il caso
La traballante linea del ministro Pichetto Fratin sul caro benzina
Il rialzo dei prezzi? "E' solo speculazione", diceva meno di una settimana fa. Ieri, dopo essere stato smentito dai dati del suo stesso ministero ha ritrattato: "Non si tratta di puntare il dito e dire che sono tutti speculatori, ma di monitorare". Oggi il question time alla Camera, mentre la maggioranza si divide sulle accise
Se oggi la maggioranza si divide su accise e caro-benzina, tra accuse agli operatori, Fiamme gialle e stoccate tra alleati, un po’ il merito (o la colpa) è anche suo. Il prezzo del carburante? “E’ solo speculazione”, attaccava Gilberto Pichetto Fratin, meno di una settimana fa, convinto di aver trovato la causa di tutti di mali. Il ministro dell'Ambiente ne parlerà oggi nel corso di un question time alla Camera, che tra i punti all'ordine del giorno ha proprio il tema del prezzo del carburante.
L’uscita di Pichetto ha provocato la reazione sdegnata delle associazioni e dei rappresentanti di categoria - che hanno spiegato perché l'accusa fosse infondata - ma in buona parte ha messo le basi per quella che poi è stata la linea del governo. Al netto di qualche distinguo televisivo. Forza Italia se l'è presa con il taglio degli sconti sulle accise piuttosto che parlare di presunte scorrettezze dei benzinai. Posizione in contrasto rispetto a quelle degli altri partiti di maggioranza. Per dire, ancora ieri, Maurizio Lupi di Noi moderati rilanciava parlando di "intensificare la lotta" agli speculatori. Mentre pare che la stessa Giorgia Meloni non abbia affatto gradito la fuga in avanti dei forzisti, in veste anti complottista.
“Con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, io credo che un eventuale sforamento dei 2 euro sarebbe solo speculazione”, aveva spiegato il ministro Pichetto in una intervista alla Stampa, rivendicando da un lato la bontà della scelta dell’esecutivo di cui fa parte e dall’altro rassicurando: “Se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire”.
Nel frattempo, Meloni e il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, hanno incontrato a Palazzo Chigi il generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, “per fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti”. Salvo poi scoprire che le mancanze emerse nelle attività di controllo della Gdf non evidenziavano chissà quali meccanismi speculativi. In particolare, delle 2.809 violazioni alla disciplina prezzi, 717 si riferivano alla mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 all’omessa comunicazione al ministero.
Ma soprattutto a smentire il governo e la traballante linea del ministro Pichetto Fratin sono arrivati i numeri forniti dai suoi funzionari: secondo la media settimanale dei prezzi nazionali dei carburanti, infatti, l’incremento è inferiore al rialzo delle accise, in quanto il prezzo industriale è diminuito. Dati contenuti nel consueto report del ministero dell’Ambiente e della sicurezza, quello di cui Pichetto Fratin avrebbe dovuto conoscere vita, morte e miracoli, essendone lui il responsabile.
Il ministro ha dunque provato a correre ai ripari, tornando sui suoi passi, dopo esser stato confutato praticamente da se stesso – chissà forse proprio in vista della seduta di oggi pomeriggio alla Camera, in cui sarà chiamato a rispondere in merito alle iniziative per una riduzione strutturale delle accise sui carburanti.
“Non si tratta di puntare il dito e dire che sono 'tutti speculatori', si tratta di monitorare", ha detto ieri a Porta a Porta facendo retromarcia. “Dai dati che abbiamo rilevato dovrebbe esserci una stabilizzazione su questi prezzi", ha aggiunto. Il riferimento era appunto alla media dei prezzi sui carburanti rilevati dal 1 all'8 gennaio, 1,812 per la benzina e 1,868 per il gasolio. Se ne capirà di più tra poche ore a Montecitorio. Sempre che non arrivino nuovi colpi di scena, e non sarebbe la prima volta. "Sono onorato di aver ricevuto il mandato da ministro per la Pubblica Amministrazione", ringraziava Pichetto dopo che Meloni aveva letto la lista dei ministri, prima del giuramento del governo. Scoprì solo dopo che il suo dicastero era un altro.