Il caso

Lollobrigida a FI: "Non si sta così in maggioranza". Meloni in trincea sulla benzina

Simone Canettieri

Il ministro dell'Agricoltura al Foglio: "Dal partito di Berlusconi posizione illogica". La premier: "Spaventata da non poter comunicare il mio operato". Da Giorgetti ipotesi intervento sulle accise

“Siamo infuriati con Forza Italia: è vero, e lo può scrivere”. Francesco Lollobrigida, ministro e plenipotenziario del governo Meloni, si sfoga con il Foglio prima di entrare a Palazzo Chigi  per la cabina di regia sul Pnrr. Il caro benzina sembra mandare in fiamme l’esecutivo. La premier si sente accerchiata. E’ alle prese con gli scioperi dei benzinai e con le critiche non solo dell’opposizione, ma anche di chi dovrebbe sostenerla. Sullo sfondo: luna di miele con gli italiani a forte  rischio. “Il partito di Berlusconi – riprende il ministro di FdI – deve dirci come  e se vuole stare in maggioranza”. Altrimenti, li cacciate? “Non ho detto questo. Ma non si può votare un provvedimento in Consiglio dei ministri e poi criticarlo sui giornali e sulle agenzie di stampa”. C’è una strategia di Forza Italia per logorare il governo Meloni? Pausa. Occhi al cielo. “Voglio sperare proprio di no. Di sicuro ci sono posizioni illogiche da parte di alcuni esponenti di Forza Italia”. 


Lollobrigida ce l’ha con il responsabile Energia di FI, Luca Squeri, che alla Stampa ha definito “populiste” le misure varate dal Cdm sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Ma si tratta di un tassello. L’irritazione  di Giorgia e i suoi Fratelli nei confronti del partito di Berlusconi è molto più ampia. D’altronde il Cav. in queste ore ricorda, a chi lo chiama,  come il caro benzina danneggi più che altro “le mamme che devono portare i bambini a scuola”.   

Meloni vuole uscire dall’angolo e anche dal cortocircuito comunicativo in cui è finita, tra video sul taglio delle accise che riemergono così come le promesse della campagna elettorale. E’ il motivo per cui prova ad andare all’attacco  e si presenta in televisione per una  doppia intervista, in onda in contemporanea, a Tg1 e Tg5. Due frasi su tutte: “Non faccio scaricabarile con i benzinai. Mi  spaventa non raccontare agli italiani la determinazione del mio governo”.  

 
Sembra l’ora della rincorsa e dunque dell’affanno. L’idea di un intervento per abbassare il prezzo del carburante si fa strada anche nelle parole di Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Economia, su questo tema in linea con la premier, durante il question time del Senato dice: “In ogni caso, il governo si riserva di adottare le misure di riduzione delle accise in funzione di una norma che, come avrete modo di vedere nel decreto legge approvato il 10 gennaio 2023, consentirà un’azione in questo senso da parte del governo in relazione all'incremento verificato dei prezzi dei carburanti”. C’è aria di retromarcia su Roma. Ipotesi che poi viene di nuovo smentita da Palazzo Chigi. Da dove giunge questa noterella: “Il governo non prevede un intervento sulle accise sui carburanti nel dl sulla trasparenza dei prezzi.   Qualora fosse necessario, di fronte ad un aumento significativo, si potrebbe però fare riferimento alla legge 244 del 2007   che consente al governo di adottare un decreto per abbassare le accise se aumentano le entrate Iva e se il prezzo supera di almeno il 2 per cento il valore indicato nel Def. Il governo, ha detto Giorgetti, potrebbe inserire nel dl un aggiornamento o una manutenzione di quella norma. E così è.  

Oggi  Giorgetti e il collega Adolfo Urso insieme al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano vedranno i sindacati del settore in vista dello sciopero dei benzinai previsto per il 25 e il 26 gennaio. Ci sarà anche la premier. Meloni sembra intenzionata a scavare trincee nel governo dopo nemmeno cento giorni. Ecco perché lunedì ha convocato i ministri e i capigruppo di Fratelli d’Italia. Ufficialmente sarà una riunione sul cronoprogramma,  nei fatti un gabinetto di guerra.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.