L'intervista
Sì al termovalorizzatore e "bed manager" per gli ospedali: le idee di Rocca per il Lazio
Avanti a tutti nei sondaggi, il candidato del centrodestra corregge il tiro su Expo e termovalorizzatore, poi spiega la sua ricetta per la sanità. Sull'autonomia: "Solo se non crea cittadini di serie A e serie B"
Governatore Rocca, la possiamo già chiamare così? “No, no, pancia a terra fino all’ultimo giorno, sento entusiasmo, ma da qui al 13 febbraio mancano ancora diversi giorni”. Francesco Rocca, candidato presidente del centrodestra in Lazio non vuole ancora credere ai sondaggi che lo danno già vincitore. Ci risponde al telefono dall’auto, nello spostamento tra un appuntamento e l’altro. Per 15 anni ai vertici della Croce rossa, nel mondo della sanità lui e lo sfidante del centrosinistra, l’assessore Alessio D’Amato, sono conosciutissimi. Fuori è più complicato. “Per questo giro come una trottola”. Quando parla di sanità, si capisce subito che la materia la conosce bene (anche se promette: “Non terrò per me la delega”).
Quando esce dal seminato però Rocca rischia la gaffe. Lunedì ad esempio ha detto che per la candidatura all’Expo 2030 si dovevano valutare anche altre aree, oltre a quella proposta dal Campidoglio, con il sostegno del governo, di Tor Vergata. Nelle stesse ore arrivava a Roma Dimitri Kerkentzes, segretario generale del Bureau internazional des expositions che dovrà decidere sulla candidatura, e che ieri, insieme al sindaco Roberto Gualtieri, visitava proprio l’area prescelta. Autogol clamoroso? “Macchè”, aggiusta il tiro il candidato governatore. “Ho solo raccomandato di non fare nuovo consumo di suolo, mi sembra questa sia la linea su Tor Vergata, quindi va benissimo”.
Anche sul termovalorizzatore ha dovuto cambiare idea… “No su questo mi avete fatto un brutto scherzo: io non sono contrario”. E però ha sposato la linea Rampelli: un impianto più piccolo con una localizzazione diversa. “Dico soltanto che al termovalorizzatore deve andare solo ciò che non si riesce a riciclare, invece si parla solo di questo impianto e non di differenziata”. Ma Gualtieri ha poteri da commissario sui rifiuti nella capitale, la Regione non tocca palla, qualora diventasse presidente chiederà al governo di limitare questi poteri? “Io sono per la devoluzione di più poteri a Roma, figuriamoci se chiederò delle limitazioni, certo noi faremo un nuovo piano rifiuti di cui con Gualtieri vorrò parlare”, risponde sibillino.
Capitolo sanità: Rocca ha promesso di azzerare le lunghissime liste d’attesa per le prestazioni. Come pensa di fare? “La cosa più urgente sono le attese nei pronto soccorso, con gente in barella nei corridoi anche per più giorni perché ancora nel 2023 si utilizzano i fax per cercare posti letto tra gli ospedali, invece serve avere le disponibilità di strutture pubbliche e convenzionate su un unico cruscotto con un manager dei letti per ottimizzare le ospedalizzazioni, ci sono i reparti che hanno spazio. Per le liste d’attesa l’attuale sistema di prenotazione Recup regola le prestazioni solo sulle strutture pubbliche, mentre quelle della sanità privata accreditata hanno ognuna il proprio centralino, io pretenderò di creare un unico punto d’accesso, non è possibile che chi non trova una prestazione con tempi adeguati deve cominciare un calvario chiamando il Gemelli, l’Idi, il San Carlo...”. La sinistra, che ha riportato il Lazio fuori dal commissariamento, dice che le amministrazioni di centrodestra hanno portato al collasso i conti della sanità regionale, Rocca nel 2007, era Storace, faceva il commissario straordinario all’Ospedale Sant’Andrea. “Il tema del disavanzo – dice – è serio, vorrei ricordare che dal 1995 a oggi il centrodestra ha governato solo 7 anni, contro i 20 della sinistra, ma a prescindere anche altre Regioni erano commissariate, dalla Campania all’Abruzzo, e oggi performano molto meglio di noi, la verità è che per dieci anni la Regione non ha fatto programmazione, non ha speso i soldi che c’erano. Dei 48 milioni messi a disposizione dal precedente governo per abbattere le liste operatorie D’Amato è riuscito a spendere solo il 3 per cento”. Rocca è stato presidente di Confapi Sanità, un’associazione di categoria della sanità privata, gli avversari lo accusano di conflitto di interesse. “Una sciocchezza, Confapi non è un mostro lobbistico, ma un’associazione di piccoli e medi imprenditori con poliambulatori in prima linea per dare risposte ai pazienti”.
Oggi è il candidato “civico d’area” per la Regione, ma un anno e mezzo fa poteva essere al posto di Enrico Michetti il candidato del centrodestra per il Campidoglio. Cosa accadde? “Mi fu proposta la candidatura, ma avevo ancora un impegno lungo con la Croce rossa”. Sull’autonomia Rocca la vede così: “Sul disegno di legge c’è un ampio dibattito: è stato presentato da un partito, ma dovrà essere discusso da un’intera coalizione, se si creano cittadini di serie A e serie B forse è meglio evitare”.