il ritratto
Dai 5 Stelle a De Luca, le turbolenze di Giarrusso che ora chiede asilo al Pd
Personaggio sopra le righe, abile con le parole e turbolento nei rapporti. Dopo essere diventato europarlamentare con i grillini e aver cofondato "Sud chiama nord", per l'ex Iena sarebbe il terzo partito nel giro di 4 anni
Folgorato dalla storia politica di Stefano Bonaccini, l’ex Iena Dino Giarrusso si appresta a fare il suo ingresso (poco trionfale) nel Pd: sarebbe il suo terzo partito in pochi anni. L’europarlamentare catanese, dopo l’amore a prima vista col Movimento 5 Stelle, è stato il co-fondatore di un contenitore meno fortunato: ‘Sud chiama Nord’. Il simbolo del partito messo in piedi con Cateno De Luca, prima di litigarci alla vigilia delle scorse Regionali, gli è stato definitivamente sottratto il 7 gennaio, in seguito a una sentenza del Tribunale di Messina che ha rigettato il suo ricorso (perché infondato).
Personaggio sopra le righe, abile con le parole e turbolento nei rapporti, Giarrusso ha già dichiarato che nel Pd sarà disciplinato. Ma i precedenti non depongono a suo favore: prima di abbandonare il Movimento 5 Stelle ha litigato con tutti. Specie in Sicilia, dove si è candidato per le Europee del 2019 dopo una breve esperienza da segretario particolare dell’ex viceministro all’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Giarrusso, con 117 mila preferenze, approdò a Bruxelles: la fama del suo lavoro da giornalista, nonostante gli scarsi legami con la deputazione regionale (quasi tutti sostenevano il suo contender: Ignazio Corrao), ne agevolò il risultato.
Nel suo mirino finì subito Giancarlo Cancelleri, grillino plenipotenziario nell’Isola. I primi dissidi risalgono al 2018, quando Cancelleri decise di abbandonare una carica elettiva all’Assemblea regionale per accogliere l’invito di Conte a entrare nel governo (come viceministro alle Infrastrutture). Ma le tensioni crescono nelle ore che precedono la scelta dell’ex premier di nominare come referente regionale del Movimento Nuccio Di Paola, un adepto dello stesso Cancelleri: “Mi sembra limitante proporre Di Paola come referente regionale. Dati la sua enorme fama e il consenso illimitato lo vedrei meglio come presidente della commissione europea”, si schernì Giarrusso. Che osteggiò in tutti i modi la deroga al tetto dei due mandati che avrebbe consentito allo stesso Cancelleri di ricandidarsi, l’estate scorsa, alla presidenza della Regione siciliana: “Deve dire chiaramente se ama il Movimento e le sue regole, o se invece è in cerca di una nuova poltrona o di una eterna carriera politica, trasformando il movimento siciliano in un feudo suo e della sua famiglia”. La sorella Azzurra è stata a lungo deputata a Montecitorio.
L’addio ai Cinque Stelle si materializza il 25 maggio 2022, quando Giarrusso, disgustato, denuncia “la fiera dell’ipocrisia” e “il calpestamento delle regole”. La reazione di Conte è tranchant: “L’ho incontrato spesso e mi ha sempre parlato di poltrone”. Il karma. Così, in vista delle Politiche, l’ex Iena comincia a tracciare un percorso con Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina, dal pedigree più irrequieto del suo: Movimento per l’Autonomia, Udc, Forza Italia alle ultime Europee. Fondano ‘Sud chiama Nord’, salgono insieme sul palco per lanciare la candidatura di Federico Basile a sindaco della città peloritana, e alla fine si separano. Guarda caso alla vigilia della definizione delle liste per le Politiche, dove Scateno – così lo chiamano in Sicilia – riesce a raccogliere l’1 per cento su base nazionale. A Giarrusso non resta che l’inutile corsa al Viminale, il giorno della presentazione dei simboli: ma il suo, un doppione, viene escluso una prima volta.
Qualche settimana fa il Tribunale fa il resto. “Giarrusso? Era mosso - ha spiegato De Luca - da una palese volontà di rivalsa contro il Movimento e contro di me che avrei avuto la colpa, secondo lui, di aver detto no alla sua candidatura blindata nel collegio di Messina. Ma Giarrusso non ha alcun legame identitario o d’appartenenza con Messina”. Un’operazione spericolata preceduta da alcuni rumors che davano l’ex Iena in trattativa con la Lega di Salvini, per entrare nel gruppo del Carroccio al parlamento europeo. Ipotesi seccamente smentita da Giarrusso, che ha parlato di “macchina del fango”. Il riposo del guerriero è proseguito fino a sabato scorso, quando presentandosi sul palco del Pd ha stupito (e agitato) la platea. Il pass è lì, ben in vista: ma prima dovrà chiedere scusa per i tanti insulti riversati in questi anni sui nuovi, potenziali “compagni”.