a emarginare l’ostico Gianfranco Micciché, adesso il nuovo alleato del governatore è la procura della Corte dei Conti, che ha scelto di aprire un fascicolo sulle spese pazze dell’assessorato al Turismo – retto dal ‘patriota’ Francesco Scarpinato – reo di aver dirottato 3,7 milioni, senza un bando pubblico, a una società con sede in Lussemburgo.
La Absolute Blue, che non ha ancora ricevuto la certificazione antimafia e gode di appena tre dipendenti, organizzerà per conto della Regione una mostra fotografica al Festival di Cannes. Per il secondo anno di fila. Ma con un sovrapprezzo che non convince le opposizioni, la stampa e neppure la magistratura contabile. Lo scorso anno, per uno shooting di dodici foto e l’allestimento di ‘Casa Sicilia’ all’hotel Majestic, andarono in fumo 2,2 milioni, già completamente liquidati alla società di Patrick Nassogne. Nonostante l’assessore Scarpinato abbia garantito sulla regolarità dell’affidamento, precisando che “le capacità tecniche e finanziarie della suddetta società affidataria sono state puntualmente verificate dalla stazione appaltante”, lo scetticismo monta. E anche Renato Schifani, dopo aver appreso la notizia dai giornali, vuole andare in fondo alla vicenda.
L’intervento della Corte dei Conti è stata una manna dal cielo: “Questa presidenza - ha dichiarato il governatore - si è premurata di chiedere all’assessorato competente una accurata relazione sul finanziamento, al fine di procedere a una approfondita valutazione tecnica e politica. Nell’attesa di tale adempimento, riponiamo massima fiducia nei confronti dell’organo ispettivo della Corte dei Conti, alla quale assicuriamo sin da adesso la massima collaborazione”. Nessuna difesa d’ufficio nei confronti di Scarpinato.
La sua permanenza nell’esecutivo costituisce motivo d’imbarazzo: il nome dell’ex consigliere comunale di Palermo, per altro, non faceva parte della squadra iniziale di Schifani, ma è stato inserito solo a causa dell’insistenza dei vertici romani di Fratelli d’Italia, capeggiati dal ministro Lollobrigida. Il partito della Meloni, inoltre, aveva chiesto e ottenuto di conservare la delega sul Turismo dopo averla gestita senza pause nei cinque anni del governo Musumeci: prima con Sandro Pappalardo, divenuto membro del Cda dell’Enit (agenzia nazionale del Turismo); poi con Manlio Messina, fresco vicecapogruppo di FdI a Montecitorio. Un fortino inespugnabile, soprattutto adesso che alla guida del ministero è finita un’altra esponente di spicco del partito come Santanché.
L’asse patriota, però, rischia di creare parecchi grattacapi a Schifani, che si era presentato all’opinione pubblica vantando la sua schiena dritta: “Non accetterò mai accordi al ribasso che possano costituire danno ai siciliani e alla trasparenza”, erano state le sue parole al passaggio di consegne con Musumeci. Gli sono bastati un paio di mesi per inciampare sul primo scandalo. Cannes, se non si correrà ai ripari al più presto, potrebbe diventare un flagello per la sua amministrazione. La Regione ha chiuso il 2022 senza un Bilancio né un esercizio provvisorio, mentre il giudizio di parifica della Corte dei Conti sul consuntivo 2020 è stato sospeso per un dubbio di legittimità costituzionale. L’unico risultato conseguito a Roma è un accordo con Giorgetti per il riconoscimento di 200 milioni in cambio della rinuncia a qualsiasi tipo di compensazione finanziaria (sulle accise) dal 2007 a oggi. Un bottino misero. Anche per questo è finito nel mirino delle opposizioni.
A osservare il declino del rivale, in disparte ma quasi certamente godurioso, è rimasto Gianfranco Miccichè, il coordinatore regionale di Forza Italia, che con Schifani ha litigato quasi subito. Motivo? La totale estromissione da incarichi di governo. Il leader azzurro rinuncerà al seggio in Senato per rimanere a Palermo e combattere ad armi pari: l’obiettivo è riprendersi il partito e compilare le liste per le prossime elezioni amministrative (si vota anche a Catania): “Non ha neppure ascoltato le richieste di Berlusconi quando si è trattato di fare gli assessori. Ormai risponde a Fratelli d’Italia”, ha sentenziato Miccichè. E forse, dopo Cannes, neanche a loro.