caso metropol
Fondi russi alla Lega, la procura di Milano chiede l'archiviazione. Fontana: "Contento per Salvini"
Non ci fu corruzione internazionale dicono i procuratori, che chiedono di ritirare le accuse contro Savoini, Meranda e Vannucci. I pm: "Salvini mai indagato". Il presidentre della Camera al Foglio: "Non avevo dubbi. Ho sempre sostenuto la sua estraneità"
"Sono contento per Salvini. Non avevo dubbi, ho sempre sostenuto la sua estraneità". Al Foglio il presidente della Camera Lorenzo Fontana commenta così la richiesta di archiviazione per il caso Metropol. Non ci fu corruzione, nessuna operazione economica tra la Russia e Lega, è la conclusione a cui è giunta la procura di Milano che oggi, dopo oltre tre anni di indagini, chiede l'archiviazione per il procedimento partito nel 2018, dopo un incontro all'hotel Metropol a cui parteciparono Gianluca Savoini, fondatore dell'associazione Lombardia-Russia, l'avvocato d'affari Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci. Nel corso di quell'appuntamento si era parlato di una compravendita di petrolio da cui i tre erano volti vicini alla Lega erano indagati per corruzione internazionale, fattispecie che non ha trovato riscontri nelle attività dei magistrati.
Dalle conversazioni tra gli indagati - fa sapere la procura - emergono "elementi, sia pure indiretti, indicativi del fatto che Salvini fosse informato delle trattative sull'operazione di acquisto di prodotti petroliferi dalla Russia". E tuttavia, non sono "mai emersi elementi concreti", in grado di provare che il segretario della Lega avesse personalmente preso parte alle presunte trattative nè che fosse al corrente delle modalità attraverso cui la transazione si sarebbe concretizzata. Anche per questo. è quanto emerge dall'inchiesta, "nessuna attività di indagine" è stata condotta nei confronti di Salvini. "Il tempo è sempre galantuomo", avrebbe commentato lo stesso leader leghista nella chat coi suoi deputati, secondo quanto riporta Adnkronos.
All’incontro d’affari a Mosca avvenuto nel 2018, presero parte altre tre persone russe, oltre a Savoini, Meranda e Vannucci. I pm di Milano hanno cercato in questi anni di approfondire la posizione dei russi, scontrandosi tuttavia contro le mancate risposte alle rogatorie internazionali. Secondo gli inquirenti, la trattattiva avrebbe dovuto portare una cifra vicina a 65 milioni di dollari nelle casse della Lega, risorse che sarebbero state poi impiegate nella successiva campagna elettorale per le europee del 2019. Un teorema di cui non è stata trovata corrispondenza nelle indagini.