Foto di Luca Zennaro, via Ansa 

l'intervista

“Genova accoglierà i migranti, non c'è alcuna emergenza”. Parla il sindaco Bucci

Giampiero Timossi

Il modello della città va avanti dalla ricostruzione del Ponte Morandi. Allo stesso modo, il primo cittadino sui richiedenti asilo, sostiene: "Ce ne faremo carico". "Sono scelte che spettano al governo [...] sanno loro quali porti chiamare in causa"

Un modello Genova, anche per l’accoglienza dei migranti. “Perché no? Qui facciamo sempre cose all’avanguardia”. Lo dice Marco Bucci, sindaco del fare, sostenuto dal centrodestra. Perché chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare. Non è solo l’inizio della più bella canzone dedicata alla città, ma anche il principio di una nuova vicenda politica. Due giorni fa le prime anticipazioni del Corriere della Sera: i porti del sud sono al collasso per gli sbarchi, ora servono anche altre destinazioni e tra le ipotesi spunta Genova.

Poi Giovanni Toti, governatore centro(destrista) della Liguria parla all’emittente regionale Telenord e rilancia: “È giusto dividere il peso di un’ondata migratoria importante su tutto il territorio nazionale e non sui porti che hanno già sofferto tantissimo. Credo che i numeri siano tutto sommato esigui, a fare la differenza non sono gli sbarchi portati dalle grandi navi delle ong. La maggior parte delle persone arriva con mezzi propri, rischiano la vita e arriva nei porti più vicini alla costa dell’Africa. Se qualcuno arriverà a Genova non sarà un dramma, ce ne faremo carico”.

Non è la prima volta che Toti apre al concetto di solidarietà nazionale. Lo aveva fatto nel settembre scorso, offrendo la possibilità di accogliere un rigassificatore davanti alle coste della regione che amministra. Una linea che, già nella mattinata di ieri, innesca i rumors della politica. Cosa dirà il sindaco di Genova, Bucci è sostenuto da un’ampia maggioranza, liste civiche sue e “totiane”, Lega, FdI e FI, ma anche con assessori che fanno capo al terzo polo Calenda/Renzi. Così il sindaco interviene subito.

Prima con una dichiarazione: “Sono scelte che spettano al governo e in particolare al ministro dell’Interno. Loro hanno il quadro della situazione a livello nazionale, sanno quali sono i porti che potranno o dovranno essere chiamati in causa. Se ci dovesse essere Genova c’adegueremo a quanto stabilito dal governo, ovviamente chiederemo che vengano fornite alla città strumenti adeguati per fronteggiare la fase di accoglienza, garantendo ai migranti una corretta ospitalità e senza creare disagi alla città”. Quindi il sindaco Bucci accetta di entrare nella questione in una chiacchierata con Il Foglio.

Così nasce l’idea del modello Genova: lo stato fornisca strumenti e risorse, Genova ha dimostrato di saperle gestire, anche con la ricostruzione del ponte Morandi. Però su possibili divergenze all’interno della maggioranza che lo sostiene Bucci è esplicito: “Tra amministrazione regionale e comunale c’è piena sintonia dal 2017, quando diventando sindaco ho cominciato a collaborare con il presidente Toti. Le cose si fanno insieme e si fanno bene, è proprio grazie a questo rapporto e scambio continuo che Genova sta cambiando volto ed è proiettata nel futuro. Abbiamo una visione comune sugli obiettivi che vanno raggiunti”. Insomma, nessuno strappo. E per chiudere una precisazione: Genova è già stata un porto sicuro per i migranti, a Multedo, nel 2017. Paolo Gentiloni era a capo di un governo di centrosinistra.

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